Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Marted� 4 Settembre 2001
Palau de la Generalitat, Sal� de San Jordi
Dopo la Pasqua insieme, l�Ecumenismo

Mary Tanner
Teologa anglicana, Gran Bretagna

   


Come donna laica anglicana accolgo volentieri l�opportunit� di essere parte di questa particolare tavola rotonda insieme a membri cos� autorevoli. C�� qualcosa di molto speciale nel parlare di questo argomento �Dopo la Pasqua insieme, l�Ecumenismo� nel contesto di un incontro che riunisce non solamente le diverse confessioni cristiane ma anche i capi delle maggiori religioni mondiali ed i capi di stato provenienti da diversi contesti culturali e politici.

Pi� spesso concentriamo la nostra attenzione sull�unit� dei cristiani per arrivare da qui all�unit� e alla pace della famiglia umana, vedendo un�unit� umana pi� ampia interamente attraverso un�ottica cristiana.

Durante questo incontro abbiamo la possibilit� di comprendere il legame profondo fra l�unit� dei cristiani e l�unit� di tutti gli uomini in una maniera pi� autentica. Questo dovrebbe aiutarci a comprendere pi� in profondit� quella verit� che Papa Giovanni Paolo II indic� al termine dell�incontro tenutosi lo scorso anno in Portogallo, quando disse:

�Nella diversit� delle espressioni religiose, onestamente riconosciute come tali, il fatto di stare fianco a fianco manifesta in modo visibile quanto profondamente la famiglia umana aspiri all�unit��.

Allo stesso tempo questo contesto pi� ampio di aspirazione all�unit� sicuramente ricorda ai cristiani la preghiera di Ges� nell�orto, la preghiera nel cuore del Cristo risorto, che i suoi discepoli di allora e di oggi, siano uno come Ges� e il Padre sono uno, in quella meravigliosa identit� di pensieri, volont� e desideri. E� ancora pi� straordinario che noi dobbiamo essere uno in loro, uno attraverso l�abbraccio di vita e di amore che sgorga da Dio. Questo rapporto � modello e fonte della nostra unit�. Ma qualcos�altro emerge chiaramente da quella preghiera nell�orto. Dobbiamo stare insieme come cristiani in modo visibile, udibile e credibile in questo mondo. Cos�altro potrebbe significare la preghiera �che essi siano uno affinch� il mondo creda�.

Questa tavola rotonda ci d� l�opportunit� di riflettere insieme e capire dove siamo nel pellegrinaggio verso l�unit� dei cristiani all�inizio del nuovo secolo. Permettetemi di esporvi alcune riflessioni sul punto in cui ci troviamo e successivamente sulle sfide che abbiamo di fronte.

A che punto siamo nel pellegrinaggio ecumenico?

Ci� che � chiaro � che le principali chiese sono uscite dal loro isolamento e hanno imparato a conoscersi l�un l�altra. Piu`di 350 chiese si incontrano insieme nel Consiglio Mondiale delle Chiese e con l�aggiornamento del Concilio Vaticano II, la Chiesa Cattolica romana � uno dei maggiori protagonisti, bench�, purtroppo, non sia ancora un membro del C.M.C. Il clima � cambiato. Chi avrebbe mai ritenuto possibile che all�inizio del XXI secolo il Vescovo di Roma avrebbe invitato il Patriarca ecumenico, l�arcivescovo di Canterbury e i leader delle Chiese Protestanti ad inginocchiarsi accanto a lui e a pregare per l�unit� dei cristiani o avrebbe loro chiesto di aiutarlo a comprendere il suo ministero al servizio dell�unit�? I cristiani ora lavorano insieme per la giustizia, la pace e la cura del creato. Attraverso il C.M.C. abbiamo collaborato per il superamento del razzismo e del sessimo, insieme abbiamo lanciato appelli per la cancellazione dei debiti dei paesi del terzo mondo, e stiamo iniziando un programma per combattere la violenza. E questi sforzi compiuti insieme a livello internazionale rispecchiano un impegno a livello sia locale che regionale.

