"Il pietoso caso dei quattro bambini Rom, morti la scorsa settimana alla periferia di questa città, nella loro baracca bruciata, impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto". La liturgia eucaristica celebrata nel quartiere romano della Magliana dal vescovo ausiliare mons. Tuzia, è stata prima di tutto una risposta a queste parole, pronunciate da papa Benedetto all'Angelus, all'indomani della tragica morte di Raoul, Sebastian, Patrizia e Fernando.
Centinaia di persone hanno risposto all'invito della Comunità di Sant'Egidio a celebrare insieme questa memoria, nella chiesa di San Gregorio Magno.
Tra loro, anche tanti rom e sinti, provenienti dai campi vicini, hanno preso parte con commozione a questo ricordo.
Al termine, la parrocchia ha aperto le sue porte ai rom, invitati a cenare insieme con il parroco, il vescovo e tanti amici. La familiarità di questa accoglienza è stata un primo scorcio di quella città più umana auspicata dal papa. |