Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo
 

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Comunit� di Sant'Egidio

22/10/2007 - 16:30 - Sala Dione - Stazione Marittima
PANEL 12 - Lo spazio di Dio nella citt�

David Albert Beetge
Vescovo anglicano, Sudafrica

LO SPAZIO DI DIO NELLA CITTA'

Le scritture cristiane iniziano con un giardino e terminano con una citt�.

Iniziamo con l�immagine della Genesi di Adamo ed Eva, i nostri primi genitori, ogni uomo e ogni donna, nel giardino dell�Eden.

Concludiamo con l�Apocalisse di San Giovanni, e la visione della citt� santa, la nuova Gerusalemme, che scende dal cielo, risplendente della gloria di Dio. Le sue porte sono sempre aperte, e attraverso di essa scorre il fiume della vita, circondato dall�albero della vita, le cui foglie servono a guarire le nazioni.

� un�immagine ispirante.

Tuttavia non � solo per i 100 milioni o pi� di abitanti dei quartieri poveri del nostro pianeta che l�esperienza della vita di citt� � lontana da quella celeste. Anche coloro i quali hanno un alloggio ed impiego decente, le classi medie e i benestanti trovano sempre pi� che la vita urbana � diventata un deserto disabilitante e sterile.

La gente lotta con un ambiente inquinato e con sistemi ecologici sempre pi� instabili. Il divario tra ricchi e poveri si allarga vergognosamente. Le istituzioni della democrazia e i governi sono sentiti distanti ed inefficaci.

Di fronte ai media di manipolazione, stili di vita che danno assuefazione e divertimento avvilente, troviamo livelli cronici di ansiet� e famiglie sempre pi� disfunzionali; troviamo un senso di impotenza e abbandono tra i giovani; troviamo una confusione tra moralit� personale e sociale; e troviamo la perdita di autorit� religiosa e il pericolo di sincretismo superficiale.

Come stiamo noi, comunit� di fede, per capire e rispondere a questo senso di isolamento psicologico e alienazione sociale nella vita urbana?

Il malessere dell�anima moderna ha bisogno del tocco redentore dei miti eterni che ci ricordano le eterne domande e le eterne verit� di ci� che significa essere pienamente un essere umano.

L�urbanizzazione in Europa e oltre � cresciuta drammaticamente con la rivoluzione industriale.

Popolazioni in massa si sono spostate dalla campagna alle cittadine e grandi citt�. Ora, non sto dicendo che la vita rurale � pi� facile della vita di citt�, ma piuttosto che se qualcosa di prezioso lungo la strada non � stato perso, quantomeno non sappiamo pi� dove sia.

La vita rurale, la vita di cos� tante generazioni e secoli prima di noi, poneva l�umanit� entro la creazione � parte del mistero della vita e della morte, dell�inverno e dell�estate, della primavera e del raccolto.

Gli esseri umani hanno giocato la loro parte, osando seminare e coltivare, e produrre raccolti, sapendo che c�era sia il prevedibile che l�imprevedibile nelle stagioni, il tempo. Noi abbiamo osato amare e curare, partorire bambini, tirar su famiglie, e portare il lutto, sapendo che c�era sia il prevedibile che l�imprevedibile nelle vite e nelle relazioni umane.

L�umanit� era parte di qualcosa di pi� grande, e i nostri propri ritmi di nascita e di crescita e di invecchiamento e di morte erano in esso contenuti. Eppure non eravamo passivi, impotenti, vittime. Noi eravamo partecipanti creativi nel mistero costante e inarrestabile dell�universo, un mistero che chiede timore, un mistero che ha rivelato la mano di un Dio grandioso, un Dio che redime, ma non un Dio da prendere alla leggera.

L�industrializzazione ha portato un nuovo mito, un falso mito, del controllo umano � controllo dei processi di fabbrica, sicuro � ma controllo sempre pi� di ogni altro campo della vita. Oggi ci aspettiamo che la scienza e la tecnologia provvedano ai nostri problemi, risolvano le nostre difficolt�, e eliminino la sofferenza e la tristezza; cos� dalla nascita (ed anche problemi di fertilit�) fino alla morte (che sempre pi� anche vogliamo gestire), siamo garantiti in tutto ci� che vogliamo, tutto ci� che desideriamo, per vivere come le persone nelle soap opera e le celebrit� delle riviste.

Ma se noi possiamo controllare ogni aspetto della vita umana, che bisogno c�� di Dio?

� vero che possiamo controllare e controlliamo ampie aree di vita. Premiamo un interruttore, la luce si accende; schiacciamo il tasto invia, le email volano per il mondo.

Ma possiamo fare ben poco per controllare la felicit� e la speranza, la vita di famiglia e l�amicizia, l�amore e il fallimento, la vecchiaia e la morte � e cos� siamo in completa perdita come per far fronte a ci� che � sgradito, o anche ci� che � assolutamente inaspettato. Ci sentiamo falliti. � ancora il nuovo mito che ci ha traditi. Per questi sono i campi della vita che ci rendono ci� che in grossa sostanza siamo.

� a Dio che dobbiamo ritornare con le nostre domande che riguardano la vera umanit�.

La tecnologia pu� assistere di pi� e meglio negli affari della vita, ma non ci pu� aiutare ad indirizzare le domande fondamentali, i misteri essenziali, di cosa vuol dire essere veramente vivi e essere mortali.

Ges�, quando gli � stato chiesto quale fosse il pi� grande comandamento di Dio, ha risposto che sono due: di amare Dio con tutto il proprio cuore, con tutta la propria mente, con tutta la propria anima, con tutta la propria forza, e di amare il proprio prossimo come se stessi.

