30 gennaio 1944 - 30 gennaio 2014: settant'anni dopo la partenza del convoglio che condusse ad Auschwitz Liliana Segre e altri 604 deportati, la sera dello scorso 30 gennaio, in tanti, tra cui molti giovani, si sono riuniti al Memoriale della Shoah (Binario 21), il luogo nella Stazione centrale di Milano da cui partirono i convogli verso i campi di sterminio.
Dal 1997, ogni anno la Comunità di Sant’Egidio, insieme alla Comunità Ebraica di Milano e a tanti cittadini fedeli a questo appuntamento, ha ricordato le vittime della Shoah e di tutti genocidi del Novecento.
La testimonianza di Liliana Segre ha commosso i presenti con il ricordo di suo padre Alberto, deportato con lei, sua unica figlia di 13 anni e di Susanna, la donna semplice, non ebrea, che lavorava in casa dei suoi nonni, deportati anche loro. L’attaccamento e l'affetto di Susanna ai nonni di Liliana Segre resta un esempio della “banalità del bene” e di una scelta per il bene che tutti possono fare.
Un’altra testimone d’eccezione, Vera Vigevani Jarach, ebrea italiana rifugiatasi in Argentina con la famiglia in seguito alle leggi razziali, divenuta poi “madre e nonna di Plaza de Mayo”, come lei stessa si è definita, ha parlato con entusiasmo e speranza ai giovani lanciando un forte appello: “Nunca mas! (mai più)” ma anche “sì sempre” la solidarietà.
Nelle parole del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Massimo Bray, presente alla commemorazione, è risuonato il monito di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
L’incontro è stato accompagnato dalla musica di Jovica Jovic, musicista rom che ha ricordato lo sterminio dei rom e dei sinti durante la seconda guerra mondiale. |