Dal nord al sud dell’Albania, le Scuole della Pace estive raccolgono
centinaia di bambini albanesi e rom. I racconti e le notizie.
Quest’estate, in Albania, quasi ogni settimana si apriva una nuova scuola: sono state decine, infatti, le Scuole della Pace estive della Comunità di Sant’Egidio, che hanno raggiunto anche tante nuove località. Da Tirana a Lezha, fino a Scutari, sono stati coinvolti ogni settimana centinaia di bambini piccoli e grandi, albanesi e rom. Per questi in particolare, si è trattato spesso della prima esperienza di scolarizzazione.
Nelle Scuole della Pace si è parlato del mondo, della condizione dei bambini in Africa, in Asia, in America Latina, costruendo una sorta di “treno” ideale, che partendo dal proprio paese attraversa i continenti.
La solidarietà infatti si nutre anche di conoscenza degli altri, delle loro storie e dei loro problemi. Per questo i bambini, a centinaia, “sono partiti”, in ogni scuola, per un viaggio di conoscenza del mondo, di apertura agli altri, il modo migliore per crescere con sentimenti di pace.
La scuola Fan Noli, a Tirana, è ormai luogo tradizionale della Scuola della Pace estiva della Comunità, come lo è il villaggio di Berxhite, dove anche il direttore della scuola primaria statale ha seguito ogni giorno le attività, al termine delle quali ha scritto in una lettera: “Ringrazio ancora una volta la Comunità per quello che ha realizzato in questa scuola, per il livello alto e diversificato delle attività che educano i bambini alla pace, all’amicizia e al rispetto dell’ambiente”.
Andando verso nord, sulla strada verso Elbasan, a mezz’ora di viaggio da Tirana, sulla collina, si incontra un villaggio che si chiama Ibe. Anche lì il direttore della scuola conosce la Comunità da anni. Per questo tutto il villaggio aspettava l’inaugurazione della Scuola della Pace: le mamme, gli anziani, i giovani e tanti, tanti bambini.
La scuola di Shen Gjin, un villaggio nel distretto di Lezha, e’ stretta fra il mare e la montagna, al centro del villaggio: la Comunità l’ha completamente ricostruita ed arredata 3 anni fa, durante la guerra del Kosovo, perché potesse accogliere i bambini profughi. A Shen Gjin tante famiglie rom, tutte poverissime, abitano case in parte distrutte.
Pochi i bambini che vanno a scuola. La maggior parte è trattenuta dalla vergogna per gli abiti troppo logori, o dal bisogno di lavorare - raccogliendo le lattine di alluminio - per aiutare la famiglia.
Per il secondo anno consecutivo la scuola si e’ aperta per loro d’estate, per un corso di alfabetizzazione in lingua albanese.
Alla periferia di Scutari, la città più importante dell’Albania settentrionale, negli ultimi anni sono giunte tante famiglie dai villaggi delle montagne circostanti. Molte di esse vivono ancora oggi in condizioni disagiate.
Per loro, per la prima volta, si è aperta quest’anno la Scuola della Pace. Si sono iscritti più di 150 bambini. Alla fine della prima settimana, si è fatto festa per le strade della città: un coloratissimo trenino, realizzato dai bambini più piccoli, ha attraversato scenari dipinti dai più grandi, rappresentanti i diversi continenti. Lo stupore di tanti, giovani e anziani, si è trasformato presto in una festa in piazza, a cui hanno partecipato veramente tutti.
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