Questa estate nella Comunità di Sant’Egidio di Kiev è iniziata una nuova storia di amicizia. Gli studenti del movimento “Giovani per la pace” hanno fatto conoscenza con gli zingari venuti a Kiev in estate per lavori stagionali. In Ucraina gli zingari abitano soprattutto nei villaggi delle regioni occidentali e meridionali. Vivono molto poveramente, poiché è difficile trovare lavoro e ricevere un’istruzione.
Gli zingari si sono sistemati in una discarica abbandonata di rottami di ferro, lontano dai centri abitati. Si guadagnano da vivere riciclando il metallo. Nel campo ci sono molti bambini.
La Comunità è andata al campo ogni settimana per far festa. I bambini erano molto contenti, ogni volta se ne radunavano circa 30, dai 3 ai 15 anni. Tutti insieme si cantavano belle canzoni (perfino una in ungherese), si ballava e si facevano giochi divertenti e istruttivi. Talvolta era difficile capire i bambini (non tutti parlano in russo e in ucraino) e perciò ogni volta qualcuno degli adulti veniva alla festa per aiutare a tradurre.
Gli studenti del movimento dei “Giovani per la pace” hanno anche cercato di insegnare ai bambini l’importanza dell’igiene personale. Perciò ogni volta, durante la festa, prima della merenda i bambini si lavavano le mani.
Alla fine dell’estate i “Giovani per la pace” hanno anche fatto visita agli zingari a casa, in Transcarpazia, nel villaggio di Russkie Komarovcy. Qui gli zingari vivono nell’ultima via del villaggio, in case che si sono costruiti da soli. Ci abitano in totale circa 100 famiglie di rom. Molto spesso una famiglia composta da una decina di persone è costretta a vivere in case piccole, ma ben curate.
Ai “Giovani per la pace” è stata fatta un’ottima accoglienza. In una casa è stato offerto il caffè, buono come quello italiano! Spesso in una stessa casa vivono più generazioni. Gli adulti sono molto preoccupati del fatto che i figli non ricevano un’istruzione.
Nella scuola locale i maestri non prestano adeguata attenzione ai bambini zingari: spesso i bambini a scuola non apprendono, ma soltanto frequentano, perciò accade che dopo la terza classe smettano di andare a scuola. I rom, però, che conoscono l’importanza dell’istruzione, organizzano con i propri mezzi per i propri figli luoghi di studio dove sono ingaggiati i maestri.
Anche i “Giovani per la pace” sono stati invitati a organizzare la Scuola per la pace per i bambini rom. |