Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo Comunità di Sant'Egidio - Napoli 2007 - Per un mondo senza violenza - Religioni e Culture in dialogo
 

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Comunit� di Sant'Egidio

22/10/2007 - 16:30 - Sala Perseide - Stazione Marittima
PANEL 13 - Asia-Europa: tra sfida e cooperazione

Rajiv Dogra
Ambasciatore dell'India in Italia

Quando in Asia il Sole sorge, in Europa � gi� l�ora del tramonto. E il sole che sorge fa sparire le stelle. Perci� qualcuno afferma che Kipling non si era sbagliato in sostenere che �non esiste terreno di incontro tra est ed ovest�. Di conseguenza, ognuno dovrebbe ovviamente essere oracolo a se stesso, e l�Asia e l�Europa dovrebbero continuare ad avere destini separati.

Le ragioni per la separazione si fanno pi� stingenti se si considera che l�orientalismo � stato il modo in cui l�Europa si � rappresentata l�Asia, facendone l�archetipo dell��altro�. L�Asia era, nell�immaginario occidentale, estremamente esotica, talvolta misteriosa, spesso dispotica. Per analogia, l�Asia si raffigurava l�Europa come un�utopia decadente e materialistica. Se l�Asia veniva identificata con le orde, l�Europa era piena di diavoli dalla testa rossa. In questa visione piena di invidia, non vi era alcun spazio per la fusione tra differenze, ma vi era ampio spazio per frizioni e scissioni.

E� brutto che prevalgano i pregiudizi, che non abbiamo imparato dall�esperienza. Ma l�amara verit� � che le generazioni che si susseguono imparano dalla storia e che noi non riusciamo ad imparare dalla storia. Siamo continuamente condannati a ripetere gli stessi errori. Mi viene in mente la storia di un uomo che vide lo stesso film venti volte e ogni volta rimaneva a guardare un�unica scena. Quando qualcuno gli chiedeva perch�, diceva che la prima volta che aveva visto il film, l�attore era caduto in una trappola. Da allora, ogni volta che era andato a guardare il film, era arrivato al punto che immediatamente precedeva il momento in cui l�uomo cadeva nella trappola. La sua speranza era che l�uomo avesse imparato qualcosa dal suo errore, e avrebbe evitato di cadere nella trappola. Ma ogni volta egli cadeva nella trappola, esattamente come la volta precedente.

Come quell�uomo nella trappola, abbiamo speso molte generazioni intrappolati dalle controversie. I dissensi hanno indebolito entrambe le parti. Non vi � dubbio che, intrappolati nelle controversie, abbiamo dimenticato di leggere tutto il testo di Kipling. Ognuno si ricorda del famoso passaggio sulla divisione tra l�est e l�ovest, ma spesso si evita di considerare le righe che seguono: �Ma non esiste n� Est n� Ovest, nessuna frontiera, n� razza, n� sangue quando due uomini forti si trovano faccia a faccia, anche se provengono dalle diverse parti della terra�.

Se torniamo indietro nel tempo e consideriamo le tradizioni asiatiche ed europee, dovrebbe essere giusto dire che i capitoli pi� gloriosi non sono stati caratterizzati dal confronto. Difatti, nei momenti pi� significativi, ambedue le parti hanno cercato il complemento nell�altra. Innanzitutto, a partire dai tempi antichi, vi � stato un dialogo filosofico ricco e frequente. Ma non � solo la filosofia a fare da legame tra di noi. Da quei tempi antichi in vari modi abbiamo avuto scambi tra di noi. La via della seta � l�esempio pi� completo della creazione di uno spazio comune.

Non � un�esagerazione dire che vi � stato un dialogo durato quasi 4000 anni tra i nostri due vecchi mondi, e per tutto questo periodo ci siamo influenzati a vicenda. Lo zero, inventato in India, � stato utilizzato anche in Europa. La rivoluzione industriale in Europa ha influenzato anche l�Asia. Ci sono stati conflitti e ci sono state anche colonie. Nessuno pu� negare questa realt�, ma sarebbe scorretto dire che ha reso amare le nostre civilizzazioni per sempre, o che l�Asia e l�Europa dovrebbero sfidarsi a vicenda.

