Intervenendo questa mattina al meeting internazionale della Comunita` di Sant`Egidio « Destinati a convivere. Religioni e culture in dialogo », in corso a Monaco di Baviera dall’11 al 13 settembre il Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, ha parlato a lungo di ecumenismo e martirio.
“Nel mondo odierno la fede cristiana è la religione più perseguitata. L’80% di coloro che sono perseguitati a causa della propria fede sono cristiani”, ha affermato. “Questo bilancio sconcertante rappresenta una grande sfida per l’ecumenismo cristiano, chiamato a manifestare una reale solidarietà. Poiché oggi tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali cristiane hanno i loro martiri, dobbiamo parlare di un vero e proprio ecumenismo dei martiri. Mentre noi, come cristiani e come Chiese, viviamo su questa terra in una comunione ancora imperfetta, i martiri nella gloria celeste si trovano fin da ora in una comunione piena e perfetta”.
Intervenendo dinanzi al Patriarca di Romania Daniel, al metropolita Filaret del Patriarcato di Mosca, al Presidente della Federazione Luterana Mondiale Younan, e a Mary Tanner, Co-Presidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Koch ha affermato:
“Oggi, come cristiani, dobbiamo vivere nella speranza che il sangue dei martiri del nostro tempo diventi un giorno il seme dell’unità piena del Corpo di Cristo. Ma questa speranza la dobbiamo testimoniare in maniera credibile nell’aiuto efficace reso ai cristiani perseguitati nel mondo, denunciando pubblicamente le situazioni di martirio ed impegnandoci a favore del rispetto della libertà religiosa e della dignità umana. L’ecumenismo dei martiri, dunque, non costituisce soltanto il nucleo della spiritualità ecumenica, oggi così necessaria, ma è anche la migliore esemplificazione di quanto la promozione dell’unità dei cristiani e l’amore privilegiato per i poveri siano assolutamente indissociabili”. |