Sono iniziate la settimana scorsa, e raccolgono centinaia di bambini, le Scuole della Pace in Albania: a Babru, in periferia di Tirana, e a Lezha.
Scuola della pace in Albania
A Babbru, periferia di Tirana...
Questo è il primo anno che facciamo la Scuola della Pace a Babbru, un quartiere alla periferia di Tirana che in questi ultimi anni ha visto crescere a dismisura il numero dei suoi abitanti, perché in tanti, dal Nord dell’Albania, sono arrivati nella capitale alla ricerca di una vita migliore. Hanno costruito delle casette di due stanze - in realtà delle baracche in blocchetti di cemento, senza acqua nè luce - e pian piano cercano di renderle più simili ad una casa.
E’ un quartiere molto povero, che assomiglia per tanti aspetti alle borgate romane degli anni ’60. I bambini sono tantissimi: alla scuola di base, corrispondente alle nostre elementari e medie, sono iscritti 1.700 alunni. La scuola è in pessime condizioni, manca tutto. Non ci sono i vetri alle finestre, disattivati gli impianti dell’acqua e della luce, del riscaldamento nemmeno a parlarne nonostante a Tirana faccia molto freddo d’inverno. Il cortile è attraversato da una fogna a cielo aperto. Le aule non bastano per tutti e così si va a scuola in tre turni, dalle 7 alle 17, con lezioni di 35 minuti. Sono tanti, troppi, i ragazzi che abbandonano presto la scuola per qualche lavoretto o per la strada.
La scuola della pace del Paese dell’Arcobaleno ha già più di centoventi iscritti. I bambini sono entusiasti ma soprattutto si stupiscono di tutto: i canti, la pittura, le attività… tutte cose mai viste! E poi, soprattutto, l’amicizia li ha conquistati: dai piccoli che fanno la fila per farsi abbracciare da noi grandi, ai ragazzi adolescenti che volevano fare un po’ i duri e ora ci confidano la loro paura per la vita difficile e anche violenta che vedono intorno a loro.
“Non vale la pena morire per 600 euro, come un amico di mio padre…questa vita non mi piace” – ha scritto Altin. Hanno nel cuore tanta paura, paura della violenza, paura del futuro… e così poche parole per spiegare la vita ed il mondo diverso in cui vorrebbero vivere. Parlare di pace e vivere queste settimane di amicizia vera e gioiosa è l’inizio per loro del mondo diverso che sognano.
“Tornerete ancora?”– ci hanno chiesto. “Sarebbe il regalo più bello che potreste farci!”. Ed è sicuro che torneremo.
... A Lezha, nella scuola Gj.Kastriot
Se a Babbru la Scuola della Pace è una novità, a Lezha è ormai un appuntamento, una piccola tradizione. E’ infatti il quarto anno che veniamo qui presso la scuola pubblica Gj. Kastriot. Una scuola nel centro della città, che la Comunità ha tanto aiutato in questi anni, ed ora è piuttosto bella ed attrezzata.
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Anche qui, sono più di cento i bambini di tutte le età che si incontrano ogni mattina per trascorrere insieme la giornata. Giochi, amicizia, festa, sostanziose merende... ma non solo!
Qui si parla anche di grandi temi: di ingiustizia e disuguaglianza nel mondo e si impara che nessuno è tanto povero da non poter aiutare un altro.
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Per questo, dalla Scuola della Pace di Lezha si guarda il mondo. I ragazzi hanno appreso che tanti loro coetanei, in Africa e in Asia, non possono andare a scuola, perché nel loro paese non c’è o perché devono lavorare.
Alla Scuola della Pace non solo si parla dei problemi, ma si cerca di aiutare a risolverli. E’ per questo che a Lezha, sono tutti impegnati in questi giorni per preparare un gioco “lotteria”, con il quale si raccoglieranno i contributi da inviare, in segno di solidarietà, ad una scuola della pace del Mozambico.
Elena Sibani |