Orthodox Bishop, Romanian Patriarchate
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I due temi contenuti nel titolo di questa sessione sono questioni di grande importanza per la Chiesa di ciascuno di noi, ma in generale penso che siano importanti per ogni persona che vive su questo pianeta, e allo stesso tempo, dal punto di vista ortodosso, vi è tra di essi una stretta connessione e un’influenza reciproca.
Senza la pace, gli uomini, le comunità locali tra loro e anche certi popoli possono essere in conflitto o in guerra, e questo è qualcosa di profondamente sbagliato e dannoso, sia a livello personale (per le conseguenze della guerra propriamente detta, e in molti casi tali conseguenze portate all’estremo causano la morte di coloro che sono coinvolti nella guerra), che a livello comunitario (una comunità che perde alcuni dei suoi membri è più povera da tutti i punti di vista). Conosciamo tutti le conseguenze negative e indesiderate della guerra.
D'altra parte, uno dei ruoli più importanti della Chiesa è quello di aiutare la pacificazione dell'uomo, la riconciliazione di questo con Dio e con se stesso. Nella tradizione filocalica ortodossa tra i numerosi pensieri ricchi di saggezza, vi è il seguente: siate in pace con la vostra anima e allora cielo e terra saranno in pace con voi (S. Isacco il Siro, Filocalia, Volume 10).
Uno dei modi più importanti in cui l'uomo può giungere a questa pace interiore è il Mistero della Confessione, che è pratica comune nella tradizione ortodossa di oggi, come anche in altre Chiese cristiane: l'uomo riconosce e confessa i suoi peccati e le sue mancanze davanti al suo confessore e davanti a Dio, e questa confessione di per sé, seguita dalla preghiera del confessore, restituisce al penitente la pace nell'anima. Dopo la confessione (di solito, se il penitente non ha grandi peccati) segue la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo, somministrati al penitente per la guarigione, il beneficio e la santificazione dell’anima e del corpo, per la pacificazione delle forze dell'anima, per la remissione dei peccati, e per ottenere il regno dei cieli e la vita eterna dal Signore Gesù Cristo, che è "la nostra pace" (Ef 2, 14) (lo troviamo nella prima preghiera di ringraziamento, dopo la santa Comunione, ma anche in altre preghiere che si trovano nel canone della Santa Comunione e appartengono a San Basilio il Grande).
Anche se l'epoca in cui viviamo è caratterizzata dalla velocità e la mancanza di tempo è sentita come un grave problema, la preoccupazione per la preghiera, preoccupazione centrale nella vita della Chiesa, è fondamentale affinché l'uomo possa davvero affermare la propria identità cristiana. Chi non prega non può dire di essere un vero credente, perché la preghiera è uno dei metodi più naturali e necessari di comunicazione con il Dio invisibile.
Nella Chiesa ortodossa parliamo di preghiera personale, che può essere basata su un modello, cioè una forma fissa di espressione (e intendiamo quella del libro chiamato Liturgia delle Ore, Horologion, o di altri libri di preghiera), oppure potrebbe rivestirsi di un aspetto personale in base alle esigenze di coloro che pregano. Parliamo anche della preghiera comune o pubblica (le preghiere che hanno luogo in una chiesa, in presenza di un prete e della moltitudine dei fedeli) e che ha inoltre un ruolo molto importante nella vita del singolo e della comunità. Ognuna delle preghiere denominate "Sette Lodi" (preghiere ben strutturate che si fanno in diversi momenti della giornata) ha un suo valore, ma crediamo che la più importante di tutte sia la Divina Liturgia che ci pone in contatto diretto e personale con il nostro Salvatore Gesù Cristo.
Nella misura in cui l'uomo si preoccupa di questi aspetti (la confessione, la comunione, la preghiera personale e la preghiera pubblica) può constatare personalmente nella propria vita il valore della fede e della religione a cui anche lui appartiene, e ad esse ricorre in quanto elementi indispensabili e benefici.
Infine, vogliamo sottolineare un altro aspetto che è legato al tema centrale "La preghiera e la pace": il progresso personale nella preghiera, anche di quanti vivono isolati dalla comunità (ci riferiamo qui alle prime comunità monastiche o a coloro che pregano e sono in ritiro, cioè gli eremiti) le cui preghiere sono benefiche per tutti gli uomini, proprio per il legame dell’individuo con tutta l'umanità. Troviamo questa idea negli scritti di uno dei padri ortodossi più conosciuti al giorno d'oggi: Padre Sofronio Saharov, all’inizio monaco del Monte Athos, e poi fondatore del Monastero di Essex, in Inghilterra. Negli anni che Padre Sofronio ha speso come eremita nel deserto del Monte Athos, sentiva nel suo cuore i dolori, le gravi sofferenze e i pesi degli uomini oppressi dalla Seconda Guerra Mondiale, e siamo sicuri che la sua preghiera e la preghiera degli altri asceti cristiani abbia aiutato questi uomini, abbia fatto diminuire la loro sofferenza e probabilmente accorciato i giorni del conflitto mondiale.
In conclusione, la provvidenza di Dio nel suo mondo si manifesta in ogni momento dell’esistenza umana e la preghiera è il "metodo" che attira questa provvidenza sulla maggior parte degli uomini, sul mondo intero.
Siluan
Vescovo ortodosso, Patriarcato di Romania |