Intervenendo all’inaugurazione del meeting internazionale “Strade di Pace” promosso in Germania dalla Comunità di Sant'Egidio, il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, si chiede quale ruolo possa il continente europeo. “L’Europa non è solo conoscenza scientifica o mercato economico”, ma un ideale dove “i valori ci spingono a stare insieme”, ed il primo valore è la libertà. “ma spesso questo ideale lo abbiamo calpestato”.
Se l’Europa è uno spazio pacificato, dove vige la libertà religiosa e nessuno stato applica la pena di morte, dobbiamo ricordare che “la pace non è un bene acquisito”. Riflettendo sulla violenza terroristica, afferma che “non possiamo tollerare che questo seme di zizzania si sparga per l’Europa, perché davanti al terrorismo non è questione di essere cristiani o musulmani”, perché spesso gli attacchi hanno colpito cittadini di fede musulmana, come a Tolosa o a Parigi.
Per Tajani, le scuole devono prevedere programmi di educazione al dialogo interreligioso nelle nostre scuole e chiede “un islam europeo in modo tale che gli imam possano predicare nella lingua di quel paese” senza rischiare che i giovani musulmani ascoltino il Corano nelle traduzioni fasulle di chi li spinge a combattere.
La politica migratoria, per il presidente del Parlamento Europeo, va governata, aprendo dei canali “per chi i rifugiati ma anche dei flussi per i migranti economici”, evitando che chi arriva lavori come uno schiavo nelle nostre campagne per pochi euro al giorno o se donna sia costretta a vendere il proprio corpo. Ma avere una politica migratoria vuol dire anche non avere campi di concentramento fuori controllo e privi di protezione in Libia. “Contro i trafficanti di esseri umani – ha affermato Tajani, occorre se necessario anche l’intervento delle forze di polizia europee a protezione dei migranti”.
Infine, il presidente del Parlamento Europeo propone un piano Marshall per l’Africa: “i 4 miliardi messi a disposizione dal parlamento europeo sono insufficiente, ne servirebbero 40 per far crescere il continente africano, i cui interlocutori naturali siamo noi europei”.
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