Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo
 

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Comunit� di Sant'Egidio

22/10/2007 - 16:30 - Sala Galatea - Stazione Marittima
PANEL 9 - Israele - Palestina: la lunga sfida della pace

Oded Ben-Hur
Ambasciatore dello Stato d'Israele presso la Santa Sede

A. Definizioni e concetti

Il dialogo in generale, ed in particolare il dialogo interreligioso, � una strada per arrivare a comprendere in maniera sempre maggiore, ma mai pienamente completa, quale sia la realt�, il significato ultimo della vita e quale sia il modo per vivere conseguentemente. Perci� il dialogo interreligioso deve diventare, e infatti sta diventando, il nuovo cuore religioso all�interno della civilizzazione globale emergente.

Il dialogo tra religioni ed ideologie � il cuore della civilizzazione globale emergente, ed ha il compito di fornire ad essa la visione, la motivazione e la direzione di cui ogni civilizzazione ha necessit� per poter prosperare. Perci� lo spirito di questo dialogo � fondamentalmente democratico, ugualitario ed orientato verso le persone inserite nella comunit� e nel loro contesto. Infatti, il dialogo pu� aver luogo soltanto tra persone libere e in grado di riflettere. Se non vi � libert� di pensiero, se non vi � libert� di esprimerlo, non vi sar� dialogo. Inoltre, il dialogo pu� aver luogo soltanto tra eguali.

Occorre sottolineare chiaramente che la libert� religiosa non � un atto di carit� o una concessione tollerante verso persone in errore. E� un diritto fondamentale di ogni persona. Reclamarla per s� implica ipso facto che io sono disposto a reclamarla anche per il mio prossimo.

Il dialogo, come � concepito oggi, cio� incontri tra persone e gruppi di religione o di appartenenza ideologica diversa, allo scopo di trovare fondamenti comuni, � qualcosa di relativamente nuovo sotto il sole. Quando nel passato religioni o ideologie diverse si incontravano, lo scopo principale era quello di sconfiggere un nemico; infatti ogni gruppo di appartenenza era completamente convinto di essere l�unico a conoscere il segreto della vita umana.

In tempi recenti persone sinceramente convinte di religioni ed ideologie diverse sono giunti gradualmente alla convinzione che non possedevano un segreto soltanto per s� stessi, e che avevano molto da imparare dagli altri. Di conseguenza, il loro atteggiamento nell�avvicinarsi agli altri non era soltanto quello di insegnare, ma piuttosto quello di imparare � la ricerca comune per trovare qualcosa di pi� del significato della vita. Questo � il dialogo.

B. Approcci fondamentali al dialogo

Uno delle consapevolezze pi� profonde che, negli ultimi decenni, gli esseri umani hanno fatto sempre pi� proprie � che tutta la conoscenza, tutte �le verit��, tutte le percezioni della realt� e tutte le convinzioni riguardo ad essa sono per definizione limitate, perch� tutte le mie �asserzioni circa la realt�� sono sempre risposte alle mie domande, sono sempre espresse tramite le mie categorie e nella mia lingua. Seppure tutte queste asserzioni e questi convincimenti possono ben essere vere, devo sempre essere consapevole del fatto che sono limitati dalla loro stessa natura. Non potranno mai essere esaustivi, perch� provengono dalla mia prospettiva!

Questa comprensione �de-assolutizzata� della realt� (la parola �as-soluta� viene dal latino ab-solvere, cio� sciogliere da tutte le limitazioni) ha validit� generale, ma si applica particolarmente alla �verit�� circa il �significato ultimo della vita, e come vivere in accordo con esso�, cio� alla religione.

Anche se il mio punto di vista della realt� � �vero�, cio� se descrive le cose cos� come sono, dovr� rendermi conto che non pu� essere tutta la realt�. Mentre nel passato avrei detto a coloro che avevano una religione diversa dalla mia che erano sicuramente nell�errore, ora devo chiedere a me stesso se non stiano descrivendo aspetti della realt�, riguardo al �significato ultimo della vita, e su come vivere in accordo con esso�, da una prospettiva diversa dalla mia, che dia loro la possibilit� di descrivere aspetti della realt� che io non percepisco dalla mia prospettiva. Di conseguenza potrei imparare di pi� riguardo alla realt� e riguardo al significato ultimo della vita dal punto di vista di colui che � religiosamente diverso da me. Perci�, per comprendere pi� pienamente il significato della vita devo essere in dialogo con coloro che differiscono da me dal punto di vista religioso.

