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Dal libro della Sapienza 15, 1-19

1Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo pi�, sapendo che ti apparteniamo.
3Conoscerti, infatti, � giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza � radice di immortalit�.
4Non ci indusse in errore
n� l'invenzione umana di un'arte perversa,
n� la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
5la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
6Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.

7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
8Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritorner� l� da dove fu tratto,
quando gli sar� richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
9Ma egli non si preoccupa di morire
n� di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere � il suo cuore,
la sua speranza pi� vile della terra,
la sua vita pi� spregevole del fango,
11perch� disconosce il suo creatore,
colui che gli inspir� un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: "Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto".
13Costui infatti pi� di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.

14Ma sono tutti stoltissimi
e pi� miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Essi considerarono dei anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno n� l'uso degli occhi per vedere,
n� narici per aspirare aria,
n� orecchie per sentire,
n� dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
16Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo pu� plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli � sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
18Venerano gli animali pi� ripugnanti,
che per stupidit�
al paragone risultan peggiori degli altri;
19non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.

 

 

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