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14 Settembre 2017

In Germania l'incontro di Sant'Egidio

Solo le religioni possono aprire strade di pace

A Munster si è tenuto l'annuale meeting interreligioso proposto dalla Comunità, dal quale è scaturito un forte invito a intraprendere iniziative coraggiose di dialogo

 
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«Solo la pace è santa, uccidere in nome di Dio è un inganno blasfemo ». Questo è il messaggio di centinaia di leader cristiani, ebrei, musulmani, buddisti e di altre religioni asiatiche riuniti dalla Comunità di Sant'Egidio dal 10 al 12 settembre nel più grande incontro interreligioso del 2017. È l'edizione annuale del cammino nello "spirito di Assisi": 31 anni fa, nel 1986, Giovanni Paolo II convocò diversi esponenti religiosi nella città di san Francesco, proponendo di diventare insieme artigiani di pace.
La Comunità di 
Sant'Egidio ha raccolto quell'eredità, che quest'anno arriva a Munster e Osnabruck. Sono le due città tedesche in cui si svolsero le trattative sfociate nella pace di Westfalia, che nel 1648 pose fine alla Guerra dei Trent'anni, il sanguinoso conflitto tra cattolici e protestanti nel cuore dell'Europa. Con quell'accordo s'iniziava ad affermare l'assurdità di uccidere nel nome di Dio.
Ma la Germania è soprattutto il luogo dove nel 1517 Martin Lutero affisse sulla porta della chiesa di Wittenberg il documento noto come le 95 tesi, che sarebbe stato alla base della Riforma. Da quel momento i protestanti e la Chiesa di Roma presero strade diverse, arrivando a uccidersi tra cristiani. Oggi il clima è cambiato: «Siamo qui», dice il fondatore di 
Sant'Egidio Andrea Riccardi, «per rendere omaggio a un evento spirituale che ha mosso le coscienze e toccato persino gli avversari, inducendoli a riformarsi. Un mondo è cambiato, a partire dalla sola Scrittura, da un approccio diverso alla Bibbia». 

Il titolo dell'incontro, "Strade di pace", è stato declinato in diversi scenari, dall'Iraq alla Nigeria, dal Centrafrica al narcotraffico in Messico, dall'ambiente alla salute. Parlando dei migranti, Angela Merkel ha detto che «occorre aprire nuove vie di accesso legale» verso l'Europa. Esponenti religiosi e leader politici (la stessa cancelliera tedesca, i presidenti del Niger e del Parlamento europeo) si sono dunque confrontati secondo l'indicazione contenuta nel messaggio inviato dal Papa: «Le religioni sono chiamate a individuare e aprire strade di pace, senza stancarsi. Non dobbiamo restare indifferenti di fronte alla sofferenza, il primo passo è saper ascoltare il dolore dell'altro, farlo proprio». E così a Munster si è dato ascolto alle città vittime del terrorismo come Barcellona e la capitale del Burkina Faso, ai vescovi siriani, ai difensori dei migranti.
Un esempio concreto arriva da Mindanao, l'isola più vasta delle Filippine, colpita dalle violenze del terrorismo islamista di Abu Sayyaf, gruppo indipendentista che si è ora affiliato all'Isis. Il califfato infatti guarda con sempre maggiore interesse all'Asia e il suo è un marchio che funziona nel mercato della propaganda globale. Il cardinale Orlando Beltran Quevedo, arcivescovo di Cotabato, giunto a Miinster, spiega a Famiglia Cristiana: «La vita quotidiana continua, ma la gente vive nella paura, che fa nascere il sospetto reciproco tra musulmani e cristiani. Da un lato vi è il timore degli attentati, dall`altro la polizia e i vigi
lantes, tollerati dalle forze dell'ordine, arrestano e uccidono senza processi, per il solo sospetto di essere coinvolti nel terrorismo o nel traffico di droga». Continua: «In alcune zone Abu Sayyaf si garantisce l'appoggio della popolazione distribuendo i proventi delle sue attività. Rapisce cristiani e commercianti cinesi per estorcere denaro, cioè usa il nome di Dio per traffici illeciti».
La Chiesa è molto impegnata nel dialogo interreligioso: «Insieme agli ulema musulmani abbiamo condannato il terrorismo e supportiamo il processo di pace, in cui 
Sant'Egidio è una preziosa alleata». Grazie anche alla Comunità, si è arrivati a un accordo tra il Governo filippino e gli indipendentisti islamici del Milf (anche il loro leader era a Munster), che ha posto fine a un conflitto che dagli anni '70 ha fatto 50 mila vittime.
Il cardinale sottolinea l'utilità di "Strade di pace": «L'intransigente condanna al terrorismo di autorevoli esponenti islamici, tra cui Al-Tayyb, ha chiarito che la religione è presa in ostaggio da chi non ha diritto di parlare in suo nome». Si riferisce al grande imam di al-Azhar, incontrato dal Papa in Egitto, che guida il più importante centro teologico sunnita. Le sue parole hanno avuto eco in tutto il globo: «Il terrorismo non è figlio dell'islam, è solo violenza. Le religioni possono proporre un'alternativa all'etica conflittuale che ha spinto il nostro mondo verso ciò che assomiglia a un suicidio di civiltà».
È un concetto simile «all'unificazione spirituale» proposta da Andrea Riccardi: «Non vuol dire omologazione culturale, ma un profondo movimento di dialogo che renda amici, benché diversi: nell'ambiente locale, come sulle scene del mondo. Le religioni possono fare di più, ci vuole più audacia! Ciascun credente può essere operatore di pace, occorre riscoprire che i tesori delle religioni possono fondare la pace».