Vescovo cattolico, Repubblica Popolare Cinese
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Signor Presidente e rappresentanti,
dalla Cina a Monaco, sono molto felice di unirmi a questo grande incontro con tutti voi. Grazie al rapido sviluppo della scienza e della tecnologia nel tempo presente, è così facile per noi viaggiare dall’Oriente all’Occidente. Ciò mi ricorda la Via della Seta che venne fondata duemila anni fa attraverso l’Asia e l’Europa. A quel tempo, era anche una via di amicizia per comunicare tra la cultura orientale e quella occidentale. Oggi, siccome i trasporti per il mondo sono così convenienti, iniziamo a parlare dell’integrazione della globalizzazione. Il globale in cui noi viviamo sta diventando sempre più piccolo, per dirla con un proverbio cinese: “una lunga distanza è vicina come la prossimità”. Perciò, in vari aspetti della politica, della religione e dell’economia, la gente oggi enfatizza il dialogo e la comunicazione.
Questa è una grande questione da considerare per noi cinesi: come possiamo costruire una nuova Via della Seta in queste circostanze che ci chiamano ad abbandonare il nostro egocentrismo e ad essere più aperti agli altri, a cooperare, a sostenerci gli uni gli altri, a svilupparci insieme.
1. Da Gerusalemme a Gaza
“Via della seta” è una metafora che io uso per intendere che bisogna camminare da sé verso l’altro. “Strada” (o Tao) ha un significato molto profondo sia negli aspetti biblici e teologici del cristianesimo che nella cultura del Tao nella tradizione cinese.
Secondo gli Atti degli Apostoli, lo Spirito Santo mostrò a Filippo la strada che lo portava da Gerusalemme verso Gaza (At 8: 26). Significa che anche gli apostoli devono compiere la missione di predicare il Vangelo, dagli ebrei a tutte le nazioni sulla terra. Da allora, una versione asiatica della Bibbia è stata letta e diffusa nel mondo. La diffusione della fede cristiana è anche un modo per penetrare all’interno di culture diverse. Ci sono state molte collisioni ma anche integrazioni tra fede e cultura ed infine la fede si è radicata, è cresciuta e ha dato frutti sui fondamenti culturali di ogni nazione.
“Strada” significa connessione, comunicazione, accettazione reciproca e apertura di sé. Sulla strada dell’apertura noi riusciamo ad oltrepassare le limitazioni e gli steccati tra le nazioni, e questa strada ci permette di camminare da noi stessi verso gli altri. Attraverso diversi mezzi di comunicazione, i nostri cuori si avvicineranno.
Tuttavia, ci sono state molte guerre, violenze e uccisioni nel corso della nostra storia umana ed anche nella società odierna. La storia di conflitti e violenza causata dalla chiusura di sé e dall’autodifesa ha lasciato cicatrici profonde nel nostro cuore. Specialmente dopo l’11 settembre tutte le religioni ed i gruppi devono riflettere su se stessi: siamo costruttori di pace o promotori di violenza? Siamo sulla strada dell’apertura di sé o su quella dell’imposizione dei nostri valori agli altri?
2. Da Nan Chang a Monaco
Nan Chang è una città che ha una lunga storia ed una ricca eredità culturale. È anche un posto molto famoso per le missioni cattoliche in Cina. Nel 1595, un grande missionario, Padre Matteo Ricci, venne a Nan Chang dall’Italia. Per riassumere la sua esperienza di missione in Cina, egli scrisse un libro in cinese intitolato “Saggio sull’amicizia”. Questa pubblicazione fu per lui uno strumento per dialogare con studiosi confuciani e intellettuali politici di Nan Chang. Egli ha creato una vera comunicazione ed un dialogo tra l’Oriente e l’Occidente. Divenne anche un perfetto esempio di dialogo che è ancora stimato dagli attuali intellettuali cinesi. L’esempio di Matteo Ricci ci ha detto che ogni cultura ha i suoi benefici e i suoi aspetti positivi. Egli riuscì a mettere assieme la quintessenza della cultura cinese e del cristianesimo. Dal momento che non c’è una cultura che può esistere per se stessa, c’è sempre un’influenza reciproca tra le diverse civiltà e culture nello sviluppo della storia umana e lungo quel processo le diverse persone iniziano a conoscersi, a comprendersi l’un l’altro e a crescere insieme.
