Communitďż˝ di Sant'Egidio



	Roma - 29 gennaio 2002 La Camera dei Deputati candida la Comunitďż˝ di Sant'Egidio al Nobel per la pace
	Repubblica Italiana Camera dei Deputati Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 88 del 29/1/2002 CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO FABIO CIANI SULLA RISOLUZIONE CONCERNENTE LA COMUNITďż˝ DI SANT'EGIDIO FABIO CIANI. Dopo la divulgazione del successo mozambicano, giungono alla Comunitďż˝ varie richieste di aiuto. Nel settembre 1994, durante l'incontro interreligioso di Assisi, alcuni amici algerini chiedono di intervenire nel loro paese in preda ad una grave crisi politica interna. La piattaforma per l'Algeria ďż˝ il frutto di un intenso lavoro che si sviluppa fino al gennaio dell'anno successivo. In due riunioni convocate dalla Comunitďż˝, si incontrano a Sant'Egidio i leader dei maggiori partiti politici algerini, che non si vedevano da anni. La piattaforma ďż˝ una ďż˝offerta di paceďż˝ per uscire dalla violenza sulla base di valori condivisi e nella prospettiva del necessario processo di democratizzazione della societďż˝ e della vita politica. Malgrado il documento non sia accettato dal regime di Algeri, la piattaforma rimane, fino al referendum sulla ďż˝concordia civileďż˝ della fine del 1999 e oltre, l'unico documento largamente consensuale prodotto dagli attori politici del paese. Lo spirito e il metodo della piattaforma di Roma viene ancora oggi richiamato in Algeria per il suo valore di riconciliazione e come modello per futuri auspicati sviluppi sulla via di una pace ancora da raggiungere. Il lavoro per la pace in un mondo multipolare e disordinato, diverso da quello a cui si era abituati durante la guerra fredda, rende necessaria la collaborazione di tutte le energie disponibili. In questo senso a Sant'Egidio piuttosto che di diplomazia parallela, si preferisce parlare di sinergia di sforzi tra tutti i livelli: istituzionale e non istituzionale, ufficiale e della societďż˝ civile. Giďż˝ durante il negoziato mozambicano la Comunitďż˝ aveva chiesto a diversi governi e alle Nazioni Unite di inviare loro rappresentanti nelle fasi finali delle trattative, in posizione di osservatori, garanti degli accordi di pace. L'approccio sinergico ai processi di pace ďż˝ essenziale per dare una risposta a una delle grandi questioni che si pongono in ogni negoziato: il nodo delle garanzie. La presenza del livello istituzionale, gli altri Stati e le organizzazioni internazionali, assolve alla funzione rilevante di dare garanzie esterne ma anche interne, ciďż˝ che significa, in alcuni casi, la condivisione del potere associando entrambe le parti alla gestione della politica. Tale opzione si rivela necessaria anche nel processo di apprendimento della democrazia: un lungo tragitto che richiede il passaggio attraverso l'accettazione del pluralismo (politico, culturale, etnico, religioso) di un paese. Nel processo di pace ďż˝ fondamentale la riconversione dalla cultura di chi si combatte, cultura di guerra o di guerriglia, alla cultura politica, in ogni negoziato esiste un problema di ďż˝patologia della memoriaďż˝, da sanare tramite le trattative stesse, che assumono cosďż˝ la caratteristica di un vero e proprio addestramento alla vita civile e alla democrazia. Ogni belligerante, lo si ďż˝ sperimentato in Mozambico come in Algeria o in Kosovo, finisce per essere prigioniero della memoria, quella dei torti subiti, delle vittime avute, del tempo passato a fare la guerra. Combattere diviene una specie di cultura esistenziale da cui ďż˝ necessario aiutare a uscire, per condurre il conflitto sul terreno della politica. Tale ďż˝ lo scopo di ogni trattativa, far sorgere nelle parti il gusto, l'aspettativa per il futuro comune, in una parola il fascino della pace. Nel commentare l'originale approccio della Comunitďż˝ ai processi di pace, l'ex Segretario dell'ONU Butros Butros-Ghali parla di una