I cristiani hanno raggiunto la convergenza, perfino il consenso, su temi che un tempo erano causa di divisione. Chi avrebbe mai ritenuto possibile che Cattolici Romani e Luterani raggiungessero un accordo sulla questione che stava al cuore della divisione della Riforma? Oppure che Cattolici Romani e Anglicani si trovassero d�accordo sulla presenza di Cristo nell�eucarestia o che le Chiese Ortodosse Orientali e dell�Est raggiungessero un accordo sulla Cristologia? Oppure che tante confessioni cristiane raggiungessero una tale convergenza in quel testo straordinario che � �Battesimo, Eucaristia e Ministero�?

Alcuni di questi importanti passi avanti in campo teologico, la preghiera condivisa e l�azione comune hanno portato un cambiamento di rapporti: l�unione delle Chiese del Sub-continenete indiano, l�Accordo di Leuenberg tra Luterani, Riformati e Metodisti, i nuovi accordi nel Nord Europa e e nel Nord America che hanno portato Anglicani e Luterani ad intessere realzioni di comunione nella vita e nella missione e pi� recentemente l�appello dei vescovi Cattolici Romani ed Anglicani di tutto il mondo per portare gli accordi dell�ARCIC ad un nuovo livello di rapporto impegnato vissuto concretamente in ogni parte del mondo. La geografia della Chiesa sta cambiando. Noi stiamo vivendo oltre i limiti del panorama che i nostri nonni conoscevano od osavano immaginare. Siamo ben consapevoli che l�unit� della Chiesa richiede non solo accordi sulla carta, ma richiede sicuramente un rinnovamento profondo della comunit� ecclesiale, la sconfitta di tutte le divisioni che in modo insidioso corrompono la vita delle chiese: divisioni fra uomini e donne, fra razze, fra classi, fra chi possiede e chi non possiede, fra chi ha capacit� diverse. Dovremmo essere orgogliosi e gioire di tutti questi risultati, di questi doni dello Spirito di riconciliazione.

Ma, nonostante tutti questi risultati, di fronte all�inizio del nuovo secolo lo scenario dell�ecumenismo � fragile e confuso, �perso nella nebbia�, come ebbe a dire un protagonista dell�ecumenismo. Proprio il successo del movimento ecumenico ha suscitato in alcuni il timore di perdere la loro identit�, generando una ripresa di uno stretto confessionalismo. Quando viene proposto un accordo, alcuni hanno timore di spingersi �oltre l�Anglicanesimo�, �oltre il Luteranesimo�, oltre il �Cattolicesimo romano�. Purtroppo, nuove tensioni tra Est e Ovest sembrano scoraggiare le speranze di vedere respirare il Cristianesimo con �entrambi i suoi polmoni�. Alcune Chiese Ortodosse parlano di ritirarsi dal Consiglio Mondiale delle Chiese, sentendosi sempre pi� compromesse da una collaborazione che sembra sostenere sviluppi con i quali esse non possono mostrarsi d�accordo. Sarebbe tragico se le Chiese Ortodosse dovessero ridurre il loro impegno nel movimento ecumenico - tutti noi siamo stati incommensurabilmente arricchiti dalla loro visione Trinitaria e dalla loro insistenza sul bisogno di un accordo nella fede. Oltre a ci�, la fragilit� di questo scenario si pu� vedere nella mancanza di sensibilit� che le chiese mostrano l�una verso l�altra., attraverso azioni unilaterali su questioni che riguardano la fede o l�ordinamento della chiesa o attraverso affermazioni che sembrano delegittimare le altre. Nessuno di noi sembra essere conscio del fatto che oggi non puo esistere qualcosa come un documento puramente interno oppure un�azione unilaterale, perch� adesso siamo legati da una comunione che � reale, anche se per ora ristretta. Anche lo scenario ecumenico si complica con cambiamenti che potremmo definire sismici, che avvengono ora nel mondo Cristiano, dovuti alla rapidissima crescita delle comunit� in Africa, Asia, America Latina. Questa pi� larga comunit� ecumenica porta intuizioni creative spesso spostando la discussione da un dialogo fra tradizioni ad un dialogo tra culture. E dal momento che il Vangelo si radica nelle diverse lingue, immagini e forme di pensiero noi sembriamo impeparati alle nuove domande che sorgono, o a come rispondere a che cosa sia una diversit� legittima. Anche fattori non dottrinali creano nuovi muri di separazione, non da ultimo nell�area della sessualit� e nuove coalizioni si formano all�interno e trasversalmente alle chiese. E dietro a tutti questi nuovi temi che ci dividono nella fede, nell�ordinamento, e nella morale, una importante linea di frattura si evidenzia nei diversi approcci interpretativi alle Sacre Scritture. Quando necessitiamo di approcci condivisi in una comunit� di dialogo e di interpretazione troviamo o certezze fondamentaliste o un vago liberalismo a bloccare la discussione. Come se tutto questo non bastasse, lo scenario ecumenico viene confusa da quelli che potrebbero essere descritti come circoli ecumenici tra loro concorrenti. La competizione fra i tre movimenti ecumenici fondatori riafferma se stessa con modalit� prive di senso.

