Domenica 23 febbraio alle ore 11:30 la Comunità di Sant'Egidio di Trieste ricorderà i nomi di chi è vissuto e morto per la strada durante la liturgia alla chiesa del Cuore Immacolato di Maria presieduta dal parroco padre Renato Caprioli. Una sequela di nomi verrà scandita durante le preghiere dei fedeli, accompagnando ogni nome con l'accensione di una candela, a testimonianza che il ricordo della morte di un povero, che avviene spesso nell'indifferenza di molti, è invece vivo nel cuore della Chiesa.
La messa in ricordo di chi è morto per strada è un rito che Sant'Egidio ha iniziato dopo il 1983, anno della morte di Modesta Valenti, donnna senza fissa dimora di origini friulane, morta per strada senza essere soccorsa dall'ambulanza perchè era sporca e aveva i pidocchi. La triste vicenda di Modesta rappresenta lo scandalo di una profonda ingiustizia sociale che continua a perpetrarsi a danno degli ultimi tra gli ultimi, i senzatetto, ed è allo stesso tempo il nome per il quale ogni anno si celebra, nel cuore dell'inverno, questa la messa speciale in molte città d'Italia e d'Europa.
Il ricordo a Trieste inizia da Enore, morto nel 2004, per la Comunità di Sant'Egidio "il primo amico perduto" per il freddo in dieci anni di servizio ai senzatetto, nome al quale ne seguono altri dodici.
Al termine della celebrazione verrà consegnato a tutti i fedeli un fiore, segno di bellezza e rinascita nel Regno di Dio, particolarmente per chi ha patito la bruttezza della sofferenza su questa terra. |