“Vivere insieme è il futuro” è il tema dell’incontro che ha riunito a Cotonou, su invito della Comunità di Sant’Egidio del Bénin, i rappresentanti delle differenti confessioni religiose del Paese.
Nella sede della Comunità -La casa del sogno- che abitualmente accoglie i bambini di strada della città e in un clima di simpatia ed amicizia si sono seduti insieme musulmani, cristiani cattolici e protestanti, evangelisti, cristiani celesti per discutere sul valore inestimabile della pace.
Leopold Djogbede, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Bénin ha sottolineato nel discorso introduttivo la necessità del convivere, pur nelle differenze etniche e religiose ed ha insistito sul ruolo delle religioni nella costruzione della pace: è nel cuore delle religioni che bisogna attingere i valori essenziali per la costruzione di una pace vera e duratura.
L’Imam della Moschea centrale di Fidjrosse, Faleti Adamou ha affermato: “Sono felice di partecipare a questo incontro e di testimoniare che Islam significa pace” mentre il pastore Fandohan, della Chiesa battista ha ricordato l’importanza del dialogo.
Tutti i partecipanti hanno ricordato con gratitudine l’iniziativa del beato Giovanni Paolo II che organizzò l’incontro di Assisi nel 1986 e ringraziato la Comunità di sant’Egidio per averne continuato il cammino per costruire un mondo migliore, senza violenza e senza guerra.
Alla fine dell’incontro i rappresentanti delle diverse religioni hanno acceso il candelabro della pace e firmato l’appello di Sarajevo; il lancio di una colomba è stato il simbolo dell’adesione a farsi pellegrini e operatori nel cantiere della pace in Bènin.
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