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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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17 Novembre 2008 16:30 | Hilton Cyprus - Othello Hall

Intervento di Seraphim Kykkotis



Seraphim Kykkotis


Metropolita ortodosso, Patriarcato di Alessandria

Fede e amore sono certamente due concetti altamente significativi in tutte le religioni del mondo. Nel cristianesimo, Dio creatore parla all’umanità (Gen. 1:28; 17:1-2, Esodo 3:4-6) e ci rivela la natura speciale della Sua divina esistenza (Deut. 6:4). Nel Nuovo Testamento, Dio rivela Se stesso a noi nella persona del Logos incarnate, Gesù Cristo, (Gv 1:14) Egli chiama tutti alla conversione (Mc 1:15) e alla salvezza (Gv 1:13-19). Noi siamo chiamati a dimostrare amore, tolleranza e mutuo rispetto, e a convivere pacificamente con popoli di diversi fedi e religioni. Tutte le religioni sono permeate da uno spirito di verità e di amore e l’Agape (amore) è l’obbiettivo supremo. Ad esempio, nella lingua ebraica dell’Antico Testamento, la Parola amore è ahab.  Questa parola era usata con lo stesso senso generale e negli stessi contesti della parola inglese: amore sessuale, amore di un coniuge o di un bambino, amore di Dio per l’umanità, amicizia. Nel cantico di Salomone, all’amore è data una connotazione erotica. In altri libri dell’Antico Testamento non ha questa connotazione. E’ per lo più la parola greca, Agape ad essere usata per “amore” nel Nuovo testamento.

Ci sono 3 parole greche che possono essere tradotte con ‘amore’ in inglese: e sono eros, che si riferisce all’amore fisico, e philos, l’amore fraterno. Agape era meno usata in Greco e la meno specifica per esprimere l’amore. Nelle prime comunità cristiane la parola agape cominciò ad essere usata per esprimere l’amore immeritato di Dio per l’umanità — un amore così grande che Dio volle mandare il suo unico Figlio a soffrire e morire per la nostra salvezza. Questa agape è un puro atto di grazia. Il concetto di Agape non si limitava comunque all’amore di Dio per l’umanità. Era usato anche per descrivere l’amore di una persona per un’altra. Nel termine agape stiamo perciò descrivendo un tipo di amore altruistico che implica il dare senza sperare in un guadagno personale o avere alcun contraccambio.

La teologia di San Paolo chiarisce notevolmente che l’amore è una diretta conseguenza della fede in Dio Padre. Quando l’umanità ripone la propria fiducia e fede in Dio, lo Spirito Santo o Paraclito (Consolatore) infonde in noi il prezioso dono dell’amore, primizia di ciò che accadrà nel Regno dei cieli. Per i cristiani l’Agape non è frutto dei sentimenti umani, ma è un dono divino che avviene quando i credenti permettono a Cristo di vivere in loro. E’ quindi chiaro che l’amore rafforza la nostra fede. In Galati 5:6, nella versione di King James, leggiamo: “Perchè in Gesù Cristo non contano né la circoncisione ne la non circoncisione, ma solo la fede lavorata dall’amore.” Non fa differenza per Dio se siamo circoncisi o no. Ciò che conta è che la nostra fede si esprima nell’agape, che è la fonte di energia della nostra fede. Il cristianesimo Ortodosso è impegnato nell’affermare la verità della fede cristiana. Tale affermazione include la verità biblica che tutti gli esseri umani sono creati da Dio a sua immagine, e da ciò nasce l’imperativo di servire l’umanità. Il dialogo interreligioso e l’atteggiamento delle religioni non cristiane è importante per la ricerca della promozione dell’agape e per rafforzare la fede nel mondo; la Chiesa è perciò impegnata nel rispetto delle altre espressioni religiose. I Cristiani Ortodossi vivono in società multiculturali, multilinguistiche e in un contesto di pluralismo religioso. Di conseguenza gli ortodossi hanno sviluppato un atteggiamento di rispetto verso gli altri, una grande tolleranza e una profonda comprensione verso le persone appartenenti ad altre fedi.

E’ un profondo convincimento ortodosso che il forte impegno per l’affermarsi della verità cristiana che noi portiamo avanti deve sostenere seriamente uno scenario democratico pluralistico dove tutti possano vivere in pace e in armonia. L’Ortodossia si tiene saldamente unita alla verità cristiana e difende il diritto delle altre espressioni religiose a coesistere in armonia in un sistema democratico in cui la legge protegga tutti  equamente e in cui la giustizia  prevalga in uno spirito di tolleranza e libertà.

Un insegnamento altamente significativo di tolleranza nell’ortodossia è contenuto in una lettera enciclica del patriarca Ecumenico Metrophanes III (1520-1580). In questo documento, rivolto ai Greco ortodossi di Creta, (1568) sul maltrattamento degli ebrei di cui aveva avuto notizia, afferma: "l’ingiustizia, perciò, è e rimane sempre ingiustizia, indipendentemente da chi la subisca o da chi la eserciti”.

