Fervono i preparativi per la terza edizione dell'Incontro internazionale "Giovani europei per un mondo senza violenza", promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. L'appuntamento, in programma dal 20 al 23 settembre, si svolgerà ad Auschwitz-Cracovia. Secondo una nota degli organizzatori all'incontro parteciperanno duemila giovani provenienti da Cechia, Italia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria. Il programma prevede l'intervento (il 20 settembre) di alcuni testimoni dei genocidi perpetrati dai nazisti contro la popolazione ebraica e contro i Rom durante la Seconda guerra mondiale, Rita Prigmore, donna sinti di Wiirzburg (Germania), vittima degli esperimenti medici nazisti, Bela Varga, internato con la sua famiglia nel ghetto di Szolnok (Ungheria) e Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Il 21 settembre prossimo, poi, i giovani compiranno una cerimonia nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove dopo una marcia silenziosa deporranno ghirlande di fiori al monumento memoriale delle vittime del campo e proclameranno nelle varie lingue l'appello per un mondo senza violenza. Gruppi di studio, un incontro con l'arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanislaw Dziwisz, un'assemblea finale e una fiaccolata dei giovani saranno altri momenti significativi del programma.
La Comunità di Sant'Egidio è stata fondata, a Roma, nel 1968 per iniziativa dell'allora studente liceale Andrea Riccardi (oggi ministro nel governo Monti, ndr) che, nel clima dì rinnovamento del Concilio Vaticano II, cominciò a riunire un gruppo di coetanei per ascoltare e mettere in pratica il Vangelo. Il primo dei servizi forniti, quando l'organizzazione non aveva preso il nome di Sant'Egidio, fu la scuola popolare per i bambini emarginati delle baraccopoli romane. Nella seconda metà degli anni Settanta, la Comunità si radicò anche in altre città italiane e, poi negli anni Ottanta, cominciò a diffondersi in Europa, Africa, America e Asia. Sin dalle origini, il servizio ai poveri e il sostegno ai diritti e alla dignità della persona caratterizzò, assieme alla preghiera e alla comunicazione del Vangelo, la vita della Comunità che ha costruito forme di aiuto e di amicizia per fronteggiare diverse situazioni di povertà e disagio (anziani soli e non autosufficienti, immigrati e persone senza fissa dimora, malati terminali e malati di Aids, bambini a rischio di devianza e di emarginazione, nomadi e portatori di handicap, tossicodipendenti, vittime della guerra, carcerati e condannati a morte). La familiarità con le situazioni di povertà hanno indotto la comunità dì Sant`Egidio a un impegno esplicito a favore della pace.