«Cristo è la forza che deve trasformare la storia. E la Chiesa deve parlare di più di Cristo. Altrimenti si comporta come un allenatore che ha in squadra Maradona e Messi e li tiene entrambi in panchina». Monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e assistente della Comunità di sant'Egidio, sorride. Il suo nuovo libro, Cercando Gesù (edito dalla Piemme), scritto con il presidente di Rai Cinema Franco Scaglia, si apre e si chiude a Gerusalemme, è fortemente segnato dall'atmosfera della Settimana Santa e della Pasqua, ha accenti dolenti, anche drammatici, che richiamano i calvari medievali e La Passione di Cristo di Mel Gibson; ma nel fondo porta un messaggio di gioia.
«Nell'era del primato della scienza, dell'apparente dominio della tecnologia, la Chiesa ha in realtà una chance formidabile: l'alleanza tra cristianesimo e umanesimo - dice monsignor Paglia -. Dopo tre secoli di primato della ragione senza Dio, sintetizzati da de Lubac con la formula del «dramma dell'umanesimo ateo», si apre un'era completamente diversa. Se Nietzsche annunciava la morte di Dio, e se nelle stragi dei totalitarismi e negli eccessi del capitalismo è morto anche l'uomo, Dio e l'uomo rinascono insieme in una sola persona: Gesù. Eppure troppo spesso gli uomini di Chiesa parlano d'altro. Si perdono in questioni di potere. Danno un peso financo eccessivo alla ragione. La ragione può sostenere la fede nel cammino verso Dio, non può sostituirla. Il Papini de Un uomo finito, che si arrende all'impossibilità di elevare l'uomo alla divinità, mi ricorda la ricerca di Agostino: la consapevolezza dei nostri limiti non è la fine, ma l'inizio; l'uomo parte dalla ragione, ma non arriva in fondo senza la fede».
Per il Papa, il libro di Paglia ha parole di grande ammirazione e affetto, definisce straordinaria la scelta di un Pontefice di liberare la scrivania e l'agenda per scrivere un libro su Gesù, che dovrebbe completare la trilogia dedicata da Benedetto XVI alla figura del Cristo; così come riconosce che sulla tragedia della pedofilia il Papa ha imposto una linea netta e coraggiosa. Ma è vero pure che, secondo Paglia, «non pochi uomini di Chiesa non colgono appieno la sua grande potenzialità di parlare al mondo moderno e di orientarlo. Per questo fa bene Benedetto XVI a insistere su una "nuova" evangelizzazione".
«Un anno fa abbiamo avuto la primavera araba. Perché non abbiamo la primavera cristiana? Perché dal Sud America non emerge una figura carismatica come quella di monsignor Romero? Perché l'energia sprigionata dal Concilio si è come dispersa? Dobbiamo ripartire dalla figura di Cristo che trasforma la storia. E la trasformazione è efficace se diventa cultura, se riesce a fare alleanza con mondi diversi dal nostro. Come non vedere che l'Europa, piegata dalla crisi finanziaria e sociale, può avere nella Chiesa una forza a difesa dell'uomo e un'alleata per costruire un nuovo umanesimo? E l'alfabeto dell'umanesimo sono le Scritture, in particolare il Vangelo. Spesso è stato così nel passato».
Nel loro libro precedente, il long-seller In cerca dell'anima, i due coautori individuavano il male che logorava l'Italia nell'inerzia. Da allora lo scenario è cambiato, lo spirito di Todi ha contribuito ad aprire una nuova stagione politico-culturale, segnata da un impegno diretto dei cattolici. In Cercando Gesù un prete attento al sociale come monsignor Paglia investiga una dimensione nuova, teologica, legata alle suggestioni anche letterarie dei Vangeli.
Interessanti le pagine sulla diversa natura della resurrezione di Lazzaro, che torna miracolosamente alla propria vita di uomo e quindi morirà di nuovo, e quella del Cristo, che rinasce alla vita dello spirito, e per questo non morirà più, segnando l'inizio di un nuovo mondo. Indimenticabile l'immagine di Giovanni Paolo II, che durante il viaggio in Terra Santa per il Giubileo del Duemila visita il Santo Sepolcro, ma per prudenza viene tenuto lontano dalla scala che sale al Golgota, nel timore che la malattia gli neghi le forze per salirla. Però Wojtyla non vuole lasciare Gerusalemme senza baciare un'ultima volta la roccia che accolse la croce di Gesù. Così nel pomeriggio torna all'improvviso al Sepolcro. I religiosi devono sospendere le funzioni, i turisti vengono letteralmente buttati fuori, e il Papa resta a lungo con la faccia a terra e le braccia allargate: «In quel momento, con la consapevolezza che il cristianesimo iniziava proprio da lì, da dove il palo della croce fu piantato e innalzato sino al cielo, Giovanni Paolo II toccava le vette dei mistici».
Quanto resta oggi degli insegnamenti di Gesù, della sua indignazione, della sua carità, del suo sacrificio? Oggi Gesù vive nei poveri, risponde monsignor Paglia, citando la Elsa Morante de La storia : «Io non sono mai partito da voi. Siete voi che ogni giorno mi linciate, tirate via senza vedermi. Io tutti i giorni vi passo vicino mille volte, mi moltiplico per tutti quanti siete, i miei segni riempiono ogni millimetro dell'universo, e voialtri non li riconoscete...». Per questo - sintetizza monsignor Paglia - «Gesù non è un maestro di morale, e il cristianesimo non è solo un sistema di valori. È la sintesi tra uomo e Dio, è l'incontro con una Persona che scardina l'universo come l'abbiamo conosciuto e rende nuove tutte le cose. Il mondo di domani non attende altro che la Chiesa annunci la sua parola».
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:
Lunedì 19 marzo, ore 18.00, al Teatro Argentina di Roma, presentazione di "Cercando Gesù" di Monsignor Vincenzo Paglia e Franco Scaglia (Piemme). Intervengono Ferruccio De Bortoli, Corrado Passera, Luciano Violante, mons. Salvatore Fisichella. Conduce Monica Maggioni.