Comunità di Sant

Le Frontiere del Dialogo:
religioni e civilt� nel nuovo secolo

Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001


 Marted� 4 Settembre 2001
Piazza della Cattedrale
Cerimonia Finale

Joan Clos
Sindaco di Barcellona, Spagna

   


Barbara Ehrenreich ha studiato, in un libro che si intitola Rito di Sangue, la relazione dell�uomo con la guerra, dagli inizi fino ai giorni nostri. Fa risaltare, in accordo con altri pensatori, una inflessione nel momento in cui si stabilisce il commercio come una forma di interscambio di ricchezze. Nasce una nuova classe sociale, quella dei mercanti, che arriva ad avere pi� importanza di quella militare, perch� il commercio risulta pi� interessante come strumento di conquista. La Ehrenreich dice che il commercio canalizza la cupidigia dell�uomo verso l�acquisizione pacifica della ricchezza.

Per� oggi continuiamo parlando di cupidigia e di volont� di conquista, ma una pace fondata sopra questi parametri non pu� funzionare. Infatti la storia degli ultimi cinque o sei secoli, che sono quelli dell�espansione del commercio, conferma che i trattati commerciali e le guerre si sono susseguiti senza sosta. Se vogliamo costruire una pace duratura, stabile e sincera, dobbiamo scegliere altri valori.

I valori �antichi�, per modo di dire, ci hanno portato ad un mondo di squilibri, di sviluppo disuguale, di ricchi e poveri, ad una situazione che � germe di conflitti � conflitti armati e conflitti di coscienza, come quelli che causano le costanti e crescenti migrazioni e gli spostamenti di popolazioni verso le nostre citt� e paesi.

Siamo giunti alla fine del XX secolo un po� spogliati dei valori che servono a costruire una pace seria tra popoli, Stati, culture e religioni. Una pace che sia un ponte tra uomini e donne uguali tra loro. Siamo giunti al XXI secolo in una realt� che cambia ad una velocit� sconcertante fino al punto che tutti i parametri sono messi in discussione. Dobbiamo riproporre il rapporto con la scienza e i suoi limiti e con le nuove ricerche genetiche. Dobbiamo riproporre il rapporto che abbiamo con il pianeta e con lo sviluppo economico a partire dalla sostenibilit�. Dobbiamo riproporre il rapporto fra uomini e donne a partire dall�uguaglianza. Dobbiamo riproporre il rapporto tra ricchi e poveri, il rapporto con lo sviluppo e il commercio.

Cio� dobbiamo riproporre come convivere in pace tra persone che vivono in luoghi diversi, con diversi livelli di sviluppo e che parlano lingue diverse, che hanno fedi diverse.

E� un�idea che appartiene soprattutto ai giovani, perch� le nuove generazioni sono pi� aperte ai cambiamenti di valori, provano con pi� facilit� nuovi paradigmi. Lo faremo a partire dai valori religiosi o da quelli civili, che per molti aspetti coincidono in un unico obiettivo: la pace tra uomini e donne uguali e rispettati.

A questo riguardo ringrazio la Comunit� di Sant�Egidio perch� � una piattaforma efficace di dialogo tra le religioni e tra le religioni e il mondo laico. Le citt� sono dei grandi spazi di convivenza dove i conflitti sono vissuti in dimensioni pi� vicine e controllabili. Se possiamo stabilire la pace � tra persone, interessi, culture e religioni � nella citt�, avremo imparato un po� come stabilirla nel mondo. Ma le citt� si possono governare solo a partire da un accordo civile, da un patto per i diritti umani e per l�uguaglianza. E a partire dalla pratica chiara e onesta della giustizia. Per questo motivo le citt� devono essere, ovunque, degli strumenti per introdurre il buon governo, per costruire strutture sociali stabili e realizzabili, per permettere l�accesso delle popolazioni ai benefici che qui conosciamo come stato di diritto e come stato del benessere. Anche questo � costruire la pace.

Ma siamo nel XXI secolo e la pace del futuro la dobbiamo costruire, soprattutto, a partire da nuovi paradigmi individuali e collettivi. Questo significa molta riflessione e molto dialogo. Dialogo vero, concreto, che cerca di affrontare e risolvere i problemi. E questo � quanto faremo nel Forum Universale delle Culture del 2004.

Un dialogo aperto, ambizioso, civile e cittadino sulle nuove convivenze del XXI secolo: a partire dall�ottimismo non ingenuo, a partire dall�arte, a partire dalla creativit�, a partire dal pensiero scientifico, a partire dal rinnovamento intellettuale che il mondo del XXI secolo esige ovunque.

Abbiamo molto lavoro davanti a noi, ma guardando il vostro impegno di questi giorni possiamo essere un po� pi� ottimisti, perch� finch� esister� il dialogo, esister� un�opportunit� per la pace. Vi ringrazio per quello che ci avete portato in questi giorni e vi invito a tornare nella nostra citt� nel 2004.