Credo che non dovrebbe essere una grande sorpresa l�affermazione che le persone impegnate nel dialogo interreligioso non dovrebbero farsi alcuna aspettativa nella dimensione teologico-dogmatica. E� altamente improbabile che la fede di qualcuno, la quale si basa su convinzioni spirituali ed emotive, pu� essere cambiata attraverso un processo di dialogo. Se, per esempio, guardiamo all�Islam, il quale si fonda sulla rivelazione di D-o a Maometto (trasmessa al mussulmano nel libro del Corano), o alla Torah, data da D-o a Mos� sul Monte Sinai, per i credenti nella relativa religione sono parole di D-o, complete ed intatte e non possono essere soggette a dubbi, �dialoghi� o �negoziazioni� in un modo o nell�altro. In altre parole, non ci pu� essere dialogo sulla sostanza, in altre parole, sul �cosa�. L�unico possibile scambio pu� vertere sul �come� o piuttosto sul �quanto�. Per fare un esempio: quanto sia possibile per una comunit� mussulmana costruire una moschea a Roma, e, dall�altra parte, quanto sia possibile per un prete portare una croce a Riad o costruire una chiesa a Teheran. Quel �come� o �quanto� potrebbe essere definita libert� religiosa o di culto. Affinch� possa esistere questa libert� tra le varie religioni sono indispensabili due principi fondamentali: il rispetto reciproco e l�assenza di violenza (nel difendere la propria religione o nell�attaccare quella dell�altro).

Se la (le) verit� filosofiche o metafisiche di ogni religione rimangono fuori dalla discussione, quali sono allora i possibili terreni dove � possibile incontrarsi all�interno del dialogo interreligioso? Sembra che ce ne siano almeno tre: la tradizione, la cultura e la politica, e, parlando della tradizione, vorrei soffermarmi sul famoso libro �Sefer Hakuzari� del noto poeta ebreo del 12� secolo, rabbi Yehudah Halevi.

Il �Kuzari� � una delle pi� famose opere filosofiche ebraiche, scritta da Rabbi Yehudah Halevi nel periodo di venti anni e completato nel 1140, ed ha accompagnato generazioni di ebrei e non-ebrei con la sua presentazione semplice e lineare dell�ebraismo, e con le sue polemiche con la filosofia greca, il cristianesimo, l�islam e il karaitismo. Il �Kuzari� si presenta come racconto a sfondo storico. Registra un dialogo tra Bulan, il re dei Khazari, vissuto nell�ottavo secolo (i Khazari erano un popolo potente che occupava la regione corrispondente all�odierna Russia sud-orientale), ed un rabbino. Questo re giusto era tormentato da un sogno ricorrente, in cui un angelo gli diceva: �Le tue intenzioni sono gradite al Creatore, ma non le tue opere�. Ci� lo port� a convocare al suo palazzo un filosofo greco, un cristiano, un mussulmano ed un ebreo affinch� lo guidassero sulla retta via religiosa. Rimase non soddisfatto di ciascuno dei teologi finch� non sent� ci� che aveva da dire il rabbino, e alla fine concluse che l�ebraismo era la vera religione. La storia ci insegna che Bulan e tutto il suo regno si convertirono all�ebraismo. Mai prima, nella storia dell�ebraismo un�intera nazione di non-ebrei aveva abbracciato l�ebraismo.

Il �Kuzari� descrive le battaglie teologiche di re Bulan e gli argomenti convincenti del rabbino che portarono alla conversione di massa. Utilizzando questa cornice narrativa ed il genere letterario del dialogo, Rabbi Yehudah Valevi riesce a presentarci, in un modo appassionato e convincente, alcuni dei pi� importanti fondamenti dell�ebraismo, compresi i livelli differenti della creazione, come D-o interagisce con il mondo fisico, la sacralit� del Sabato e delle altre feste.

