WASHINGTON. È stata eseguita l'altra notte in Florida, malgrado numerosi appelli e proteste, la condanna a morte di un detenuto affetto da problemi mentali. Stando a quanto reso noto dalle autorità penitenziarie, John Ferguson, affetto da schizofrenia paranoica, è stato dichiarato morto per iniezione letale alle 18,17 ora locale (00,17 in Italia). Nella sua ultima dichiarazione il condannato ha di nuovo affermato di essere «il Signore Dio», come era solito fare, secondo il suo avvocato Chris Handman.
Numerose associazioni di malati, medici ed avvocati erano intervenute presso la Corte suprema degli Stati Uniti per chiedere la stop all'esecuzione, ma ogni appello è stato fino all'ultimo respinto. Ferguson, 65 anni dei quali 35 passati nel braccio della morte, è stato condannato per sei omicidi in una vicenda di droga nel 1977 e per altri due assassinii di adolescenti nel 1978. Si tratta dell'esecuzione numero 1.343 dal 1976 negli Stati Uniti, la ventitreesima quest'anno, secondo il conto del Centro d informazione sulla pena capitale.
In un comunicato la Comunità di Sant'Egidio ha sottolineato in una nota che la morte di Ferguson «suscita grande dolore ma anche sdegno per la palese disumanità di una decisione che non tiene conto delle circostanze, già positivamente valutate in diversi gradi di giudizio, che avrebbero consigliato un trattamento più umano del caso». Ciò «fa pensare - si legge nella nota- che una tale severità risponda non tanto ad esigenze di giustizia quanto piuttosto a ragioni attinenti alla ricerca di un facile quanto cinico consenso politico.
Di fronte a una simile preoccupante escalation Sant'Egidio ricorda a tutti che non c'è giustizia senza vita». A luglio erano sorte polemiche in Georgia per I esecuzione, poi rinviata, dalla condanna a morte di un altro disabile, Warren Lee Hill, per l'uccisione di un compagno di cella, nel 1990, mentre era in carcere per l'omicidio della fidanzata. I legali si stanno battendo per salvargli la vita sulla base degli ignoti composti chimici di cui farà uso lo Stato americano del Sud per l'iniezione letale in mancanza di società farmaceutiche disposte a fornire il famigerato Pentobarbital.
Tutti i ricorsi, invece, sono stati esauriti per quanto riguarda una questione ancora più grave: come confermato da parecchi medici govemativi, durante gli appelli degli ultimi anni, il 52enne è «mentalmente disabile» e la sua esecuzione andrebbe contro la Costituzione. Nel 2002, infatti, la Corte suprema degli. Stati Uniti ha dichiarato che mettere a morte un individuo «incapace» viola l'ottavo emendamento della Costituzione, che proibisce punizioni crudeli o eccessive.
(R.E.)