Le Frontiere del Dialogo: |
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Meeting Internazionale Uomini e Religioni - Barcellona 2-4 settembre 2001 |
Domenica 2 Settembre 2001 |
Chi mai proferisce parola migliore di colui che invoca Dio, compie il bene e dice �Io sono sottomesso�? (XLI, 33) Non sono certo uguali il bene e il male; respingi il male con il bene; colui dal quale ti divideva inimicizia diventer� un amico affettuoso. (XLI, 34) Ma ricevono questa (facolt�) solo coloro che pazientemente perseverano e gi� possiedono una grazia infinita. (XLI, 35) E se Satana ti tentasse, cerca la protezione di Dio: Egli � colui che tutto ascolta e conosce. (XLI, 36) Lode a Dio solo Rabat 22/8/2001 Il dialogo per una civilt� della coabitazione L�uomo moderno ha creato una coabitazione basata sul dialogo per poter vivere una nuova epoca e scrivere una storia che permetta di dimenticare le guerre attraversate dall�uomo al fine di vivere una civilt� nuova. Le ricchezze dei valori sono sempre la base immutabile della vita dell�uomo. A partire dai profeti, per primo Abramo (padre dei profeti), poi Mos�, Ges� e Maometto, la civilt� � soltanto un dialogo creato dall�uomo e benedetto da Dio. E� un imperativo a cui � molto difficile credere perch� l�uomo con le sue sofferenze, angosce e convinzioni ha trovato in Dio clemente e onnipotente soltanto la speranza di vivere e rivivere la sua storia; nessuno pu� trovare la sua strada lontano dalla volont� di Dio. L�uomo nella civilt� moderna ha cercato di creare una coabitazione tra gli uomini, ma sempre lontano dalla volont� di Dio. Talvolta l�uomo ha tentato qualche sfida, ma si � trovato sempre nella misericordia di Dio e nel suo perdono. Un grande Rabbino mi ha rivelato una volta, a proposito della coabitazione umana, i retroscena della storia e delle guerre di religione: �Noi uomini religiosi e saggi siamo molto timidi di fronte alla creazione di una civilt� della coabitazione tra gli uomini�. Nel 1985, nel grande stadio di Casablanca, davanti a 80.000 musulmani marocchini, il Papa Giovanni Paolo II ha dato l�avvio ad un dialogo pacifico, santo e fedele ai principi di ogni identit�. Con il suo discorso ha voluto respingere le guerre dal Medioevo fino ai giorni nostri e ha tracciato le linee di un dialogo per una civilt� della coabitazione e non di vincitori e vinti. Il Papa ha poi riaffermato con coraggio l�idea del dialogo nel suo famoso recente discorso a Gerusalemme e alla grande moschea Omayade a Damasco. Chi di noi non ricorda il solenne momento a Gerusalemme in cui il Papa Giovanni Paolo II ha posto la sua lettera nel muro tra la grande sinagoga, la grande cattedrale e la grande moschea? Avevo le lacrime agli occhi nel guardarlo percorrere da solo il breve tragitto, e per tutto quello che abbiamo visto in quell�occasione, la sua mano che deponeva la lettera, il suo sguardo seguire la strada percorsa da Abramo dal sud dell�Irak fino al suo arrivo a Gerusalemme, senza pronunciare discorsi. A Cuba, fatto straordinario, il Papa ha parlato della sofferenza dei popoli sottoposti ad embargo internazionale, tema che riconduce a quello del dialogo per una civilt� della coabitazione; il Papa ha detto quel giorno: �Io non sono per l�embargo contro le popolazioni�. Questo gesto � stato rinnovato in Turchia, terra della storia dell�Impero Ottomano, e in Africa, per affermare che ciascuno ha il diritto di vivere nel rispetto della razza, del colore, dell� identit� e dei progetti di vita. Vogliamo entrare in profondit� nella mondializzazione liberi dalle guerre che la nostra storia ha gi� scritto con lettere di sangue. Essendo la religione un fattore fondante nella vita dell�uomo, ciascuno di noi deve lottare per la tolleranza e rafforzare l�amore per il prossimo chiunque esso sia. La pace nel mondo passa attraverso la pace tra le religioni. Oggi noi abbiamo altre guerre da condurre, quelle contro il male, la malattia, le pene ingiuste, la povert�, l�ignoranza..., e possiamo dire che i principi del manifesto di Assisi, rafforzati e consolidati a Roma, a Gerusalemme, a Bucarest e oggi a Barcellona, lanciano una nuova scuola di dialogo di coabitazione civile. Auspichiamo un consolidamento di questo spirito che si inscrive negli sforzi della Comunit� di Sant�Egidio: l�umanit� trovi la sua identit� religiosa per un mondo di fede e di valori, perch� la religione non dovrebbe pi� servire da copertura per gli uomini di guerra n� essere usata per la distruzione, ma piuttosto per il suo compito fondamentale che � la pace e la felicit� dell�uomo. |