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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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8 Settembre 2012 18:00 | Centre of Sarajevo

Saluto e Omelia di Sua Eminenza Vinko Puljiċ Cardinale, Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo



Vinko Puljic


Cardinale, arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo, Bosnia e Erzegovina

Iniziando questa Santa Messa, come padrone di casa vorrei esprimere la mia gioia e dare il benvenuto a tutti i partecipanti di questa Eucaristia.
In primo luogo saluto tutti i conconcelebranti dell’Eucaristia:
Il grande e indimenticabile amico cardinale Roger Etchegeray, vice decano del Collegio cardinalizio, che ci ha visitato a metà di agosto del 1992 come delegato speciale del Papa, ma il suo comportamento non è mai stato quello di un delegato ma di una persona vicina a noi con il cuore.
Saluto anche gli altri i cardinali e do loro il benvenuto, in modo speciale saluto il cardinale Kurt Koch, che è presidente del Consiglio Pontificio per l’Unità dei cristiani. La vostra presenza, in modo particolare, incoraggia questa preghiera e l’intento comune per la pace.
Sinceramente e di tutto cuore saluto il nostro amico e caro ospite il cardinal Paul Popuard, emerito Presidente del Pontificio consiglio per la cultura. Non possiamo dimenticare la Sua vista a Sarajevo.
Saluto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che in qualità di Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ci ha mostrato la sua vicinanza in vari modi e particolarmente visitandoci a Sarajevo.
Saluto tutti gli arcivescovi, i vescovi ed i sacerdoti che sono presenti a questa Eucaristia.
Invio un saluto e un ringraziamento particolare alla comunità di Sant’Egidio, che è organizzatore di questo incontro.   
Con gioia e rispetto particolare saluto Sua beatitudine il Patriarca serbo Irinej e i rappresentanti della chiesa ortodossa di tutti i paesi: benvenuti a Sarajevo così che possiamo insieme pregare per la pace. La vostra presenza è un grande segno che ci dice molto riguardo all’edificazione della pace e della via del dialogo.
Saluto anche tutti gli altri cristiani che sono arrivati a Sarajevo: preghiamo e agiamo in modo tale che in questa “Città simbolo” possiamo edificare un messaggio di pace che sia un segno per tanti.
Saluto tutti i capi dello stato e politici che con la loro presenza danno sostegno alle religioni e alle culture sulla via del dialogo.
Un cordiale saluto a tutti i padroni di casa e a tutti gli ospiti che partecipano a questa celebrazione Eucaristia.
Saluto tutti i rappresentanti dei media, sia giornali che elettronici: essi renderanno presente questo evento a un pubblico più largo.
 

 

Egregi signori,
Fratelli nel ministero episcopale
Cari fratelli concelebranti, cari fratelli e sorelle!