A mio avviso, lo stesso pensiero di uno scontro di civilt� � viziata. In un conflitto, com�� possibile essere civilizzati? Inoltre, possiamo affermare correttamente che l�Asia di oggi � puramente Asia e che l�Europa sia puramente Europa? Le migrazioni sono una notevole realt� nei nostri paesi, e i migranti non possono rimanere per sempre dei corpi estranei nelle societ� d�adozione. Non � pi� possibile per le culture mantenere l�esclusiva sul proprio DNA. Le occasioni di vivere insieme diventano sempre pi� abbondanti, perch� la pluralit� ci preserva.

E� una pluralit� dove le civilizzazioni stanno in costante interazione tra loro, dove i vicini collaborano, dove il conflitto non � endemico e dove le identit� culturali non sono esclusive ma inclusive. La pluralit� implica l�accettazione dell�altro, dell�opinione dell�altro e della sensibilit� dell�altro. La pluralit� non significa l�annullamento delle differenze, dei confini, o dei punti di vista. Essi rimarranno. Devono rimanere perch� la variet� arricchisce il mondo. La pluralit�, comunque, implica l�integrazione della diversit�.

Questa � l�ultima sfida. E il cammino verso tale armonia deve passare attraverso il dialogo. Il processo del dialogo presuppone la distanza e viene alimentato dalla tensione creativa. Il dialogo implica una convergenza creativa e l�eliminazione del deficit di fiducia. Idealmente, dovrebbe promuovere un �commercio equo� nella comunicazione. Il dialogo implica anche adottare la stessa misura per tutti, il bilancio non deve essere a svantaggio dell�altra parte. Non puoi dare sussidi ai tuoi agricoltori ma aspettarti che gli agricoltori di altri paesi reggano la concorrenza senza essere sussidiati. Ne puoi sostenere il tuo dittatore preferito ed aspettarti che qualunque altro sanzioni il dittatore che non ti piace.

Il dialogo non deve diventare un terreno di conflitto, una postazione dove mettere in scena le differenze, perch� ci� aumenta la distanza e promuove la sfiducia. Il dialogo cresce sul fondamento della virt�.

In Asia come in Europa abbiamo massima stima non del prepotente, non del forte. Abbiamo massimo rispetto per il Mahatma Ganhi, Madre Teresa e Nelson Mandela. Abbiamo una forte considerazione di loro perch� hanno diffuso il messaggio della compassione, hanno creato ponti tra gli uomini.

Oggi si sta sviluppando una nuova cultura unica, che sta gradualmente assottigliando il divario tra l�Asia e l�Europa. C�� bisogno di prendersi cura con attenzione di questa cultura, perch� � facile barcollare su un terreno ancora poco consolidato. Perci� non dobbiamo agitare le menti come gli oratori. I nostri sforzi devono tendere ad informare le menti. Armati della conoscenza, possiamo far dimenticare le differenze ed abolire la guerra. Nel presente contesto, in cui le questioni sul tappeto sono di gran lunga maggiori di quanto erano state finora, ci� di cui abbiamo bisogno � il senso di una bussola morale. Una bussola che promuove costantemente la comunicazione.

Ci� di cui non abbiamo bisogno � una tavola rotonda in cui non vengono presi impegni, e che ognuno lascia per strade diverse. Ci� di cui non abbiamo neanche bisogno � il dibattito. In un dibattito ci sono sempre vincitori e perdenti. Ma in un dialogo non solo esprimiamo il nostro pensiero, ma ascoltiamo anche con attenzione. In questo caso ci sono solo vincitori. Ci� di cui abbiamo bisogno � la possibilit� di rimanere in contatto, di tenerci per mano, di avere la possibilit� di richiamare l�attenzione dell�altro toccandogli la spalla, e dirgli: troviamo un cammino comune che � possibile percorrere insieme.