Oggi Nan Chang è divenuta una città piena di vitalità. In seguito al rapido sviluppo dell’economia, un grande numero di migranti dalle aree rurali è giunto nella città di Nan Chang, che è divenuta un luogo multiculturale e di coesistenza tra diverse religioni. Vi sono molte tradizioni religiose differenti come l’Islam, il cristianesimo, il taoismo ed il buddismo, e 43 gruppi etnici minoritari si sono trasferiti a Nan Chang in seguito allo sviluppo economico. Essi vivono con la popolazione Han (che è la maggioranza nella società) armoniosamente e sono coinvolti nei dibattiti concernenti gli affari politici e sociali. Tuttavia, Nan Chang, essendo una grande città, ha gli stessi problemi delle altre città moderne del mondo: l’invecchiamento della popolazione, il divario generazionale, le diseguaglianze di istruzione tra ricchi e poveri, e così via.
La Chiesa cattolica in Cina è attivamente impegnata nei servizi sociali per aiutare i poveri ed i gruppi sociali emarginati. Al fine di compiere il “ruolo sociale” ed il “ruolo profetico” della Chiesa, abbiamo contribuito alla costruzione della “Scuola primaria della speranza”, per prenderci cura dei senzatetto, per assistere coloro che sono stati colpiti da terremoti, inondazioni e altri disastri naturali, per contribuire al lavoro per la prevenzione dell’AIDS e al servizio dei lebbrosi, e altre azioni di pubblica utilità. Il fondamento essenziale di una società armonica è quello di accompagnare gli emarginati e servire i poveri. Negli ultimi vent’anni, la Chiesa cattolica, incluso il laicato, le parrocchie e la diocesi, ha dato un grande contributo alla comunità locale attraverso molte attività caritative, ed è stata apprezzata dal governo e dalla popolazione. Per servire i poveri bisogna abbandonare se stessi e mostrare sollecitudine “per l’ultimo dei tuoi fratelli”, il che significa anche assumersi responsabilità e impegni reciproci attraverso il dialogo tra le civiltà, le religioni e le culture. Sono fiducioso di imparare queste preziose esperienze dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Chiesa di Germania durante il mio soggiorno a Monaco.
3. Dal locale all’universale
Il Concilio Vaticano secondo ha enfatizzato la cattolicità e l’universalità della Chiesa, ed allo stesso tempo ha sostenuto l’inculturazione della Chiesa. L’inculturazione della Chiesa in Cina ha attraversato un percorso accidentato. Sino ad oggi, il metodo e lo spirito di Matteo Ricci sono stati ammirati da molti. In questo modo, la Chiesa non ha perso la sua universalità rispettando la cultura cinese e considerando le circostanze reali in Cina. Infatti, la Chiesa cattolica a Nan Chang ha attraversato uno sviluppo mai visto nella sua storia. Assieme allo sviluppo economico della citta, lo stile di vita della popolazione è molto cambiato, particolarmente in questo tempo di globalizzazione che ha dato alla gente l’opportunità di comunicare su base paritaria e di condividere le risorse. Allo stesso tempo, ciò ha lentamente modificato le modalità del lavoro pastorale. “Strutturare una civiltà armonica” è il tema della Cina odierna. La Chiesa ne è un elemento indispensabile a livello della costruzione morale ed etica della società e dei servizi sociali.
Ci sembra che ci possa essere una Nuova Via della Seta di coesistenza e dialogo tra popoli e religioni differenti, sviluppando la Chiesa attraverso l’abbandono del proprio io, servendo la società e dialogando con le diverse fedi.
Grazie all’influsso delle loro proprie culture, i cittadini di Nan Chang così come i popoli dell’Asia posseggono una spiritualità universale e una venerazione di Dio. Essi hanno una straordinaria sensibilità verso la natura: l’armonia di Yin e Yang; il legame tra la realtà ed il vuoto; la conoscenza della felicità e della tristezza; un intuito della vita e della morte. Tutto ciò li potrà aiutare a comprendere il mistero della santa croce più profondamente. C’è un “innato intuito spirituale e una saggezza morale nell’animo asiatico, ed è il nucleo attorno a cui un crescente senso di ‘essere asiatici’ si sta costruendo. Questo ‘essere asiatici’ si scopre e si afferma al meglio non nella conflittualità e nella contrapposizione, ma in uno spirito di complementarietà ed armonia. In questo quadro di complementarietà ed armonia, la Chiesa può comunicare il Vangelo in un modo che è fedele sia alla sua propria tradizione che all’animo asiatico” (Ecclesia in Asia del precedente papa Giovanni Paolo II, 6 novembre 1999).
Il Buddismo Zen sostiene che una persona saggia ha un “terzo occhio”. Io penso che questo terzo occhio sia da usare non solo nello studio delle dottrine religiose e nella pratica della fede, ma penso che coloro che sono presenti a questo incontro e che stanno dedicando la loro vita al dialogo tra le diverse fedi e culture ed alla pace nel mondo, siano persone sagge che stanno utilizzando il terzo occhio per guardare alla realtà.
Molte grazie! |