Il dialogo tra le religioni era gi� comune nel medioevo, ma la ragione per cui ho menzionato il �Kuzari� era quella di evidenziare ci� che per me � un punto importante ed un approccio utile per una migliore comprensione tra le religioni: il punto chiave dei Yehuda Halevi nel suo libro non si basa su concetti filosofici della religione, ma sulla tradizione � cio� gli incontri e la narrativa vivi ed attuali, la cui esistenza non pu� essere negata. Mentre la filosofia pretende di presentare una verit� assoluta, l�approccio di Rabbi Yehuda Halevi si fonda sulla tradizione, la quale � un testimone molto pi� forte di ogni deduzione logica. Effettivamente, per spiegare o convincere qualcuno del modo in cui � stato creato il mondo, � possibile solamente utilizzare la deduzione logica o razionale, ma dell�Esodo di Israele dall�Egitto, per esempio, vi � una testimonianza viva fatta di storie raccontate per generazioni da padre in figlio. Lo stesso vale per ogni religione, dove ogni narrativa � viva, passata di generazione in generazione per via orale. Perci�, per potermi allacciare alla storia dell�Esodo dei figli di Israele dall�Egitto, sar� per me meglio andare da mio nonno piuttosto che alla biblioteca pubblica.

Sfide morali universali, le quali la religione deve affrontare in quanto parte dell�umanit� sono il minimo comune denominatore culturale che genera il dialogo interreligioso nei nostri giorni. Queste sfide, comunque, possono dare spinta a questo dialogo al livello concreto e pratico della collaborazione, ma non sono sufficienti per fornire un�infrastruttura ideologica per la formazione di una teologia interreligiosa. Il denominatore comune che genera il dialogo interreligioso si basa sull�essere umano, sull�umanit� e sulle sue necessit�, piuttosto che su verit� metafisiche. Comprendere il valore e l�importanza dell�uomo, in qualche modo sposta l�attenzione dai classici argomenti della religione e perci� attribuisce meno importanza all�eredit� filosofica come base per un incontro tra le religioni.

Negli ultimi decenni siamo stati testimoni di un nuovo avvicinamento tra le religioni, che pu� essere attribuito ad alcune nuove caratteristiche in questo campo e che rappresentano una notevole differenza rispetto al passato. Questo nella maggior parte dei casi.

Questo cambiamento � stato contemporaneo alla formazione di una nuova consapevolezza universale, che porta a considerare il mondo come un �villaggio globale�. Questo approccio nuovo � accompagnato dalla consapevolezza del fatto che le vecchie frontiere e differenze devono cedere il passo all�unit� del genere umano, generata da un senso di comunanza di destini all�interno di questa esistenza globale.

C. Perch� vi � la necessit� del dialogo interreligioso

Per quanto ci costa ammetterlo, le controversie pi� fondamentali nell�era comune hanno avuto motivazioni religiose. Duemila anni fa, la divisione tra Cristianesimo ed Ebraismo ha segnato una nuova fase nella storia dell�uomo. Seicento anni pi� tardi venne alla luce un�altra religione monoteista. I secoli successivi sono stati testimoni di odio, sospetto, pregiudizio e guerre, guerre sante!!! Pensiamo ai tanti �ismi nati dal risultato di confronti religiose: anticattolicesimo, antigiudaismo, antisemitismo, antiislamismo, ecc�

Il terrore, la paura, le atrocit� e le animosit� furono portate avanti dalle persone in nome dello stesso D-o, ma vi invito a riflettere su ci� che (io penso sia) il peggiore nemico che la bigotteria e la rivalit� religiosa hanno creato in tutti questi anni: un abisso di ignoranza reciproca!!! I muri insormontabili dell�alienazione e della demonizzazione ci hanno portato alla triste realt� che stiamo sperimentando oggi: a malapena sappiamo qualcosa di profondo riguardo alle altre religioni. Viviamo in scatole di pregiudizio e stigmatizzazione che sono il risultato diretto dei �meccanismi di difesa� delle nostre comunit�, del modo in cui siamo stati cresciuti e dei �dogmi e delle dottrine� che sono profondamente radicati nelle nostre religioni.

Come � possibile, allora, buttare gi� questi muri? Come possiamo costruire ponti su questi abissi? La risposta � contenuta in una parola semplice ma molto impegnativa: l�Istruzione con la I maiuscola. Dobbiamo impegnarci in un processo di insegnamento senza fine, che coinvolga sia noi stessi che gli altri, orientato particolarmente verso le giovani generazioni, coloro che prenderanno le decisioni un domani. Quindi, per arrivare a tale risposta e riempire un vuoto che � stato creato lungo i secoli (e siccome tale risultato non verr� raggiunto da s� stesso), � necessario un altro passo fondamentale: dobbiamo costruire la consapevolezza e preparare l�infrastruttura psicologica di credenti in tutte le religioni che capiscano la necessit� urgente di portare avanti questa �maratona dell�educazione�. E� qui che il dialogo interreligioso viene messo in pratica!!

