Le Frontiere del Dialogo: |
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Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001 |
Marted� 4 Settembre 2001 |
Per� oggi continuiamo parlando di cupidigia e di volont� di conquista, ma una pace fondata sopra questi parametri non pu� funzionare. Infatti la storia degli ultimi cinque o sei secoli, che sono quelli dell�espansione del commercio, conferma che i trattati commerciali e le guerre si sono susseguiti senza sosta. Se vogliamo costruire una pace duratura, stabile e sincera, dobbiamo scegliere altri valori. I valori �antichi�, per modo di dire, ci hanno portato ad un mondo di squilibri, di sviluppo disuguale, di ricchi e poveri, ad una situazione che � germe di conflitti � conflitti armati e conflitti di coscienza, come quelli che causano le costanti e crescenti migrazioni e gli spostamenti di popolazioni verso le nostre citt� e paesi. Siamo giunti alla fine del XX secolo un po� spogliati dei valori che servono a costruire una pace seria tra popoli, Stati, culture e religioni. Una pace che sia un ponte tra uomini e donne uguali tra loro. Siamo giunti al XXI secolo in una realt� che cambia ad una velocit� sconcertante fino al punto che tutti i parametri sono messi in discussione. Dobbiamo riproporre il rapporto con la scienza e i suoi limiti e con le nuove ricerche genetiche. Dobbiamo riproporre il rapporto che abbiamo con il pianeta e con lo sviluppo economico a partire dalla sostenibilit�. Dobbiamo riproporre il rapporto fra uomini e donne a partire dall�uguaglianza. Dobbiamo riproporre il rapporto tra ricchi e poveri, il rapporto con lo sviluppo e il commercio. Cio� dobbiamo riproporre come convivere in pace tra persone che vivono in luoghi diversi, con diversi livelli di sviluppo e che parlano lingue diverse, che hanno fedi diverse. E� un�idea che appartiene soprattutto ai giovani, perch� le nuove generazioni sono pi� aperte ai cambiamenti di valori, provano con pi� facilit� nuovi paradigmi. Lo faremo a partire dai valori religiosi o da quelli civili, che per molti aspetti coincidono in un unico obiettivo: la pace tra uomini e donne uguali e rispettati. A questo riguardo ringrazio la Comunit� di Sant�Egidio perch� � una piattaforma efficace di dialogo tra le religioni e tra le religioni e il mondo laico. Le citt� sono dei grandi spazi di convivenza dove i conflitti sono vissuti in dimensioni pi� vicine e controllabili. Se possiamo stabilire la pace � tra persone, interessi, culture e religioni � nella citt�, avremo imparato un po� come stabilirla nel mondo. Ma le citt� si possono governare solo a partire da un accordo civile, da un patto per i diritti umani e per l�uguaglianza. E a partire dalla pratica chiara e onesta della giustizia. Per questo motivo le citt� devono essere, ovunque, degli strumenti per introdurre il buon governo, per costruire strutture sociali stabili e realizzabili, per permettere l�accesso delle popolazioni ai benefici che qui conosciamo come stato di diritto e come stato del benessere. Anche questo � costruire la pace. Ma siamo nel XXI secolo e la pace del futuro la dobbiamo costruire, soprattutto, a partire da nuovi paradigmi individuali e collettivi. Questo significa molta riflessione e molto dialogo. Dialogo vero, concreto, che cerca di affrontare e risolvere i problemi. E questo � quanto faremo nel Forum Universale delle Culture del 2004. Un dialogo aperto, ambizioso, civile e cittadino sulle nuove convivenze del XXI secolo: a partire dall�ottimismo non ingenuo, a partire dall�arte, a partire dalla creativit�, a partire dal pensiero scientifico, a partire dal rinnovamento intellettuale che il mondo del XXI secolo esige ovunque. Abbiamo molto lavoro davanti a noi, ma guardando il vostro impegno di questi giorni possiamo essere un po� pi� ottimisti, perch� finch� esister� il dialogo, esister� un�opportunit� per la pace. Vi ringrazio per quello che ci avete portato in questi giorni e vi invito a tornare nella nostra citt� nel 2004. |