Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo
 

Romano Prodi - Presidente del Consiglio dei Ministri

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Comunit� di Sant'Egidio

21/10/2007 - 17:30 - Teatro S.Carlo e collegamento con la Piazza
Assemblea Plenaria

Romano Prodi
Presidente del Consiglio dei Ministri

Gentili Signori e Signore

Porgo il mio saluto alle autorit� religiose presenti, ai rappresentanti delle diverse confessioni e religioni, a tutti i partecipanti a questo importante incontro, che grazie all�impegno della Comunit� di sant�Egidio si rinnova proficuamente nel tempo. Questo appuntamento � diventato un segno vivo della possibilit� del dialogo e del confronto tra le diverse fedi, a motivo, e in vista, della costruzione della pace tra gli uomini.

�Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo�. E� questo il significato che avete inteso dare a queste giornate di riflessione e di preghiera. Solo dall�incontro e dal dialogo tra religioni e culture diverse � possibile ridurre il carico di violenza che opprime l�umanit�. Solo in questo cammino comune � possibile ancora sperare in un mondo senza violenza.

Vi � dunque una responsabilit� comune delle diverse religioni e confessioni per il destino dell�uomo e dell�umanit�.

Oggi ben conosciamo il significato positivo e il peso che le religioni possono esercitare nelle nostre societ�. Ed � auspicabile che l�interesse generale per le religioni divenga anche un fatto civile. A motivo del loro peso e del loro significato le diverse religioni e le diverse culture hanno oggi una accresciuta responsabilit�.

Come persone, come appartenenti a diverse convinzioni religiose e culturali, come cittadini di diverse societ�, dobbiamo sempre pi� imparare a condividere con gli altri il nostro vivere. �Condividere con gli altri il proprio vivere�: � questo un valore sia personale, sia geopolitico. Ci troviamo come soggetti di fronte ad altri soggetti, come popoli di fronte ad altri popoli, diversi e simili: dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri. Anche le religioni e le confessioni debbono prendersi cura le une delle altre.

Le scritture ebraico-cristiane ricordano questa parola del Signore: �Pongo davanti a te la vita e la morte, la benedizione e la maledizione�.

Alle diverse religioni, a quanti professano diverse fedi, noi crediamo sia data oggi, di fronte a nuove e pi� intense forme di violenza, una grande responsabilit� nel decidere per la vita e la benedizione reciproca, piuttosto che nel conferire, anche solo indirettamente o involontariamente, una qualche legittimazione ad azioni di morte. Esse debbono condannare apertamente il male e imporre il non-maledire.

L�azione positiva a favore di una convivenza che riduca le cause della violenza e ne lenisca gli effetti passa naturalmente anche dagli Stati e dai loro governi, sia direttamente per quel che essi debbono fare rispetto alla loro responsabilit�, sia indirettamente sostenendo la presenza libera delle religioni.

Su quest�ultimo punto, credo che gli Stati e i loro governi, attraverso i diversi ordinamenti, debbano sempre pi� consentire ai membri delle comunit� religiose di svolgere un ruolo civile pieno e autonomo, nel rispetto dei principi di libert� e di uguaglianza dei diritti.

In questo senso il contributo che l�Europa, l�Unione Europea, pu� dare, non � esaurito, n� pu� considerarsi archiviato. Non � un caso che il disegno di uno stato laico dove tutti - credenti, non credenti, appartenenti a diverse fedi - possano convivere, nasca in Europa. E� questa una responsabilit� che l�Europa deve continuare a sviluppare, quale contributo specifico alla pace.

Ma noi non possiamo chiedere a voi piena responsabilit�, se, come governi, omettiamo di fare la nostra parte. Anche l�Italia deve fare la propria parte. Quando un anno fa abbiamo chiesto e offerto alle Nazioni Unite e all�Unione Europea la nostra disponibilit� per mobilitare una significativa forza di pace per il Libano, avevamo ben chiara l�urgenza e la necessit� di un nostro contributo per mantenere la tregua e per ridurre le occasioni di violenza in una terra martoriata e simbolicamente centrale per le sorti dell�umanit�. Il nostro impegno prosegue, e la missione UNIFIL � un segno concreto: possiamo prenderci cura gli uni degli altri.

Dobbiamo continuare a sostenere il processo di riconciliazione libanese. Fare in modo che il Paese ritrovi la propria unit�. Dobbiamo farlo senza dimenticare le ragioni profonde dei conflitti che affliggono il Medio Oriente. Dobbiamo qui favorire la riconciliazione fra popoli che vivono nelle stesse terre. A ciascuno deve essere riconosciuto indelebilmente il diritto all�esistenza, alla libert� piena.

Attendiamo con fiducia il prossimo incontro internazionale sul processo di pace. L�Italia � pronta a dare il suo contributo, con la consapevolezza che quanto pi� vi sar� l�appoggio dei Paesi della regione, tanto pi� esso avr� possibilit� di successo.

L�Italia continuer� a fare la propria parte anche nelle altre aree in cui � impegnata. A cominciare dall�Africa, dove lavoriamo per sostenere le operazioni di pace al fianco dell�Unione Africana e delle Nazioni Unite. Abbiamo appena costituito un peace facility fund, da usare in coordinamento con quello analogo europeo, nelle aree per noi prioritarie del Darfur e del Corno d�Africa.

Negli ultimi mesi abbiamo lavorato per l�approvazione di una risoluzione sulla moratoria universale, nella prospettiva di una completa abolizione della pena di morte. Ed � con grande soddisfazione che giorno dopo giorno abbiamo visto crescere i consensi per la nostra iniziativa, che � motivata proprio dalla convinzione che il �diritto alla vita� non possa mai essere negato.

Vorrei anzi approfittare di questa occasione per esprimervi la mia riconoscenza per l�attenzione con cui seguite questo impegno dell�Italia e del mio Governo; e per il sostegno che assicurate a questa �pacifica battaglia di civilt��.

Lavoriamo alle Nazioni Unite anche per mantenere il tema dello sviluppo al centro dell�agenda internazionale. Ben sappiamo che senza sviluppo, senza giustizia, senza diritti, la violenza � destinata ad aumentare.

Per questo motivo la prossima Finanziaria si mette in regola rispetto agli impegni gi� presi dall�Italia e realizza una inversione di tendenza nell�Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Sar� mia responsabilit� mettere il tema dello Sviluppo al centro della presidenza italiana del G8, nel 2009.

E� con questo spirito di collaborazione operosa, condividendo ciascuno di noi il proprio vivere con gli altri, che vi auguro di proseguire in questo vostro cammino di dialogo a favore della pace.

Con voi cammina l�umanit�. Il Dio di tutti pu� condurre l�umanit� su sentieri sicuri.

A voi, a noi tutti � chiesto di camminare insieme nel cercare le vie della pace.