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Liturgia di ringraziamento per il 50mo anniversario della Comunità di Sant'Egidio

10 febbraio, ore 17,30 Basilica di San Giovanni in Laterano

 
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8 Settembre 2009 19:25 | Piazza del Mercato

APPELLO


Noi, uomini e donne di religioni differenti ci siamo dati appuntamento nell’antica città di Cracovia, in Polonia, a settanta anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale: per pregare, per dialogare, per far crescere un umanesimo di pace. Rendiamo omaggio alla memoria di Giovanni Paolo II, figlio di questa terra. E’ stato maestro di dialogo e testimone tenace della santità della pace, capace di donare una visione in tempi difficili: lo spirito di Assisi.

Quello spirito ha soffiato in tanti cambiamenti pacifici del mondo. Così, nel 1989, vent’anni fa, la Polonia e l’Est europeo hanno ritrovato la loro libertà. Proprio nel settembre 1989, a Varsavia, uomini e donne di religione diversa, riuniti dalla Comunità di Sant’Egidio, hanno detto forte il loro amore per la pace: “Mai più la guerra!”. A quello spirito ci siamo mantenuti fedeli, nonostante che, negli anni trascorsi, troppi hanno creduto che la violenza e la guerra potessero risolvere i problemi e i conflitti del nostro mondo.

Spesso si è dimenticata l’amara lezione della Seconda Guerra Mondiale. Eppure è stata una immane tragedia della storia umana. Ci siamo recati pellegrini ad Auschwitz, consapevoli dell’abisso in cui l’umanità è scesa. Bisognava tornare in questo abisso del male per capire meglio il cuore della storia! Non si può dimenticare tanto dolore!

Bisogna guardare ai dolori del nostro mondo: i popoli in guerra, i poveri, l’orrore del terrorismo, le vittime dell’odio. Abbiamo ascoltato il grido dei tanti che soffrono. Interi popoli sono ostaggi della guerra e della povertà, tanti lasciano le loro case, tanti sono scomparsi e rapiti o vivono nell’insicurezza.

Il nostro mondo è disorientato dalla crisi di un mercato che si è creduto onnipotente, e da una globalizzazione spesso senz’anima e senza volto. La globalizzazione è un’occasione storica, anche se spesso si è preferito viverla in una logica di scontro di civiltà e di religione. Non c’è pace per il mondo, quando muore il dialogo tra i popoli. Nessun uomo, nessun popolo è un’isola!

Le nostre tradizioni religiose, nelle loro differenze, dicono assieme con forza che un mondo senza spirito non sarà mai umano. Esse indicano la via del ritorno a Dio, che è origine della pace.

Spirito e dialogo daranno animo a questo mondo globalizzato! Un mondo senza dialogo sarà schiavo dell’odio e della paura dell’altro. Le religioni non vogliono la guerra e non vogliono essere usate per la guerra. Parlare di guerra in nome di Dio è una bestemmia. Nessuna guerra è mai santa. L’umanità viene sempre sconfitta dalla violenza e dal terrore.

Spirito e dialogo indicano la via per vivere insieme in pace. Abbiamo scoperto con più chiarezza che il dialogo libera dalla paura e dalla diffidenza verso l’altro. E’ la grande alternativa alla guerra. Non indebolisce l’identità di nessuno e fa riscoprire il meglio di sé e dell’altro. Nulla è mai perduto con il dialogo. Il dialogo scrive la storia migliore, mentre lo scontro apre abissi. Il dialogo è l’arte del vivere insieme. Il dialogo è il dono che vogliamo fare al XXI secolo.

Ripartiamo allora dalla memoria della Seconda Guerra Mondiale, dalla profezia di Giovanni Paolo II, come pellegrini di pace, costruendo con pazienza e audacia una nuova stagione di dialogo, che unisca nella pace chi si odia e chi si ignora, tutti i popoli e tutti gli uomini. Conceda Dio al mondo intero, a ciascun uomo e a ciascuna donna il meraviglioso dono della pace!

Cracovia, 8 settembre 2009

 


Cracovia 2009

Il saluto di papa Benedetto XVI all'Angelus


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