Carissimi,
due discepoli stavano camminando sulla strada per Emmaus quando uno straniero li incontrò. Parlavano del Signore. Dopo aver camminato insieme per un po', si sedettero (insieme) ed Egli spezzò il pane. Dal modo in cui questo straniero spezzò il pane con loro, essi lo riconobbero: era il Signore (cfr Lc 24, 13-35).
Egli era stato presente in mezzo a loro per tutto il tempo, ma essi non erano in grado di riconoscere la sua vera identità. La sua presenza tra loro illustra quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo di oggi: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro "(Matteo 18: 20).
Infatti, il nostro Signore è un Dio che non è lontano; Egli è tra di noi quando ci riuniamo nel suo nome. Il suo stesso nome "Emanuele", così come è stato chiamato dall’Angelo, "Dio è con noi", riflette la sua presenza tra di noi e descrive il suo rapporto con noi. È un rapporto di “essere con” e non “per” o “al di sopra”.
E questo, cari fratelli e sorelle, ci mostra che nostro Signore desidera essere in mezzo a noi; mostra che Egli vuole mescolarsi con noi per permetterci di tornare allo stato di gloria in cui eravamo un tempo. Un Padre della Chiesa del V secolo, San Giacomo di Sarough, "l'Arpa dello Spirito Santo" e un grande dottore della Chiesa siro-ortodossa, descrive questa idea in questo modo:
[segue citazione in lingua siriaca]
che può essere tradotto così:
"La compassione si mescolò con gli esseri umani che si erano smarriti;
Con tale commistione, Tu li ha trovati per ricondurli indietro:
Sei diventato [uno] di noi e qui Tu sei il nostro compagno;
Emanuele, che è venuto a liberare gli schiavi di Suo Padre"
Oggi, è diventato difficile essere consapevoli della presenza di Dio tra noi, in mezzo a tutti i problemi e le difficoltà della vita. In realtà, le nostre vite quotidiane sono cariche di esperienze travagliate tali che talvolta diventiamo incapaci di vedere le piccole cose che mostrano chiaramente che Dio è presente in mezzo a noi e con la Sua divina provvidenza si prende cura di noi.
Per evitare tale “cecità spirituale” il Salmista cantava: "Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge "(Salmo 119: 18). Una volta aperti gli occhi della nostra mente, possiamo vedere la presenza di Dio in mezzo a noi nei piccoli eventi della nostra vita e apprezzare la grandezza e la maestà del nostro Creatore.
Dio è presente in mezzo a noi, fratelli e sorelle, quando vediamo la speranza negli occhi di un bambino costretto a lasciare la sua casa e la sua città di Mosul in Iraq per un destino sconosciuto. Tale speranza questo bambino conserva perché crede che Gesù Cristo è con lui ed egli non sarà deluso, proprio come Dio camminava innanzi al popolo di Israele in una colonna di nube e di fuoco durante il suo esodo dall'Egitto (cfr Es 13: 21).
Dio è presente in mezzo a noi, quando vediamo un padre che ha perso tutta la sua famiglia - padre, madre, moglie e due bambini – a causa di barbarici atti omicidi avvenuti a Sadad, in Siria – ed è ancora in grado di sorridere serenamente e di sottomettersi felicemente alla volontà di Dio che egli sa essere vicino a sé nella sua angoscia.
Infatti, che cosa sono questi esempi, se non l’espressione della potenza dello Spirito Santo che rafforza e dona la pace interiore in mezzo a un mondo travagliato?
E cosa succede quando siamo in grado di vedere che Dio è con noi?
Siamo in grado di raccogliere i frutti dello Spirito Santo: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé "(Galati 5:. 22- 23). In verità vi dico: noi siamo in grado di celebrare, nonostante la miseria che possiamo incontrare e la disperazione che ci potrebbe circondare. I frutti dello Spirito Santo sono dolci e portatori di vita. Anzi, ci permettono di rivelare il vero significato della nostra vita, che è quello di celebrare Dio e la Sua presenza in mezzo a noi.
Che il nostro Signore Gesù Cristo, presente in mezzo a noi che ci siamo riuniti nel Suo nome, ci benedica con la sua grazia e ci conceda di sperimentare sempre di più la sua presenza tra noi.
Amen.
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