Ovviamente, questa non � la prima volta che persone di continenti diversi decidono di entrare insieme in un mondo nuovo e dalle prospettive aperte. Nel corso della storia, le sfide sono state pi� o meno le stesse. Soltanto la forma � cambiata. E, nel corso della storia, le distrazioni sono state tante perch�, a met� strada, spesso le persone si sono chieste: vogliamo veramente marciare insieme? Non � la nostra verit� quella suprema? E perch� dovrebbe essere l�altra parte a decidere la direzione in cui andare? Perch� non dovrebbero essere loro a cedere di fronte al nostro punto di vista? E� naturale che le cose che gli uomini si immaginano siano le pi� svariate. Ma � brutto quando ci� comincia a generare dubbi.

Nel passato l�Asia e l�Europa spesso hanno sentito questo divario. Oggi la questione � pi� complessa, la posta in gioco � pi� alta. In ogni dato istante c�� un miliardo di persone collegate ad internet. Le dicerie possono diffondersi velocemente sulla rete. Possono destabilizzare le societ� e generare pregiudizi nelle persone come mai prima di ora. Quindi la tecnologia pu� avvelenare la societ�? Quindi punti di vista molteplici possono generare confusione? Una voce pu� influenzarci e farci titubare nel nostro desiderio di marciare insieme?

Questa non � la nostra unica sfida. Per ironia della sorte, nell�era di internet, centinaia di milioni di persone stanno ancora vivendo nei loro piccoli ripari in piccole citt� e villaggi. Le comunicazioni satellitari non hanno trasformato il loro mondo. I blog, il dialogo e la comunicazione non li riguarda. La loro preoccupazione � il prossimo monsone ed il prossimo raccolto. Possiamo e dobbiamo persuaderli ad uscire dalla loro lotta quotidiana per dare uno sguardo alla scena intercontinentale? Possiamo invitarli ad uscire dai villaggi per questa ambiziosa marcia in comune?

Consideriamo per un attimo che, in qualche modo essi siano d�accordo ad aggiungersi a noi. Cosa fare poi? Non cominceremmo a preoccuparci per quella voce isolata in internet che ci minaccia? C�� una possibilit� reale che la voce che diffonde veleno possa diventare una sfida per l�Asia e l�Europa. Ma tale paura presuppone che c�� una sola voce dentro e fuori internet. Comunque, invece di farci inquietare da questi aspetti negativi, guardiamo al bicchiere mezzo pieno anzich� a quello mezzo vuoto. In un contesto in cui esiste la possibilit� che un�informazione irrazionale venga diffusa da questa voce isolata, vi � anche l�opportunit� di far sentire migliaia di voci razionali in un istante. Di sicuro una maggioranza determinata di coloro che assumono un atteggiamento corretto pu� e deve prevalere. In ci� sta la speranza per la collaborazione.

Noi in Asia ed in Europa apparteniamo ai diversi confini della terra. Ma un orizzonte nuovo sta iniziando a ispirare la nostra gente. Un tempo ci imprigionavano, ora i viaggi, l�istruzione, internet, il commercio e gli investimenti sono vari campi in cui vi pu� essere profitto nella collaborazione tra Asia ed Europa. Ma affinch� questo quadro sia completo e di vasta portata, � necessario che includiamo tutti in quest�impresa, specialmente coloro che sono intrappolati nel guscio dell�isolamento.

Il Mahatma Gandhi pu� aver pensato ad una situazione simile quando disse: �Vi dar� un talismano. In qualunque momento voi siate nel dubbio, o quando il vostro io vi domina troppo, fate la prova seguente: ricordatevi della faccia dell�uomo pi� povero e pi� debole che avete mai visto e chiedetevi se il passo che state per compiere gli giover�. Ne guadagner� qualcosa?

Questa �, dal mio punto di vista, l�essenza della questione, la prova finale. Se il bene dei pi� poveri e dei pi� deboli diventa il nostro obiettivo comune, la cooperazione tra l�Asia e l�Europa trascender� tutte le sfide. Allora vi sar� veramente la possibilit� di celebrare un era nuova, in cui il sole non fa sparire le stelle, ma piuttosto dispenser� la vita in misura uguale in Asia ed in Europa.