Si è conclusa in questi giorni la serie di incontri che ha portato Rita Prigmore – donna sinta tedesca sopravvissuta alle sperimentazioni mediche naziste – a raccontare la sua esperienza in diverse città del nord Italia.
Dopo la testimonianza toccante nella cerimonia finale del Meeting interreligioso di Sarajevo, a settembre, e molte conferenze in tutta Europa, la Comunità ha invitato nuovamente Rita a Genova.
Sono stati giorni intensi, con incontri anche ad Alessandria, Cuneo, Pavia: circa duemila persone – soprattutto giovani – hanno ascoltato il racconto di Rita, le hanno rivolto domande, hanno osservato le sue foto.
Particolarmente toccanti le visite al campo sinti di Genova, e alla Scuola della Pace. Il momento culminante della visita è stata la conferenza nella sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova, alla presenza di quasi mille persone.
Rita ha voluto raccontare la sua vicenda, ma si è anche soffermata sui dettagli del Porrajmos, lo sterminio del popolo zingaro nella Seconda Guerra Mondiale. Alla fine si è rivolta ai tanti studenti liceali e universitari presenti in sala: «Voi potete costruire il vostro paese –ha detto loro – potete far sì che nessuno debba più essere vittima della violenza razzista: guardate gli altri negli occhi e non dimenticate che in ciascuno c’è un essere umano».
E a Joy, ragazza della Scuola della Pace che le ha chiesto come fare a contrapporsi alla violenza razzista che si incontra oggi nelle città, ha risposto con passione: «Dovete stare uniti: non permettete a nessuno di maltrattare i più deboli».
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