Allegria e stupore sui volti degli Amici, ma soprattutto delle autorità cittadine e dei numerosi ospiti all’inaugurazione della mostra Noi, l’Italia a Novara. L’antica biblioteca dell’ Archivio di Stato ha ospitato le opere e le istallazioni che narrano un’altra Italia, quella migliore, bella, profonda, umana. Quella che non si vede dalle cronache, ma che si esprime attraverso i colori e le forme del lavoro degli Amici.
“Disabili? Iperabili!” ha detto aprendo gli interventi delle autorità il Prefetto Giuseppe Amelio: “Vedono e capiscono molto più di quello che vediamo e capiamo noi! Grazie, Amici!”.
Ai giovani – presenti all’inaugurazione – si è rivolta l’Assessore alla Cultura del Comune, Paola Turchelli: “Visitare questa mostra è importante per scoprire che la disabilità è ricchezza e non povertà, bellezza e non oscurità”. Il sindaco, a sua volta, si è complimentato con Giuse Fiaccabrino, che a nome de Gli Amici ha portato il suo saluto convinto ed entusiasta: riferendosi ai gravi problemi delle risorse per il welfare ha concluso: “Se mancano i soldi, mettiamoci insieme: faremo grandi cose!”.
L’Assessore alla Cultura della Provincia di Novara, Alessandro Canelli, ha condiviso la sua impressione di speranza e di senso del futuro de Gli Amici: “C’è qui la forza di superare tutte le difficoltà. Gli scritti sarebbero da imparare a memoria”.
Un puntuale apprezzamento alle opere è venuto da Franco Terzera che, citando un articolo del Sole 24 ore, ha ripreso la necessità per l’Italia di tornare all’impegno del dopoguerra, un impegno espresso da Gli Amici che “hanno la forza e il genio della ricostruzione. Non artisti di serie B, ma artisti veri, completi, comunicativi di contenuti anche problematici, ma pieni di quel senso di umanità che ci manca”.
La direttrice dell’Archivio di Stato ha comunicato la sua esperienza: “Qui si impara ad ascoltare e a vivere: la nostra superficialità si ritrova dentro la profondità di questi artisti. La bellezza di concludere le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia con questa mostra ci aiuta a uscire dalla retorica e ad entrare nella verità della vita”.
Il maestro Bruno Polver si è divertito con i disabili: “Mi sento sottilmente insidiato da questi lavori! La bellezza dei vostri lavori mi colpisce molto. In genere chi crede di saper dipingere, fa cose banali; chi invece crede di non essere un artista, lo è veramente, chi parte dal suo limite si esprime con la sincerità e la concretezza, la bellezza di opere come queste. Non c’è niente di più bello!” .
Al senso di appartenenza ha fatto riferimento Daniela Sironi della Comunità di Sant’Egidio: “Gli Amici custodiscono il segreto dell’umanità: la debolezza, il bisogno degli altri. Essere insieme è la forza degli Amici. E’ il futuro del nostro Paese: ripartire con chi è più debole per scoprire che di nessuno si può fare a meno e che dal più debole spesso viene una forza che trascina tutti, proprio come questa mostra che ci entusiasma”. L’appuntamento al 20 ottobre per la premiazione dell’opera che è piaciuta di più ha concluso una mattina piena di applausi, sorrisi, ma anche di silenzi in ascolto dei colori e delle parole della mostra che, davvero, a tutti ha molto da insegnare. |