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Dal secondo libro dei Maccabei 6, 1-31

1Non molto tempo dopo, il re invi� un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle patrie leggi e a non governarsi pi� secondo le leggi divine, 2inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizim invece a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo. 3Grave e intollerabile per tutti era il dilagare del male. 4Il tempio infatti fu pieno di dissolutezze e gozzoviglie da parte dei pagani, che gavazzavano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne e vi introducevano le cose pi� sconvenienti. 5L'altare era colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi. 6Non era pi� possibile n� osservare il sabato, n� celebrare le feste tradizionali, n� fare aperta professione di giudaismo. 7Si era trascinati con aspra violenza ogni mese nel giorno natalizio del re ad assistere al sacrificio; quando ricorrevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare coronati di edera in onore di Dioniso. 8Fu emanato poi un decreto diretto alle vicine citt� ellenistiche, per iniziativa dei cittadini di Tolem�ide, perch� anch'esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici 9e mettessero a morte quanti non accettavano di partecipare alle usanze greche. Si poteva allora capire quale tribolazione incombesse. 10Furono denunziate, per esempio, due donne che avevano circonciso i figli: appesero i loro bambini alle loro mammelle e dopo averle condotte in giro pubblicamente per la citt�, le precipitarono dalle mura. 11Altri che si erano raccolti insieme nelle vicine caverne per celebrare il sabato, denunciati a Filippo, vi furono bruciati dentro, perch� essi avevano ripugnanza a difendersi per il rispetto a quel giorno santissimo.

12Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo. 13E veramene il fatto che agli empi � data libert� per poco tempo, e subito incappano nei castighi, � segno di grande benevolenza. 14Poich� il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo pazientemente il tempo di punirli, quando siano giunti al colmo dei loro peccati; 15e questo per non dovere alla fine punirci quando fossimo giunti all'estremo delle nostre colpe. 16Perci� egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. 17Questo sia detto come verit� da ricordare. Dopo questa breve parentesi torniamo alla narrazione.

18Un tale Ele�zaro, uno degli scribi pi� stimati, uomo gia avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. 19Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incammin� volontariamente al supplizio, 20sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non � lecito gustare per brama di sopravvivere. 21Coloro che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarit� di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare la porzione delle carni sacrificate imposta dal re, 22perch�, agendo a questo modo, avrebbe sfuggito la morte e approfittato di questo atto di clemenza in nome dell'antica amicizia che aveva con loro. 23Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua et� e del prestigio della vecchiaia a cui si aggiungeva la veneranda canizie, e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, e degno specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero alla morte. 24"Non � affatto degno della nostra et� fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Ele�zaro sia passato agli usi stranieri, 25a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri cos� disonore e macchia alla mia vecchiaia. 26Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire n� da vivo n� da morto alle mani dell'Onnipontente. 27Perci�, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrer� degno della mia et� 28e lascer� ai giovani nobile esempio, perch� sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi". Dette queste parole, si avvi� prontamente al supplizio. 29Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo a loro parere che le parole da lui prima pronunziate fossero una pazzia. 30Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: "Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui". 31In tal modo egli mor�, lasciando non solo ai giovani ma alla grande maggioranza del popolo la sua morte come esempio di generosit� e ricordo di fortezza.

 

 

Maccabei_2
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