L�ecumenismo classico ha faticosamente trovato un modo di impegnarsi con i Gruppi Cristiani delle Nuove Chiese e con i Gruppi Cristiani Indipendenti che sono in rapidissima crescita e che hanno molto da insegnare nell�attaccamento alla Bibbia e nella carit�, ma questi gruppi poco hanno a cuore l�unit� visibile della chiesa. Inoltre il contatto con coloro che appartengono a fedi diverse spesso porta a reazioni in determinate direzioni e alla creazione di nuove divergenze. Per alcuni si tratta di sostituire all�agenda dell�ecumenismo classico un ecumenismo primario, mentre altri enfatizzano la relazione esistente fra una fraternit� pi� ampia ed inclusiva e la fedelt� esclusiva al credo di una salvezza attraverso Ges� Cristo, la cui vita, morte e resurrezione hanno un significato per tutti gli uomini di ogni tempo.

Ma c�� un altro fattore che forse pi� di ogni altro contribuisce alla confusione � la mancanza di accordo circa l�obiettivo, lo scopo del movimento ecumenico. E� passato il tempo in cui potevamo suppore che fosse una �unit� organica�, �ognuno, ovunque sia, legato all�altro in ogni luogo ed in ogni tempo�, con la scomparsa delle diverse tradizioni confessionali. I timori della creazione di una �Chiesa Superiore�, hanno portato a modelli tra loro in competizione �uniti ma non assimilati�, �diversit� nella riconciliazione�, �piena comunione� , o semplicemente blanda cooperazione per cause come la giustizia e la pace, oppure una moltitudine di vetrine cristiane tra le quali un mondo post-moderno pu� scegliere, oppure (infine) il concentrarsi sull�unit� di tutta la creazione in un modo tale da by passare l�unit� visibile della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Lo scenario � fragile, molto dell�entusiasmo se ne � andato, le strutture ecumeniche degli anni 40 e 50 sembrano datate, i giganti del movimento se ne sono andati e ci sono pochi giovani entusiasti dell�Ecumenismo.