Per essere pienamente umani c�� da vivere in amore, in armonia, con il Dio Creatore, con il cuore, la mente, l�anima e la forza � a livello delle nostre emozioni, del nostro intelletto, della nostra spiritualit� della nostra incarnazione. C�� anche da vivere come individui in relazione, una persona in comunit�, con altre persone.

Dobbiamo quindi porre attenzione a tutti quei campi della vita, specialmente rivalutando la tanto trascurata dimensione spirituale � e non concentrarci meramente sull�aspetto esteriore del controllo e del consumo. Dobbiamo anche tenerci alla larga dall�altro falso mito, della scarsit� e competizione, che puntella i nostri sistemi economici. Quegli esperti che hanno un occhio pi� attento (come l�economista Sud Africana Margaret Legum) ci assicurano che se gestiamo le nostre risorse con giudizio ed equamente, il nostro mondo fornir� pi� del necessario per tutti.

Ci sono anche risorse sovrabbondanti per i nostri bisogni spirituali ed intellettuali, e per i nostri bisogni sociali e relazionali.

Questa � la promessa del generoso Dio, del cui amore trabocca il creato. Ges� ha detto splendidamente che � venuto che potremmo avere la vita ed averla in abbondanza.

Ges� � anche colui che ha detto di essere �la Via, la Verit�, la Vita�.

Egli ci insegna che la verit� della sua vita donata in abbondanza non � la verit� delle risposte nette, delle soluzioni istantanee, dei manuali di auto aiuto o delle risoluzioni rapide di qualsiasi problema.

La sua � la verit� che viene dal camminare nella sua Via. � la pienezza di verit� della vita vissuta con integrit�. Ci� si verifica attraverso la pratica dell�attenzione alla vita come veramente la sperimentiamo, con tutti i suoi misteri e le sue domande a cui non si pu� rispondere.

� una vita preparata a vivere con timore e rispetto davanti al miracolo che troviamo in essere noi stessi ed ogni altro essere umano.

� una vita che riconosce le fragilit� e le debolezze delle umanit�, anche se noi umilmente portiamo il nostro ascolto, il nostro interrogativo, prima della speranza redentrice che troviamo in Ges� Cristo.

Ci� non dovrebbe essere una sorpresa per qualsiasi suo discepolo.

La preghiera meditativa � stata una trama importante nella tradizione Cristiana fin dai primi tempi. I padri del deserto, come Giovanni Cassiano del IV secolo, erano tra coloro i quali svilupparono queste pratiche, che furono perseguite particolarmente, ma non esclusivamente, nelle comunit� religiose.

Nei decenni recenti, persone come il monaco Benedettino John Main, ci hanno ricordato la ricchezza della meditazione. C�� stata una grande rinascita nell�uso della �preghiera di Ges�� tipo mantra. Altri si sono riappropriati della lezione di Fratello Lawrence sulla �Pratica della presenza di Dio� non attraverso il ritiro, ma attraverso la assiduit� nel mezzo delle attivit�. Lo scrittore britannico Joyce Hugget ha chiamato questo �Trovare Dio nel Fast Lane�.

� venuto il tempo per il cristianesimo occidentale di dare un posto pi� centrale al riapprendimento dell�ascolto umile e profondo di Dio per tutte quelle questioni redentrici della vita � un ascolto che non � solo per qualche ecclesiastico, qualche laico, ma che porta a ciascuno una confidenza nella divinit� della vita, e che il Dio che anche ascolta e che ci tiene, cammina con noi nei misteri ai quali non si pu� rispondere della vita e della morte.

Piuttosto che provare a rivestire il vangelo nel discorso dell�Illuminismo o della sua discendente Postmodernit�, dovremmo parlare della buona notizia di Ges� Cristo nei nostri propri termini � di un mondo pervaso con la presenza redentrice del suo creatore.

Forse � giunto il tempo di spostarsi al di l� dell�indirizzamento dell�autorit� secolare attraverso �testimonianze profetiche� e �dicendo la verit� � la Verit� di Dio � al potere�. Forse adesso � il momento per �testimonianze mistiche� e �respirare lo spirito � lo Spirito di Dio � alle anime�.

Torniamo alla visione della citt� celeste con la quale terminano le scritture cristiane. Non ci sono armi e concreta distopia. La nuova Gerusalemme �, come indica la lettera agli Ebrei, la citt� della pace, le fondamenta di shalom, il possesso di salaam.

Questa pace non � la pura assenza di conflitto � � la pace di guarigione e interezza, di appagamento e realizzazione, di prosperit� ed abbondanza, di gioia e allegria, dove ognuno e ogni cosa � come dovrebbe essere.

Il mese scorso, vedendo la ricostruzione di New Orleans dopo l�uragano, l�Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, parl� del bisogno di �rinnovamento e restauro e ricentramento della comunit� umana in Dio � gioendo di chi siamo e di chi ciascun altro � alla presenza di Dio�.

Sant�Ireneo ha detto �la visione di Dio si percepisce in un essere umano che � pienamente vivo�.

Gli esseri umani vogliono, pi� di ogni altra cosa, essere pienamente vivi. Essi troveranno la vita quando scopriranno la presenza di Dio, il cui Spirito riempie tutto il suo creato; il cui amore straordinario si estende ad ogni individuo e ad ogni comunit�, il cui desiderio � di donare vita in abbondanza, ai nostri cuori, alle nostre menti, ai nostri corpi, alle nostre anime.

Questo � ci� che dovremmo predicare, senza riserve. Questo � ci� che dovremmo vivere, senza paura. Allora gli altri vedranno che siamo pienamente vivi, e cos� troveranno la visione di Dio, e cos� oseranno condividere con lui le domande, e il mistero, delle loro proprie vite.