ROMA. Il Kyrie eleison per ricordare il sangue dei nuovi martiri. La preghiera, ormai tradizionale, della Comunità di Sant`Egidio nella Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, li ha elencati uno per uno, nazione per nazione. In Siria, padre Basilus Nassar; in Turchia, don Andrea Santoro e monsignor Luigi Padovese; in Salvador, l`arcivescovo Oscar Arnulfo Romero; in Mozambico, padreValentin Eduardo Carnale; in Pakistan, Shabhaz Bhatti, e così via. Ma anche in Italia un Kyrie eleison per don Giuseppe Diana, padre Pino Puglisi, don Renzo Beretta, don Graziano Muntoni e il giudice Rosario Livatino, perché a ogni latitudine, si può morire e si è morti per il proprio impegno nella fede cristiana. La Veglia di Preghiera è animata dalla Comunità trasteverina in ricordo di quanti in questi ultimi anni hanno offerto la loro vita per il Vangelo. «Questi nostri fratelli e queste nostre sorelle che hanno accolto l`amore di Gesù e l`hanno vissuto fino all`effusione del sangue - dirà nell`omelia monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - sono davanti ai nostri occhi come testimoni che illuminano i nostro passi per seguire da vicino il Signore Gesù che entra in Gerusalemme per dare la sua vita in riscatto di molti». Monsignor Paglia ha ricordato in particolare monsignor Romero per il quale «dare la vita non significava solo essere uccisi, ma dimenticare sé stessi e donarsi per il Vangelo, per i poveri e la pace, per far crescere l`amore nel mondo».
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