| 14 Marzo 2013 |
"Un uomo di governo e di misericordia, per guidare la Curia saprà farsi aiutare" |
Riccardi: "l`ho conosciuto, vuole il ritorno al Vangelo" |
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ROMA - «L`ho conosciuto. È un uomo fermo e buono. Sarà un Papa di Misericordia, un Papa di governo». Andrea Riccardi, ministro in carica per la Cooperazione Internazionale, fondatore della Comunità Sant`Egidio, è il primo (e molto probabilmente l`unico) esponente del governo italiano a conoscere Francesco I. Ed esibisce entusiasmo per la scelta che i cardinali hanno fatto: «È una grande figura».
Ministro, lo stile e il linguaggio del nuovo Papa nel presentarsi al suo popolo sono già un indizio della sua cifra?
«L`avete visto anche voi. Si è presentato con un "buonasera", in maniera semplice, diretta. Un impatto immediato con la gente. E ha insistito molto sulla dimensione pastorale, sul suo essere vescovo di Roma».
Questa sottolineatura come va interpretata?
«Il primato della pastorale è il primato della Misericordia, l`approccio umano che caratterizzerà questo Papa».
La scelta del nome è significativa in un momento delicato per la Chiesa: Francesco. «Sì, esplicita la volontà del ritorno al Vangelo, al Cristo povero, a una Chiesa che vive di fede, di amore. Francesco I sarà un uomo semplice vicino alle persone».
Dove l`ha conosciuto?
«L`ho incontrato a BuenosAires e poi a Roma. So quanto sia attento alle povertà. BuenosAires è una città di grandi contraddizioni, di ricchezze e miserie profonde. Lui è vissuto lì anche ai tempi della dittatura militare».
Ne ha mai parlato?
«Non esplicitamente ma ha tenuto la barra, è un uomo coraggioso, libero di spirito, una bellissima figura di santità e spiritualità, dimesso e profondo».
La sua prima apparizione sembra saldarsi con il congedo semplice di Ratzinger che ha augurato a tutti "buona notte". Francesco I sembra ripartire da lì, da quei toni diretti...
«È il suo stile, un uomo normale senza leaderismi, senza ambizioni personali, allergico all`autoreferenzialità, un uomo di Dio».
Come crede che sarà l'impatto di questo Papa con quell`establishment del Vaticano descritto anche come sistema di potere fin troppo terreno?
«Sarà un impatto deciso e rispettoso delle persone. Le caratteristiche dell`uomo faranno sì che eviterà di isolarsi. Jorge Mario Bergoglio, per quanto ne so, per come l`ho conosciuto, ha sempre creduto nella collaborazione, nella collegialità. È un uomo buono ma molto fermo».
Difronte alla complessità del mondo, come pensa si comporterà? Il dialogo fra le religioni è una questione fondamentale di ogni Pontificato.
«In genere i sudamericani non hanno molta consuetudine con questo tema nevralgico ma non Francesco I. Buenos Aires è una grande città, dove convivono più religioni, ci sono cristiani di altre confessioni, c`è una forte presenza ebraica. Il nuovo Papa sarà un Papa ecumenico. Ne ho già avuto delle prove».
Lei dice che la caratteristica dell`uomo è quella di mescolare fermezza di atteggiamenti con solarità e benevolenza d`animo. Toccherà a lui fare il buon timoniere della Chiesa in un momento tormentato.
«Credo che il suo sarà un programma di governo anche della Curia e si saprà fare aiutare».
In molti hanno notato la scelta di tributare subito un omaggio caldo a Ratzinger sin dalle prime battute del suo discorso.
«Dalla sua bocca sono uscite sempre parole di grande stima per Ratzinger e sono sicuro che attuerà il grande Magistero impostato da Benedetto XVI».
Una curiosità. Anche lei era convinto che il nuovo Papa potesse essere un italiano?
«Ho letto gli esercizi di stampa di questi giorni ma erano autoreferenziali. I cardinali hanno valutato chi potesse essere la figura più adatta per un Pontificato di ricostruzione, chi avesse l`età e l`esperienza per condurre la Chiesa. Francesco I sarà un grande Papa umile e forte».
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