ďż˝miscela, unica nel suo genere, di attivitďż˝ pacificatrice governativa e non governativaďż˝: ďż˝ il ďż˝metodo di Sant'Egidioďż˝, come viene chiamato dagli esperti. Nel caso dell'accordo di pace per il Guatemala la Comunitďż˝ stessa si mette in sinergia con lo sforzo giďż˝ iniziato da anni dalle Nazioni Unite, riportando in vita un processo di pace congelato a causa della mancanza di incontri diretti tra il governo e la guerriglia dell'UNRG. La guerra durava da trentacinque anni ma i protagonisti non si erano mai visti direttamente. La Comunitďż˝ organizza tali necessari incontri nel 1996 a Roma, Parigi e a San Salvador. La pace viene firmata alla fine dell'anno a Cittďż˝ del Messico, alla presenza di una delegazione della Comunitďż˝. L'esperienza dell'accordo di pace in Guatemala rappresenta una dimostrazione di come sia possibile lavorare assieme tra organizzazioni istituzionali e non istituzionali. L'Albania e il Kosovo sono un altro terreno ove la Comunitďż˝ si impegna da anni per la pace e la riconciliazione, miscelando aiuti umanitari a facilitazioni e dialogo. L'Albania ďż˝ apparsa un paese stremato da anni di regime che non permetteva alcun contatto con l'esterno. Numerose sono le iniziative di Sant'Egidio nel ďż˝paese delle aquileďż˝: ripristino e difesa della libertďż˝ religiosa, aiuti alle chiese rinascenti, dialogo con l'islam locale - in particolare i bektashi -, aiuti alla sanitďż˝ e all'educazione, accoglienza dei rifugiati, sostegno agli immigrati in Italia. Dal punto di vista politico la Comunitďż˝ ďż˝ stata l'artefice dell'Accordo di garanzia tra politici albanesi, che ha permesso il regolare svolgimento delle elezioni del 1997. In Kosovo la Comunitďż˝ ďż˝ presente dal 1996. L'amicizia che si instaura con il leader della lega democratica del Kosovo, Ibrahim Rugova, spinge Sant'Egidio a cercare un terreno di riconciliazione tra serbi e albanesi. La linea non violenta della politica di Rugova appare come l'unica percorribile in una situazione di alta tensione, dovuta anche al conflitto in Bosnia. Gli Accordi di Dayton del 1996 non prendono in considerazione la situazione kosovara da un punto di vista dello status della regione. Ciďż˝ suggerisce di percorrere la via dell'accordo umanitario che ottenga risultati tangibili per la parte albanese e nel contempo permetta la riduzione del livello di tensione tramite misure di mutua fiducia. Il terreno prescelto ďż˝ quello dell'educazione, tenuto conto che la parte albanese ďż˝ stata espulsa dagli edifici scolastici di ogni ordine e grado, e gli studenti costretti a studiare in condizioni deplorevoli. Sant'Egidio opta dunque per un percorso di ristabilimento della coabitazione, obiettivo concretamente percorribile al fine di evitare il disastro delle zone della ex Jugoslavia. Tramite contatti favoriti inizialmente dalla chiesa serba, la Comunitďż˝ stabilisce una comunicazione tra Rugova e il regime di Belgrado. Prende l'avvio un tavolo di trattativa tra le due parti, l'unico nel suo genere tra il governo di Belgrado e l'LDK di Rugova. Nel 1996 viene firmato l'accordo sull'educazione, con l'appoggio della Comunitďż˝ internazionale, in particolare il gruppo di contatto. Attraverso tale accordo, confermato dal regolamento di implementazione firmato dalle parti nel marzo 1998, tredici facoltďż˝ universitarie e molte scuole secondarie e primarie vengono rese agli albanesi, fino a ridosso della guerra del 1999. Sant'Egidio non si disimpegna: favorisce la liberazione di Rugova prigioniero a Pristina durante i bombardamenti e la sua venuta in Italia. Inoltre si impegna per alleviare il dramma dei rifugiati kosovari fuggiti nel nord Albania, in particolare nella zona di Kukes dove la Comunitďż˝ ďż˝ giďż˝ presente dal novembre del 1998 per aver rimesso in funzione i dispensari sanitari del nord del paese. Nell'arco degli anni '90, varie altre iniziative sono prese nei Balcani nel segno del dialogo, dell'ecumenismo