Una giornata per ricordare insieme e guardare al futuro
Tirana - Palazzo dei Congressi
Erano più di un migliaio accorsi al Palazzo dei Congressi di Tirana alla solenne celebrazione dei 10 anni di presenza della Comunità di Sant'Egidio in Albania, sigillati dal prestigioso premio "Madre Teresa di Calcutta" consegnato dal Presidente della Repubblica Alfred Moisiu nelle mani di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e fin dalle origini assistente spirituale dell'associazione cattolica romana.
Erano presenti, tra gli altri, mons. Angelo Massafra, vescovo di Scutari e presidente della Conferenza episcopale albanese, il Metropolita di Tirana e di tutta l'Albania Anastas Janullatos e il ministro degli Esteri Ilir Meta.
L'amicizia di Sant'Egidio con l'Albania cominciò quando il fondatore Andrea Riccardi nel lontano 1988 vi si recò per la prima volta per motivi accademici (allora era docente all'Università di Bari). Erano, ancora per poco, gli anni bui del durissimo regime staliniano che aveva ridotto il Paese ad un isolamento fuori dalla storia e fuori dal tempo, in una sorta di medioevo delle libertà e dei diritti, nonché della vita politica ed economica.
Nel 1990 mons. Paglia, che aveva ricevuto un incarico confidenziale da Giovanni Paolo II per concordare la ripresa della libertà di religione, si incontro in gran segreto, di notte, con l'allora leader comunista Ramiz Alia. Si stabilivano così i primi contatti informali tra il Paese delle Aquile e la Comunità, la cui presenza in pianta stabile in Albania ha inizio in verità l'anno seguente grazie ad una scoperta…lungimirante: si restò colpiti dal fatto che la gran parte della popolazione locale era priva di occhiali per la correzione della vista. Nacque così un progetto che coinvolse oculisti, ottici e ditte italiane specializzate in una serie di missioni a carattere volontario per la preparazione di occhiali su misura. Una quarantina di sanitari e alcune fra le maggiori imprese del settore inviarono in donazione un imponente flusso di montature ottiche.
Con questo primo intervento si venne via via in contatto con bambini e adulti affetti da gravi patologie non curabili nel Paese per mancanza di ospedali adeguatamente attrezzati. Per loro la Comunità ha cercato in Italia strutture sanitarie disposte ad offrire gratuitamente le cure necessarie, sostenendo le spese per il vitto e l'alloggio. Molti fecero ritorno a casa guariti, altri poterono continuare a curarsi con un sistema di sorveglianza e di sostegno ancora in atto.
Nel 1996 ebbe inizio l'impegno all'assistenza a bambini leucemici, talassemici e malati di tumore nell'Ospedale Universitario di Tirana, con l'acquisto di farmaci, il sostegno alle spese per alcuni esami clinici e alle famiglie dei piccoli pazienti, per permettere loro di poter stare accanto ai propri figli.
Furono in seguito promossi progetti di supporto al sistema scolastico, che il lungo isolamento politico aveva deteriorato a livelli difficilmente immaginabili. Mancavano arredi, libri, cancelleria. Gli edifici erano fatiscenti, i salari degli insegnanti particolarmente bassi, con conseguente perdita di prestigio della loro figura professionale. Risultato: caduta a picco del tasso di scolarizzazione su tutto il territorio nazionale. Dal 1993 Sant'Egidio cominciò allora a rifornire le scuole più povere del Paese di materiale didattico.
Venne poi la guerra del Kosovo, che significò l'arrivo in Albania di 500 mila profughi i cui bambini smisero di studiare. La Comunità curò per questo l'organizzazione di attività scolastiche apposta per loro, prodromi delle attuali "scuole della pace", che ogni estate vedono coinvolti centinaia di esponenti della Comunità in uno sforzo di scolarizzazione di tanti bambini che durante l'anno per varie motivazioni non hanno possibilità di apprendimento.
L'impegno di Sant'Egidio si è moltiplicato in molte altre iniziative: centri di riabilitazione neuro-motoria per disabili, corsi di formazione del personale sanitario locale, interventi locali al sistema idrico, programmi di riabilitazione di bambini poliomielitici, sostegno su più fronti ai profughi kosovari, progetti di adozione a distanza. |