D. Il compito di avviare la �maratona dell�educazione�

Per raggiungere il numero maggiore di persone nel mondo una campagna su larga scala dovrebbe essere pianificata e avviata nel maggior numero di paesi del mondo. Il passo logico successivo sarebbe quello di coinvolgere i governi e i leader politici affinch� preparassero programmi educativi per le scuole, iniziando dall�asilo per arrivare fino all�universit�, e, ovviamente, affinch� stanziassero i fondi necessari per implementare questi programmi. Sfortunatamente, qui affronteremmo un grande problema: come convincere i governi e i politici, i cui orizzonti sono di solito ristretti alla prossima elezione, a spendersi in una �maratona� che non apporta alcun profitto politico immediato? Per rispondere a ci� occorre fare un passo indietro e affidare la responsabilit� di questo progetto non egoistico ai leder delle religioni mondiali!! Infatti, siccome essi non dipendono dalla politica e non devono essere rieletti, sicuramente sarebbero altamente motivati e si dedicherebbero a questa causa, in quanto educatori per definizione, e sicuramente essi condividono la visione della necessit� ineluttabile di questa �maratona�.

Se questa proposta ha senso, e spero in D-o che ne abbia, il seguente passo affinch� essa funzioni e cominci ad andare a regime sarebbe trovare un �pilota� appropriato, che governi e diriga questo progetto e su cui vi sia consenso. Questa potrebbe essere una sfida interessante per i mussulmani; l�unico problema � che mentre vi sono molti leader nel mondo mussulmano nessuno di loro � considerato l�autorit� maggiormente rappresentativa. Per vari motivi gli ebrei non possono essere i leader del progetto, per cui arriviamo alla maggiore religione mondiale di oggi, il Cattolicesimo, e al leader su cui oggi vi � il maggior consenso: il Papa.

Sono pienamente convinto che la missione principale del dialogo interreligioso oggi �, perci�, investire tutte le risorse e gli sforzi necessari per promuovere e dare compimento alla �maratona� di formazione ed istruzione per un futuro migliore per l�umanit�.

Contemporaneamente vorrei sottolineare ci� che considero un altro campo molto importante all�interno del dialogo interreligioso: mi riferisco al pellegrinaggio. Se il dialogo � definito come un processo in cui le persone condividono le idee attraverso un processo di apprendimento reciproco di ci� che riguarda l�altro, allora il pellegrinaggio � una delle sue espressioni pi� alte. I pellegrini di tutte le fedi che viaggiano in altri paesi sono di fatto portatori e messaggeri di dialogo interreligioso e il loro incontro e lo scambio tra loro e le popolazioni locali contribuisce, senza dubbio, alla promozione di una migliore comprensione e di una migliore conoscenza tra le nazioni, le culture e le religioni.

D. Il contributo del dialogo interreligioso alla pace nel mondo

Nei nostri giorni abbiamo visto quanto il fondamentalismo religioso e il fanatismo ignorante possa essere una causa alla radice del perpetuarsi dell�odio e della violenza, e possa seminare terrore e paura, usando il falso pretesto di �difendere D-o. D-o non ha bisogno della nostra protezione! Siamo noi, le sue creature, fatte a sua somiglianza, che abbiamo bisogno di essere protetti da coloro che vogliono �uccidere nel suo nome�.

Non ci dovrebbe essere alcuna ragione per dubitare che le stesse religioni che coltivano il male, l�animosit� e le guerre potrebbero essere un fattore unificante e, attraverso un dialogo aperto, sincero e serio tra di loro costruirebbero ponti di riconciliazione e di migliorata comprensione tra i credenti di tutte le fedi, verso la via della pace.

E� mio desiderio sincero che un giorno non troppo lontano un vero dialogo interreligioso possa aver luogo nelle scuole, negli asili, nelle universit�, in tutte le comunit� e in tutti i paesi del mondo. Quando questo giorno arriver�, incontri interreligiosi come questo e molti altri non saranno pi� necessari�

Sappiamo che questo giorno non arriver�, a meno che noi, tutti noi, figli dello stesso D-o, lavoriamo affinch� venga.