e dell'aiuto umanitario, tra cui gli aiuti agli studenti della cittďż˝ di Sarajevo assediata, gli aiuti e le relazioni con le chiese cattolica croata, ortodossa serba e con i musulmani di Bosnia e Macedonia. Sarebbe un fatto veramente importante che tutto il Parlamento, al di lďż˝ delle appartenenze, faccia propria la proposta di assegnare alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il Premio Nobel per la pace ed eserciti tutta la sua pressione perchďż˝ la proposta stessa trovi adesioni di altri Stati. Il momento che viviamo ci fa capire che, alcune volte, le diplomazie ufficiali, per effetto di veti incrociati o per interessi di parte, non riescono a superare i momenti di tensione o gli scontri armati soprattutto all'interno degli stessi Stati. Una diplomazia di popolo che tenti prima di tutto di superare gli scontri fondati su differenze religiose, promuovendo incontri ricorrenti tra rappresentanti delle varie religioni, mai come oggi risulta attuale e fondamentale per il mantenimento della pace. L'approvazione da parte del Parlamento di questa interpellanza e l'impegno del Governo, qualora raggiungesse il suo scopo, sarebbe motivo di grande orgoglio per tutto il paese. Do lettura di alcuni riconoscimenti che la Comunitďż˝ di Sant'Egidio ha giďż˝ avuto da organismi internazionali. 1994: La Comunitďż˝ di Sant'Egidio riceve il premio ďż˝Colombe d'Oro per la paceďż˝, assegnato dall'Archivio Disarmo per il significativo contributo alla causa della pace; 24 febbraio 1997: Il World Methodist Council assegna il premio alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il World Methodist Peace Award 1997 per l'ďż˝inedita creativitďż˝ dimostrata attraverso la partecipazione e la promozione dei negoziati di pace e di riconciliazione tra le parti in guerraďż˝; 19 febbraio 1999: assegnato alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il premio Niwano per la pace della ďż˝Niwano Peace Foundationďż˝, espressione di una delle piďż˝ grandi famiglie buddiste giapponesi; 25 maggio 1999: Andrea Riccardi e Vincenzo Paglia ricevono la Medaglia Ghandi dell'UNESCO in ďż˝riconoscimento dell'impegno in favore della pace tra i popoli e di una nuova cultura ispirata i princďż˝pi di tolleranzaďż˝; 25 ottobre 1999: l'ANUE (Associaciďż˝ per a les Nacions Unides a Espanya) assegna alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il premio per la pace 1999; 27 gennaio 2000: l'UNESCO assegna alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il premio Felix Houphouet-Boigny per la ricerca della pace (la cerimonia di consegna avviene il 1o febbraio 2001 a Parigi); 20 marzo 2000: la Comunitďż˝ di Sant'Egidio viene insignita della Croce d'Oro di Sant'Agostino dall'Arcivescovo di Canterbury, George Carey, come riconoscimento per il servizio svolto alla Chiesa universale; 11 giugno 2000: ďż˝ stata assegnata alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio la nona edizione del premio ďż˝La rosa d'oroďż˝ per la sua attivitďż˝ di promozione della pace; 19 dicembre 2000: premio del comune di New York, in seguito alla consegna del libro di tre milioni di firme al segretario dell'ONU Kofi Annan, il 19 dicembre 2000 il consiglio della cittďż˝ di New York ha voluto offrire alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio un riconoscimento per il suo impegno in difesa dei diritti umani e in particolare per fermare la pena di morte negli USA e nel mondo; 27 marzo 2001: assegnato il premio Notre Dame per l'attivitďż˝ umanitaria della Comunitďż˝ di Sant'Egidio; 5 agosto 2001: conferito alla Comunitďż˝ di Sant'Egidio il premio ďż˝Terra e Paceďż˝ 2001 per l'impegno a favore della pace dei diritti umani.	Documenti Resoconto della seduta n. 87 del 28/01/2002 Resoconto della seduta n. 88 del 29/01/2002 La mozione e la risoluzione approvata Considerazioni integrative del deputato Fabio Ciani Links La Camera dei Deputati The Nobel Peace Prize