Membro del Parlamento, Malesia
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"In questo giorno, esattamente dieci anni fa, quando ero ancora tenuto in isolamento in una prigione federale nel mio paese, la guardia è venuta correndo nella mia cella ed ha gridato: “Hanno bombardato l’edificio! Un’esplosione enorme, hanno dirottato degli aerei!” Poiché ero totalmente tagliato fuori dai mezzi di comunicazione, sia multimediali che di carta stampata, in quel momento non ho potuto visualizzare la reale portata di quell’evento. Tuttavia, tre giorni dopo, quando qualcuno mi ha fatto avere di nascosto una copia del giornale del 12 settembre ho scoperto con enorme orrore la carneficina e la distruzione compiuta dagli attacchi dell’11 settembre. Entro una settimana sono riuscito a inviare un articolo alla rivista Time, in cui condannavo l’attacco e chiedevo che prevalessero la calma e il buon senso, poiché naturalmente temevo che questo evento avrebbe scatenato rappresaglie ed una nuova ondata di ostilità verso l’Islam e i Musulmani.”
"Come qualcuno abbia potuto commettere atti così biechi e malvagi va al di là della nostra comprensione, ma sappiamo che la storia dell’umanità è sporcata da atti inimmaginabili di depravazione e crudeltà. E benché si dica che “il genere umano non sa affrontare la realtà”, dovremmo almeno avere l’umiltà di appellarci ad una Realtà superiore, l’unica che conta veramente nella vita. Permettetemi di citare un breve passo dalla Città di Dio, di Sant’Agostino d’Ippona.
“In questo quindi consiste la giustizia di un uomo: che egli si sottometta a Dio, che sottometta il corpo all’anima, e i vizi - anche quando si ribellano - alla ragione, che li sconfigge o almeno resiste ad essi, ed anche che egli supplichi da Dio la grazia di poter compiere il suo dovere e di essere perdonato dai peccati, e che renda grazie a Dio per le benedizioni che riceve.”
"La Jihad è una purificazione spirituale. E’ un richiamo all’anima del fedele affinché adempia i dogmi della religione, facendo il bene ed evitando il male, stabilendo la giustizia, promuovendo la carità ed aiutando i deboli ed i poveri. Soprattutto, la Jihad comanda ai musulmani di conservare la pace e l’armonia e proteggere la santità della vita e della proprietà. Questo è il fondamento del discorso sull’Islam e l’Occidente, poiché il dibattito è stato invariabilmente pregiudicato dall’idea sbagliata dominante sull’Islam, come una religione di terrore e violenza e diametralmente opposta all’uguaglianza, alla giustizia e alla dignità umana. Questo “credo” ha portato alcune parti a concludere che il termine “democrazia musulmana” sia un ossimoro.
Ma con l’avvento della Primavera Araba il vecchio paradigma si è sbriciolato e con esso, vogliamo sperare, anche le vecchie interpretazioni e pregiudizi. Tuttavia non ci sarebbe stato bisogno che avvenissero questi avvenimenti per comprendere che l’Islam e la democrazia sono perfettamente compatibili. Abbiamo più volte parlato della Turchia come un esempio di quello che una nazione musulmana può raggiungere se i suoi capi si mantengono fedeli ai dogmi fondamentali dell’Islam. Oggi, con la Primavera Araba, siamo ottimisti che le nuove democrazie che stanno emergendo in Medio Oriente saranno, come la Turchia, moderne, moderate, progressiste e tolleranti, usando come motto per governare la giustizia e la legge." |