La Comunità di Sant'Egidio di Livorno ha promosso, assieme alla Comunità Ebraica, la memoria della deportazione degli ebrei livornesi.
Gli ebrei furono arrestati nelle loro case e inseguiti nei luoghi in cui erano sfollati, tra il dicembre del '43 e il gennaio del '44; tra loro anche un folto gruppo di famiglie, di origine italiana, che erano state rimpatriate dopo l’occupazione della Grecia nel 1941 e che si erano stanziate a Livorno, probabilmente per antichi legami familiari o materiali con la città.
Al mattino centinaia di studenti della scuole superiori hanno partecipato alla lezione aperta sul rapporto tra la città e la sua comunità ebraica, tenuta dalla prof.ssa Frattarelli Fisher dell'Università di Pisa, ed hanno ascoltato commossi le testimonianze di Piera Rossi, Gabriele Bedarida, Edi Bueno e Piera Lini, scampati alla deportazione grazie all'aiuto di amici, conoscenti e, in molti casi, degli ordini religiosi.
Successivamente un affollato corteo ha sfilato silenziosamente lungo le vie del centro da sempre teatro della vita religiosa e civile della comunità ebraica livornese, sostando presso le “pietre di inciampo” dedicate ad Isacco Bayona e Frida Misul, testimoni coraggiosi dell'orrore della Shoah per almeno due generazioni di studenti livornesi.
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