Cardinal, Archbishop of Cracow, Poland
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Sua Beatitudine Crisostomos, Arcivescovo della Chiesa di Cipro,
Prof. Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
Illustri rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali,
Autorità,
Signore e Signori,
sono lieto di prendere brevemente la parola in questa solenne cerimonia inaugurale del Convegno Internazionale “La civiltà della pace: religioni e culture in dialogo”, promosso dalla Chiesa di Cipro e dalla Comunità di Sant’Egidio. Grazie al coraggio e alla tenacia degli amici di Sant’Egidio, lo “spirito di Assisi” ha soffiato in tanti luoghi, varcando numerose frontiere: città d’Italia, d’Europa e del mondo si sono aperte all’incontro e al dialogo fra mondi diversi. Il cammino percorso in questi anni brilla nell’odierna assemblea. In un mondo segnato dalla violenza e dal conflitto, avete scelto di confrontarvi sul tema della pace.
Giovanni Paolo II, a cui ho avuto l’onore e la gioia di stare accanto per lunghi anni, era convinto che la dimensione religiosa, relegata ai margini della cultura e della società occidentale, avrebbe dovuto nuovamente assumere un ruolo importante. Lo pensava negli anni attraversati da grandi tensioni fra i due blocchi e segnati dalla minaccia di una guerra nucleare. Il papa, un giorno del 1986, mi confidò: «Una preghiera di tutte le religioni per la pace, ecco che cosa ci vuole! Un grande grido a Dio per la pace». Di qui la scelta di Assisi, città di san Francesco, come luogo ideale per la concorde invocazione a Dio da parte di credenti di varie religioni.
Assisi non doveva rimanere un evento isolato. All’indomani di quel memorabile 27 ottobre 1986, il papa invitò a non lasciar cadere la profezia di Assisi e disse: «Continuiamo a diffondere il messaggio di pace. Continuiamo a vivere lo spirito di Assisi» . E così Giovanni Paolo II accolse con soddisfazione ed appoggiò l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio di convocare ogni anno un incontro di preghiera per la pace nello “spirito di Assisi”. E non faceva mai mancare il suo sostegno, inviando rappresentanti della Santa Sede e suoi messaggi personali agli organizzatori e ai partecipanti di tali incontri. In uno di essi si legge: «Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio per il coraggio e l’audacia con cui ha ripreso lo “spirito di Assisi” che di anno in anno ha fatto sentire la sua forza in diverse città del mondo. Grazie a Dio, non sono pochi i casi in cui lo “spirito di Assisi”, favorendo il dialogo e la mutua comprensione, ha portato frutti concreti di riconciliazione» .
Giovanni Paolo II continua a camminare con noi nello spirito di Assisi. Per questo, cari amici, vorrei rivolgervi un invito: l’anno prossimo venite a Cracovia! Fatelo nel nome di Giovanni Paolo II. È la sua città che ha tanto amato!
Ma ci sono anche altri motivi importanti per cui vi rivolgo questo invito. L’anno 2009 è il settantesimo anniversario dell’inizio della seconda guerra mondiale. Il 1° settembre di quell’anno la guerra iniziò con l’invasione della Polonia. A settant’anni da quel tragico e disumano evento in cui uomini armati entrarono nella nostra terra, venite in Polonia come pellegrini di pace. In Polonia la memoria della seconda guerra mondiale è ancora viva e visibile. C’è un luogo che più di ogni altro rappresenta l’orrore della guerra, del razzismo e del male: Auschwitz. Per questo vi propongo che il nostro pellegrinaggio, il prossimo anno, abbia in quel luogo una tappa. Non possiamo dimenticare! Abbiamo il dovere di ricordare e fare memoria!
Ma c’è un altro anniversario da ricordare: il 1989. Fu un anno decisivo per la Polonia e tutta l’Europa orientale: anno della libertà per tante nazioni europee e fonte di speranza per un mondo più giusto e più umano.
Siate, dunque, i benvenuti a Cracovia! Come arcivescovo di questa splendida città nel cuore dell’Europa, pervasa dalla memoria del Servo di Dio Giovanni Paolo II, e ricca di una lunga e travagliata storia, vi assicuro la più calorosa accoglienza. Al prossimo anno!
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