Gesù Cristo ci dice, "Non opprimere né accusare nessuno falsamente; non fare distinzioni e non permettere che chi crede faccia del male a chi appartiene a un’altra fede." Tutti gli esseri umani sono figli di Dio, creati a Sua immagine e l’Agape e la tolleranza nei confronti delle persone che appartengono a un altra fede sono un comando datoci da Cristo stesso: "Io sono la Via, la Verità e la Vita" (Gv 14:6).

Come rendiamo visibile questo amore ai nostri simili e nella società?  Tutti i cristiani devono cercare di fare la volontà di Cristo nella loro vita e nella società (Esodo 20:3-17; Levitico 6:2-5; Deuteronomio 10:12; 27:17.) Dobbiamo cercare i mezzi per migliorare la condizione dell’esistenza umana per tutti gli abitanti del mondo in cui viviamo (Matteo 5:13-16,43-48; 22:36-40).  Dobbiamo lottare per migliorare la società e perchè si stabilisca la giustizia tra gli uomini e le donne (Gv 15:12; 17:15; Romani 12–14). I cristiani dovrebbero opporsi all’intolleranza, al razzismo, all’avidità, all’egoismo e ad ogni forma di immoralità, incluso l’adulterio e la pornografia. Dobbiamo lavorare instancabilmente per provvedere ai malati e agli orfani, ai bisognosi e a chi subisce violenza, agli anziani e agli indifesi. Dobbiamo perseguire la santità della vita umana dal concepimento alla morte naturale. I governi del mondo insieme ai capitani d’industria dovrebbero assumersi la responsabilità del degrado ambientale. A questo proposito dovremmo cercare di mantenere la società sotto l’influenza dei principi di rettitudine, verità e agape. Di conseguenza dovremmo essere pronti a lavorare con tutti gli uomini di buona volontà per elevare la società stando attenti ad agire sempre nello spirito dell’agape (1 Tessalonicesi 3:12; Fillemon; Giacomo 1:27; 2:8). E’ compito di tutti i  cristiani cercare la pace con tutti secondo i principi della rettitudine.

Che dire della Fede? (dal latino fidere – affidarsi)? Normalmente viene definita come una credenza che esprime fiducia nella verità o nell’autenticità di qualcosa o qualcuno. E’ caratterizzata molto spesso dall’assenza di una prova verificabile empiricamente o di una qualche spiegazione logica. Se l’agape è la lanterna che ci guida dobbiamo sostenere il diritto umano fondamentale della libertà religiosa e lavorare per garantire questo diritto a tutti i popoli del mondo . Ciò implica che le comunità religiose non possono permettersi di ignorare i diritti umani fondamentali dei loro fedeli. Tutte le politiche dei governo e anche il settore privato di tutti i paesi del mondo devono essere valutati attentamente per vedere dove l’ingiustizia predomina.  Bisogna  opporsi a quelle politiche che tendono ad umiliare gli altri esseri umani a motivo della loro razza, del loro credo, sesso o cultura, ed anche le pratiche fondate su tali idee dovrebbero essere ricusate e proibite per legge. Ecco cosa vuol dire avere libertà religiosa. Deve esserci consenso sui diritti umani tra i cristiani e tra le altre fedi basate sull’amore. Dobbiamo perciò cercare di colmare le antiche divisioni nella chiesa - tra ortodossi, cattolici, protestanti e le diverse denominazioni protestanti come primo passo verso il nostro obbiettivo di diffondere la vera agape. Nelle Sacre Scritture troviamo molti esempi che stabiliscono standard ancora più alti di quelli del diritto internazionale. Leggiamo in Ebrei 12:2 che Gesù Cristo è “l’autore e il perfezionatore della fede”.

Dio è la fonte di ogni benedizione sia materiale che spirituale; tutto ciò che abbiamo e siamo lo dobbiamo a Lui. I cristiani hanno un debito spirituale nei confronti del mondo intero. Noi siamo in qualche modo obbligati a servirLo con il nostro tempo, i nostri talenti e i nostri beni materiali e dovremmo riconoscere che tutto quello che ci è stato affidato va usato per la gloria del regno di Dio e per aiutare gli altri dimostrando la vera fede e l’agape. La comunicazione e la cooperazione tra tutte le religioni è essenziale poiché cerchiamo di contribuire all’abolizione del fanatismo religioso e di servire l’umanità come una cosa sola. Dobbiamo cooperare nel cercare soluzione ai problemi contemporanei dell’umanità e questo ci aiuterà nella nostra coesistenza pacifica e intensificherà i comuni sforzi di comprensione  e di fratellanza nell’amore. Se i nostri sforzi sono contaminati dal fanatismo religioso, ciò porterà solo nuovi problemi sociali e religiosi alle persone che ne subiscono l’influenza. Un dialogo costruttivo ci può aiutare a realizzare la pace celeste sulla terra, e ci permetterà di difendere la santità della vita e tenere alta la dignità dell’uomo.

