Quello appena trascorso è stato il Natale della misericordia per tanti parmigiani. A testimoniarlo è la vera e propria gara di solidarietà che si è scatenata dopo l'appello lanciato alla città dalla Comunità di Sant'Egidio, in vista del tradizionale pranzo di Natale. Alla richiesta di aiuto hanno risposto volontari, aziende, bar, ristoranti, pizzerie, semplici cittadini e tante altre realtà che hanno voluto offrire un contributo (donando generi alimentari, denaro o il proprio tempo) per consentire alla Comunità di organizzare questo appuntamento che, causa la crisi, da ormai alcuni anni è raddoppiato e si tiene in contemporanea in due parrocchie cittadine.
Oltre alla chiesa di San Pietro d'Alcantara in borgo Padre Onorio, che da sempre ospita il pranzo di Natale con i poveri, viene infatti utilizzato il salone della parrocchia di Santa Maria del Rosario, in via Isola. Quest'anno a tavola, assieme ai volontari (circa un'ottantina, molti dei quali giovani), c'erano oltre quattrocento persone. Tra loro anziani, famiglie e bambini. Presenti anche alcuni senza fissa dimora aiutati dagli «Amici del Lunedì», ossia il servizio di assistenza in strada ai senzatetto.
«I due pranzi - spiega Alessandro Chiesa della Comunità di Sant'Egidio - hanno visto la presenza di 427 persone, un'ottantina in più rispetto allo scorso anno. L'aumento è legato in parte alla crescita dei senza fissa dimora, a testimonianza del profondo rapporto di amicizia che si è venuto a creare col passare del tempo».
Assieme ai bisogni è però aumentata anche la disponibilità dei parmigiani. Un importante segno di speranza in questo momento di crisi. «In tantissimi hanno risposto al nostro appello - rimarca Chiesa - e c'è chi ha portato generi alimentari, chi un'offerta e chi invece ha preferito donare il proprio tempo. E` stata una risposta corale della città: senza l'aiuto dei parmigiani non saremmo riusciti a organizzare un evento così grande». L'appuntamento natalizio rappresenta il momento culminante del lavoro portato avanti durante tutto l'anno dalla Comunità di Sant'Egidio. «Il pranzo è pensato - prosegue Chiesa - seguendo l'invito di Papa Francesco di uscire nelle periferie. Ci sono persone senza lavoro, anziani, bambini e famiglie. Persone che si trovano in difficoltà economiche, ma che cercano anche risposte più profonde. Al mio tavolo c'era una famiglia: nessuno aveva lavoro, ma erano ricchi di speranza. Questi momenti dimostrano come i rapporti umani siano più forti della crisi economica».
Il fine delliiniziativa è quello di sottolineare il valore della gratuità, ma anche che una convivenza con tutti i popoli è possibile. «Quest'anno il pranzo era un grande presepe vivente - conclude Chiesa - c'erano i bambini, le mamme, i papà, ma soprattutto si respirava una grande voglia di stare assieme, di coesione».
Nel nome e nelle parole di Papa Francesco
La giornata di Natale per la Comunità di Sant'Egidio si è chiusa con la celebrazione della messa nel pomeriggio, nella chiesa di Santa Caterina. «Abbiamo vissuto il Natale in tutto il suo significato - sottolineano i volontari e gli aderenti alla Comunità - Prima abbiamo partecipato alla mensa del povero e poi alla mensa del Padre». Questo Natale è stato vissuto soprattutto all'insegna della misericordia. «Abbiamo cercato di aprirci a tutti, sull'esempio di Papa Francesco - proseguono - senza fare calcoli o mettere paletti. La grande partecipazione ai due appuntamenti ci ha ripagato».
Il 2016 infine si aprirà con la tradizionale fiaccolata per la pace della Comunità di Sant'Egidio. Il primo gennaio al termine della messa delle 17 - celebrata in Cattedrale dal vescovo Enrico Solmi - la partecipata fiaccolata partirà da piazza Duomo per poi snodarsi per le vie del centro storico.
Luca Molinari
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