Il porticato trasformato in un’enorme sala da pranzo (anzi, da cena) a cielo aperto. E' l’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio organizzata in collaborazione con l'Università di Genova per aprire le porte dell’ateneo genovese ai poveri, ai senzatetto, alle persone in difficoltà che vivono spesso a pochi metri dalle aule dove giovani e ragazze studiano ogni giorno.
Una cena offerta ai poveri, nel cortile, nell’androne, nel cuore del palazzo di via Balbi 5, sede delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze politiche, ma anche e soprattutto del Rettorato.
L’appuntamento ha preso il via pochi minuti dopo le 19, quando Sergio Casali, della Comunità di Sant’Egidio, ha dato il benvenuto agli amici senza dimora: "Qui oggi si confrontano, ma soprattutto si mischiano – ha detto prima dell’accensione dei fornelli - due volti della stessa città. Quella dei poveracci, dei disperati che sopravvivono quotidianamente e la notte finiscono a dormire sotto i ponti, e quella degli studenti, degli universitari che s’impegnano per assicurare un futuro alla città, anche a chi è meno fortunato".
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