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14 Novembre 2011 |

La lingua come base dell'integrazione e del diritto alla cittadinanza:


A Roma, cerimonia per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico della Scuola di lingua e cultura italiana e la consegna dei diplomi


 
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La lingua come base dell'integrazione e del diritto alla cittadinanza

A Roma, all'Auditorium Antonianum, domenica 13 novembre:  Cerimonia per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico della Scuola di lingua e cultura italiana e la consegna dei diplomi.

Un significativo passo avanti per l'integrazione e il diritto alla cittadinanza è stato compiuto ieri, con la consegna dei diplomi di lingua a 1335 immigrati, provenienti da 90 paesi del mondo, studenti della Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio a Roma.

Tra questi, 291 certificazioni CELI (Certificazione della Lingua Italiana) sulla base della Convenzione della Scuola con l'Università per Stranieri di Perugia.

Nel corso della cerimonia, dopo il saluto del decano della Scuola, Claudio Cottatellucci, alcuni studenti della scuola hanno portato la loro testimonianza di come, a partire dall'incontro con la Scuola, siano stati coinvolti nel movimento Genti di Pace, e quindi in un impegno concreto per il dialogo, l'incontro con gli altri e la cultura della convivenza.

Le testimonianze hanno evidenziato come, grazie alla Scuola, pur partendo da mondi religiosi, culturali e sociali tanto diversi, si sia creato tra gli studenti un linguaggio ed un sentire comune, che li vede impegnati su temi come la solidarietà, l'attenzione agli anziani, i problemi di chi è senza casa.

Così Anoir, del Marocco, ma anche Zhenny, delle Filippine,  Constantin Serpeanu della Romania, e Patricia Vilca del Perù, hanno espresso, a nome di tutti, le aspettative, i problemi, le gioie e le difficoltà degli immigrati, la gratitudine di aver trovato una scuola di qualità dove “gli insegnanti lavorano gratis e sono anche degli amici che si preoccupano della nostra vita!”. Ma anche le loro esperienze nell'incontro con la povertà, ma anche i loro sogni, e il cambiamento del loro cuore a partire dall'incontro con i poveri che vivono per strada. Parole che hanno espresso molto bene quanto la Scuola di lingua e di cultura della Comunità di Sant'Egidio non sia solo la risposta - pur necessaria - ad un bisogno di istruzione e di integrazione, ma contribuisca a fare di questi giovani i veri italiani di domani, persone capaci di contribuire alla costruzione di un tessuto sociale umano, giusto e solidale, cittadini quindi che potranno dare un contributo sostanziale allo sviluppo della società italiana.

Questo è risultato evidente nelle parole rivolte agli studenti e agli insegnanti da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio. Partendo dalla constatazione della crisi di visioni del futuro, egli ha sottolineato sia la cultura dell'amicizia, e quanto l'essere insieme per studiare aiuti ciascuno a capire dove andare, dove dirigere la propria vita, sia l'importanza di contribuire alla "civiltà del convivere", ovvero alla costruzione di una casa comune a cui ognuno è chiamato ad offrire "il proprio mattone". "Non ci caratterizza solo la nostra origine – ha detto Impagliazzo – ma anche chi siamo oggi nella realtà in cui viviamo e che persone vorremmo essere domani”. Parole accolte con commozione oltre che con gioia dai presenti.

Il presidente ha consegnato poi i diplomi per i diversi livelli e corsi.
La festa si è conclusa con uno spettacolo in cui i canti e i balli di varie parti del mondo hanno mostrato la bellezza di questo "vivere insieme".  

ALCUNI DATI

 


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