Comunità di S.Egidio


 

13/03/2001


Albanesi in festa, cantando e ballando insieme. Da amici e non pi� da stranieri

 

Straniero, cio� amico, da Firenze a Tirana con stazione al dopolavoro ferroviario di via Alamanni. Una bella festa per sfatare tanti luoghi comuni, generati da episodi veri di cronaca ma alimentati da troppi pregiudizi (come � accaduto a Novi Ligure). La festa? L�hanno voluta domenica pomeriggio il movimento �Genti di pace� e la Comunit� di Sant�Egidio che da alcuni anni anima la scuola di italiano per immigrati �Louis Massignon�. Straniero, cio� amico: un�affermazione contro corrente, soprattutto in un periodo in cui � facile identificare chi viene da fuori con il malessere che era gi� da prima nel vissuto delle nostre citt�. Ci sono almeno cento albanesi al dopolavoro ferroviario, accompagnati da polacchi e rumeni, ucraini e peruviani, insomma dal popolo multicolore di �Genti di pace�, movimento di stranieri suscitato dalla Comunit�. Ci si riconosce in un manifesto che coniuga cultura dell�accoglienza con quella della legalit� e del diritto di vivere con dignit� oltre le frontiere e senza le guerre. Ecco il video che porta sullo schermo le citt� albanesi: tutti pronti a entusiasmarsi nel vedere dove si � nati e da dove si � dovuti venire via. �Per molti di noi � spiegano alcuni � venire qui � stata una scelta obbligata per vincere la fame e la violenza, ma anche per costruirsi un futuro. Non � facile, anche per quel muro di ostilit� che capiamo bene da cosa nasce, furti, violenze, cose di cui si macchia una minoranza con la quale non � giusto essere identificati�. C�� lo spazio della preoccupazione, c�� lo spazio del racconto della propria vita e del piacere di incontrarsi con gli altri, in un momento vero di festa, per cantare e ballare insieme. Amico, cio� non pi� straniero.

Michele Brancale