Stasera siamo uniti celebrando insieme l'Eucaristia di veglia domenicale, nella quale preghiamo in modo particolare per la pace in questa città, in questo paese, nel mondo intero. Questo è il motivo principale del nostro raduno e della nostra comunione nella preghiera. Vi ringrazio per la Vostra presenza che porta il messaggio di pace. Ringrazio in particolare la Comunità di Sant’Egidio per aver scelto questa città come luogo dell’Incontro internazionale di preghiera per la pace. Grazie per il vostro impegno tenace per la convivenza tra i popoli, radicato in una fede profonda nutrita dall’amore per la Parola di Dio e per i poveri.
La vostra presenza nella preghiera ha lo stesso valore dell’esortazione del profeta Isaia: “siate forti, non abbiate paura”! In questo deserto, causato dalla guerra, è necessario che di nuovo fiorisca la vita della comunione nella nostra differenza. Appoggiandosi sulla fede in Dio bisogna imparare ad accettare, rispettare e apprezzare ognuno come persona e come portatore dei diritti fondamentali.
Nell’impegno per difendere i diritti di ciascuno, desideriamo che la Parola di Dio, così come ci viene riportata dalla lettera di san Giacomo, ci incoraggi assieme a tutti i disperati, resi consapevoli che Dio non fa preferenze. L’impegno per la verità e la giustizia, per la difesa dei diritti di ciascuno è fondato sulla certezza che la Parola di Dio è sempre vera e giusta e che per Dio ogni uomo è importante. Se la fede in Dio ci guida, allora saremo capaci di custodire l’uomo che è accanto a noi.
San Marco ci ha scritto una parabola sulla guarigione del sordo-muto. Poniamoci anche noi di fronte a questo stesso Signore desiderando che ci apra gli occhi della fede, che ci dia la parola giusta della pace e della convivenza, che ci dia la capacità di fare il bene.
Questo paese e le persone che vi abitano sono ferite dalla guerra, che ha seminato sfiducia e, per questi motivi si vive nell’insicurezza. Molte disgrazie hanno colpito le persone di questo paese. Oggi preghiamo perché il Signore guarisca tutte le ferite, che ritorni la fiducia in Dio, la fiducia nell’uomo e questo faccia crescere la possibilità che l’uomo sappia collaborare con Dio.
Come uno che ha vissuto ed è sopravvissuto a questa brutale guerra vi saluto con i più sinceri sentimenti di benvenuto. Non voglio soffermarmi sui momenti bui, ma insieme con voi pregare per un futuro migliore, che non è soltanto importante per la Bosnia ed Erzegovina e i popoli che vi abitano, ma per l’intera Europa e per tutto il mondo.
La preghiera è stata forza per sopportare gli orrori della guerra, però adesso sempre di più si stende la nuvola della disperazione. Ecco perché è importante che da questa città parta il grande messaggio di speranza, il messaggio di energia positiva, che dice: le diversità non sono uno svantaggio ma una risorsa. Da questa diversità, infatti, nasce il bisogno di costruire un mondo in cui nella convivenza e nella tolleranza si possa sperare in un futuro migliore.
Qui desidero citare le parole che il beato papa Giovanni Paolo II doveva dire a Sarajevo l’otto settembre 1994, ma non potendo venire queste parole le ha inviate: la Dichiarazione dei diritti dell’uomo è uno dei primi pilastri verso l’edificazione della pace. La guerra è contro l’uomo. Se si vuole evitare la guerra è necessario assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo tra i quali occupa il primo posto il diritto alla vita di ogni uomo, dal momento del concepimento fino alla morte naturale.
Esistono anche altri diritti, per esempio la libertà religiosa e la libertà di coscienza, che dirigono i principi della convivenza degli uomini nell’ambito spirituale. Il Concilio vaticano II ha dedicato a questi diritti una dichiarazione particolare, la dichiarazione sulla Dignità della persona, la Dignitatis humanae.
La convivenza del singolo e dei popoli innanzi tutto deve fondarsi sui “diritti dei popoli”. Come ogni singolo uomo, così anche ogni popolo ha diritto di esistere, ha diritto di sviluppare il proprio patrimonio culturale. Esso è fonte di ispirazione per le famiglie che educando i figli, trasmettono alle generazioni future i beni culturali della patria.
“… Così nasce la pace nel rispetto dei diritti della persona e dei diritti dei popoli; così si edifica e si difende la pace”.
Noi siamo consapevoli che la pace è un compito grande. Siamo consapevoli di non essere i padroni di noi stessi, ma secondo il diritto Divino, facciamo parte di una grande famiglia; partendo dalla famiglia della nostra Chiesa locale dell’arcidiocesi di Vrhbosna, della Chiesa cattolica in Bosnia ed Erzegovina, come anche della Chiesa universale Cattolica, e guardando in senso politico anche dell’integrazione Europea. Per questo è necessaria la solidarietà del mondo nell’impegno per costruire la pace e allargare i nostri orizzonti. In primo luogo ci affidiamo a colui che è la nostra pace, il Cristo Signore risorto che ci dona la sua pace, non come lo dona il mondo, dove la legge del più forte sembra comandare, ma la pace nella quale ogni essere umano è creato da Dio, amato, redento da Cristo; così costituiamo la comunità dei credenti nella via d’amore e di pace.
Per questo vi sono grato per la Vostra presenza, per la partecipazione a questa preghiera comune per la pace, per l’uguaglianza, per la dignità di ogni uomo. Vi ringrazio perché in questi giorni siete uniti con noi cattolici e con tutti i cittadini di questo paese. Grazie per ogni gesto solidale nell’edificazione della pace.
Che Dio accolga le nostre preghiere, benedica la comunione e doni la sua pace ai cuori, alle famiglie, ai popoli e a tutti i paesi del mondo.
Amen!
 

Messaggio del papa per l'Incontro di Sarajevo
Benedetto XVI

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