Le prospettive

Qual � la strada allora in questo complesso scenario ecumenico, con i suoi indiscutibili successi ma allo stesso tempo la sua innegabile confusione e fragilit�? L�imperativo evangelico resta �che possano essere uno affinch� il mondo creda�. Il comandamento a vivere insieme � un comandamento assoluto: le Chiese non sono libere di rifiutare. Il mondo con tutte le sue ferite ha disperatamente bisogno di comunit� che mostrino la possibilit� di una vita riconciliata e che riconcilia. E ogni atto di riconciliazione, per quanto piccolo, tra coloro che un tempo si bruciavano l�un l�altro sul rogo, che saccheggiavano paesi in nome della croce di Cristo, che disprezzavano le identit� indigene, � un segno di speranza che le divisioni pi� profonde, le memorie pi� amare possano essere sanate dalla grazia di Dio. E ogni atto di riconciliazione che noi compiamo ci rende un popolo incline alla riconciliazione. Non ci dobbiamo volgere indietro.

Abbiamo bisogno prima di tutto di riesprimere insieme che tipo di vita dopo la Pasqua Dio ci invita a vivere nel mondo e per il mondo, come segno di una possibilit� per tutta l�umanit�. Che cosa accadrebbe se i cristiani fossero uniti non come una corporazione transnazionale superiore, ma come una comunione di uomini e donne che vivono nella carit� dell�abbondanza della grazia di Dio nella Parola e nel Sacramento � che vivono in modo prima personale e poi istituzionale, dove le chiese locali fossero �a casa� nel loro contesto e servissero la loro realt� locale consce allo stesso tempo della loro interconnessione con tutte le chiese locali? Come faremmo tesoro di cose che appartengono alla nostra unit� mentre gioiamo in una diversit� che possiamo a stento iniziare ad immaginare? Come vivremmo insieme nella differenza, ascoltandoci l�un l�altro dominandoci mentre scopriamo il pensiero di Cristo per la Chiesa attraverso processi di discernimento e accettazione? E come vivremmo impegnandoci per la riconciliazione e l�unit� di tutti? Abbiamo bisogno di una visione ecumenica rinnovata di ci� che siamo chiamati ad essere e a fare insieme � una visione che ispirer�.

In secondo luogo nell�attuale fragile scenario ecumenico dobbiamo fare tutto ci� che possiamo per lavorare insieme per la giustizia e la pace, per prendere posizione insieme contro la cultura della violenza, la frammentazione della vita umana e la distruzione del creato. Sappiamo che siamo pi� efficaci insieme � e lo siamo ancora di pi� se questo stare assieme include tutte le persone di buona volont�. E nell�agire insieme ora sentiamo il gusto di una vita pi� piena.

In terzo luogo se godremo mai dell�unit� dei cristiani � un�unit� incentrata su una eucaristia comune che esprime e alimenta l�unit� della chiesa allora non c�� bisogno di cercare un accordo nella fede che � gi� sufficiente e necessaria per superare le divisioni e farci restare nella grazia dell�appartenenza. Ognuno di noi deve essere responsabile per gli accordi finora raggiunti. Dobbiamo insistere l�uno con l�altro sul problema � Quali nuove forme di impegno, culto condiviso, servizio comune, e missione sono possibili sulle basi degli accordi esistenti? Non possiamo attendere fino a che ogni minuzia teologica sia stata concordata per muoverci l�uno verso l�altro.

E la cerchia ecumenica si deve allargare ad includere i nuovi gruppi Cristiani che portano nuove intuizioni ad un�agenda classica usurata, e nuove aree di impegno ed azione.

Non dobbiamo quindi voltarci indietro, per quanto complesse siano le questioni, o per quanto fragile possa essere lo scenario. Se noi sapremo a sufficienza costruire su quello che gi� esiste, essere profetici nelle nostre azioni per la giustizia e la pace, generosi nel perdono e nel ricevere i doni l�uno dell�altro e soprattutto se potremo vivere una spiritualit� ecumenica che implica la metanoia, una conversione a Cristo e una conversione l�uno all�altro in Cristo, allora le prospettive per l�unit� dei Cristiani saranno favorevoli nel nuovo millennio e potremo testimoniare pi� autenticamente le sorti di una vita riconciliata e che riconcilia, vita che Dio vuole per tutti.