Il 23 giugno si è tenuta l’inaugurazione della nuova chiesa di Rovereto sulla Secchia, dopo che la chiesa madre era stata resa inagibile dalla scossa di terremoto del 20 maggio 2012 e ulteriormente colpita dal sisma del 29 maggio. In quell’occasione il parroco don Ivan Martini morì colpito da un crollo, mentre cercava di mettere in salvo alcuni oggetti sacri tra cui una statua della madonna.
La presenza di don Ivan era significata dal suo calice, posto sull’altare. Come ha raccontato il suo successore, don Andrea Zuarri, dopo che era stata fissata la data di inaugurazione della chiesa, si è scoperto che essa sarebbe avvenuta nella stessa data e nello stesso orario della sua ordinazione, occorsa esattamente quarant’anni prima, il 23 giugno 1973.
La chiesa è stata costruita con il contributi di vari donatori tra cui la Comunità di Sant’Egidio, Caritas ambrosiana e un lascito testamentario dello stesso don Ivan stesso. Rievocando la visita di Benedetto XVI a Rovereto del 26 giugno 2012, il vescovo di Carpi, mons. Cavina nella sua omelia ha sottolineato come la costruzione della nuova chiesa sia il segno della verità delle parole del Papa emerito: “non siete, e non sarete, soli”.
A Rovereto vivevano, prima del sisma, circa 4000 persone. Oggi sono rimasti in 2500. Per tutti loro, l'apertura della chiesa è l'occasione per condividere i momenti di dolore e di gioia, per tornare, cioè ad essere una comunità.
Sant'Egidio è stata vicina nei momenti difficili del dopo terremoto e non ha voluto dimenticare, anche dopo l'emergenza, l'esigenza di essere solidali, condivide oggi la gioia di questa comunità per questa nuova tappa della ricostruzione non solo degli edifici, ma della vita.
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