Il 18 dicembre 2003 veniva inaugurata ufficialmente l'attività dell'ospedale "Comunità di Sant'Egidio" di Bissau, restaurato dopo la guerra civile. In realtà, l'ospedale era, almeno in parte, già attivo: gli ambulatori infatti erano stati riaperti già dal 20 ottobre 2003. La terapia, non era mai stata interrotta, nonostante la struttura fosse stata devastata dalla guerra civile.
In un anno di attività, gli ambulatori hanno assunto in cura 3100 pazienti, per lo più affetti da tubercolosi o altre malattie polmonari.
Tutti ricevono con regolarità e gratuitamente i medicinali necessari.
Circa 400 i ricoverati da gennaio a dicembre. I posti letto disponibili sono stati utilizzati, finora, per il 50-60%.
Il reparto bambini (con i primi piccoli pazienti giunti dall'ambulatorio pediatrico estivo) funziona a pieno ritmo dall'estate. Una convenzione con alcune strutture sanitarie pubbliche italiane assicura ai piccoli pazienti che ne abbiano bisogno, di poter ricorrere a interventi specialistici in ospedali italiani.
Il servizio di radiologia ha eseguito circa 3800 radiografie; anche questa prestazione è fornita gratuitamente a tutti. E' il servizio più affollato, perché vi afferiscono anche i pazienti degli altri ospedali, da ogni parte del paese. Si tratta, infatti, dell'unico laboratorio di radiologia gratuito della Guinea Bissau.
La struttura fornisce un elevato standard di assistenza. Ogni persona, al momento del ricovero, riceve, oltre all'asciugamani e le lenzuola pulite, un pigiama nuovo, realizzato nella sartoria dell'ospedale (nella foto) .
Nelle stanze, tutte con bagno, i letti sono dotati di zanzariera, comodino ed armadietto personale dove riporre le proprie cose.
I pazienti ricoverati seguono una dieta appropriata e personalizzata. Una corretta alimentazione, infatti è un elemento fondamentale per la guarigione. Ogni pomeriggio possono ricevere visite: così sono tante le famiglie che si raccolgono nel bel giardino che circonda l'ospedale.
L'ambiente pulito, arioso, la cortesia del personale di assistenza, suscitano una piacevole sorpresa in chiunque entra nell'ospedale. Non si tratta di un luogo che parla di dolore, ma di speranza. |