Per esempio il Patriarcato Greco Ortodosso di Alessandria che da 13 secoli si trova nella repubblica Araba di Egitto, è coinvolto in un positivo dialogo con il mondo islamico. Questa non è una novità nell’Ortodossia. L’incontro e la convivenza del secondo Patriarcato del cristianesimo ortodosso con la civiltà orientale dura da secoli. Si tratta di una comunione spirituale molto feconda tra l’Ortodossia e il mondo islamico, che ha illuminato e portato beneficio sia all’Occidente che all’Oriente. I cristiani e gli appartenenti ad altre fedi religiose sono tenuti a rispettarsi gli uni gli altri in uno spirito di agape e tolleranza. Un dialogo basato sull’agape e su una fede autentica, non solo su argomenti teologici, ma sulle questioni urgenti a livello globale, sarà di vero sostegno al mondo.

La distruzione dell’ambiente e l’enorme mancanza di giustizia e di pace nel mondo, i crescenti livelli di fame e povertà sono questioni che toccano le corde del cuore dell’intera umanità. Il mondo è più che stanco dei conflitti e del degrado del creato. La Sacra Bibbia ci insegna che noi siamo i custodi della creazione (Genesi 14:20; Levitico 27:30-32; Deuteronomio 8:18; Malachia 3:8-12). Quello che ci è richiesto è una fede più grande e la fede è rafforzata dall’agape quindi la nostra esperienza d’amore deve accrescersi. In 1 Corinzi 13:13 San Paolo dice, “Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”  qui la parola di Dio dice che la forma giusta di amore è più importante della fede. La vita è tutta in queste relazioni radicate nell’agape.

Dobbiamo credere che c’è una legge morale universale che trascende la nostra cultura e civiltà nella quale cerchiamo di sostenere la società. I cristiani dovrebbero almeno convenire che i diritti umani affondano le radici nell’ordine creato del mondo. Dall’idea della creazione i cristiani comprendono che il mondo ha un ordine sacro dominato dall’idea che Dio è fonte dei diritti in quanto Dio giusto e Dio di agape. L’agape è l’arma più potente che Dio ci ha dato. Romani 10:17 ci dice “La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo.”

La vera essenza  dell’idea di diritti umani contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è un concetto che da priorità al riconoscimento e alla difesa dei diritti fondamentali di tutti gli uomini. Dobbiamo cercare di sostenere questi diritti attraverso l’agape. Quando amiamo Dio con tutto il nostro cuore sentiamo dentro di noi il comando di amare il prossimo come noi stessi. Mentre molte istituzioni sociali sembrano essere in bancarotta morale o in pericolo di estinzione, e la gente è  moralmente e spiritualmente confusa, il cristianesimo mantiene la promessa di essere una guida e un fattore di cambiamento delle persone e delle istituzioni. 

E’ auspicabile una collaborazione tra diverse denominazioni cristiane quando lo scopo da conseguire, la promozione dell’agape e della fede è motivato in sé.  Affermare la libertà religiosa per tutti vuol dire confessare che ci siamo avvicinati alla verità aprendo noi stessi all’esperienza e alla comprensione degli altri. Se parliamo di amore dobbiamo parlare anche di diritti umani, anch’essi fondati in Dio. I cristiani convengono che ogni affermazione riguardo ai diritti umani comincia con la fede in Dio che trascende il mondo ed è già presente in esso.

I diritti umani non sono basati sull’idea della bontà intrinseca dell’uomo né su un’azione umana di governo, ma sono radicati nell’atto creativo e redentivo di Dio, che è un Dio di agape. Non possiamo affermare i nostri diritti indipendentemente da Dio, poiché tutto ciò che siamo ed abbiamo viene da Lui e dalla grazia della Sua agape. (Ps 24:1; 1 Cor. 4:7; 2 Cor. 5:18). I cristiani devono affermare la dignità umana sostenendo tutti gli sforzi riguardo ai diritti umani perchè Dio ci ha creato e ci ha redento.

Tutti i cristiani considerano totalmente vincolante il comandamento di amare Dio e di dimostrare agape al loro prossimo. Per molti cristiani ciò significa che dobbiamo sostenere i diritti umani e prendere posizione nella lotta per l’affermazione della giustizia e della libertà per tutti. Di conseguenza tutti i cristiani dovrebbero affermare che i diritti umani derivano dall’agape e dalla fede. Il nostro diritto alla vita deriva dal valore che il Creatore dà alla vita, avendola prima creata e poi redenta. Abbiamo una responsabilità verso gli altri che deve obbligatoriamente trascendere le ideologie politiche e le frontiere culturali.

Ogni persona deve essere rispettata nella sua dignità e valore in un vero spirito di agape. Questo atteggiamento mentale deve essere trasversale a tutte le comunità cristiane e serve ad unire chi era separato su diversi temi. Tutti i fedeli ortodossi, così come anglicani protestanti e cattolici sono uniti nel sostegno alla promozione dei diritti umani nel mondo.

Dio ha dato a noi tutti la dignità e chiama tutte le genti ad essere autentici custodi dell’agape che è la premessa per la salvaguardia dei diritti umani. I diritti umani dovrebbero essere evidenti come la presenza creativa e redentrice di Dio. Laddove trionfa l’amore, i diritti umani e la loro difesa e promozione devono essere al centro di ciò che i cristiani credono ed affermano come loro fede comune.


BIBLIOGRAFIA
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