Il 28 giugno, mentre l'Europa rifletteva sul significato del nuovo muro rappresentato dalla Brexit, la Comunità di Sant’Egidio ha presentato al Parlamento Europeo un nuovo ponte, quello dei corridoi umanitari, in una conferenza intitolata “The humanitarian corridors: a replicable civil society initiative in the migrant crisis”.
La conferenza è stata presieduta da Hilde Kieboom, vicepresidente della Comunità di Sant’Egidio, alla presenza del vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.
Davanti ad un pubblico attento e numeroso, tra cui vari membri del Parlamento Europeo di diversi Paesi (Italia, Belgio, Ungheria, Polonia) e di diversi partiti (PPE, PSE, Verdi), Mauro Garafolo della Comunità di Sant’Egidio e Paolo Naso della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, hanno illustrato il progetto, che nelle ultime settimane ha già portato circa 300 rifugiati sirani dal Libano all'Italia. Si è sottolineata l'importanza per i profughi più vulnerabili di poter raggiungere l'Europa in modo legale e sicuro, con un visto umanitario e soprattutto non attraverso un barcone ma a bordo di un aereo. I promotori prevedono che entro la fine dell'anno grazie ai corridoi umanitari potranno essere portati in salvo tra 1000 e 1500 profughi, uomini, donne, anziani e bambini.
Secondo Eugenio Ambrosi, direttore dell’International Organization for Migration (IOM), "la crisi migratoria’ non esiste, esiste soltanto ‘la crisi della solidarietà e dell’accoglienza in Europa". Giulio di Blasio del Gabinetto di Federica Mogherini, Alta Rappresentante dell’Unione Europea e vice-presidente della Commissione Europea, ha sottolineato l’originalità dell’iniziativa dei corridoi umanitari, che coinvolge la partecipazione attiva della società civile, delle Chiese e dei cittadini europei.
Il vice-presidente Tajani e tutti gli oratori hanno auspicato che quest’iniziativa, una ‘best practice’ al livello europeo, possa presto essere adottata anche dagli altri Paesi europei. |