| December 27 2014 |
Viaggio tra le Mense che accolgono centinaia di vecchi e nuovi poveri |
Porte spalancate a solidarietà e condivisione |
La sera della vigilia a Cristo Re, il pranzo della Comunità di S. Egidio, il "Santo Stefano" della Croce Rossa. Una volontaria di Sant'Egidio: «Prima eravamo 50 adesso siamo 400, una grande famiglia» |
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Una grande porta spalancata, per far entrare la luce. Che significa speranza, condivisione, voglia di non arrendersi, nonostante le difficoltà, i problemi, la solitudine, che nei giorni di festa diventa, talvolta, davvero insopportabile. E allora oltrepassare quella grande porta spalancata e ritrovare il vociare di tante persone sedute attorno a tavole imbandite, colorate di rosso, diventa davvero il più bel modo per vivere le ore del pranzo, nel giorno di Natale.
Dal 1991 i volontari della Comunità di Sant'Egidio lo organizzano in città, «prima eravamo in 50, nel salone della chiesa di San Tommaso - ha raccontato Raffaella - adesso siamo più di 400, la nostra famiglia è cresciuta, e grazie all'auto ed all'affetto di tanti riusciamo a regalare a tutti un gioioso pranzo di Natale».
Da due anni ad ospitare questa grande famiglia è la chiesa di San Francesco all'Immacolata, spaziosa, accogliente, per accogliere famiglie di poveri che la comunità segue nelle diverse attività settimanali, durante l'anno - dal servizio alla stazione, alla distribuzione dei pacchi spesa - anziani soli, migranti, senza fissa dimora.
«Questo pranzare insieme significa ospitare Gesù - ha spiegato padre Giuseppe - sono loro i veri protagonisti dei nostri gesti di carità, e questa è la loro casa, accogliente e festosa». Mangiano insieme, poveri e volontari, si fatica a capire chi serve e chi è servito perché, come succede nelle grandi famiglie, tutti fanno la loro parte per rendere unico un pranzo tra "amici". Questa la filosofia che anima l'azione dei tanti volontari della Comunità.
Andrea confessa che quest'anno il peso della crisi si fa sentire ancora di più, ma anche la voglia di donare è tanta. Saraè da 14 anni felice di condividere con gli amici di una vita il pranzo di Natale. Non solo i volontari della Comunità, ma tante donne e uomini di associazioni laicali e delle parrocchie cittadine, che desiderano trascorrereun giorno di festa con chi ha più bisogno, «un'occasione per guardare l'uomo con gli occhi di Cristo - ha detto Alberto - per farsi prossimi alle esigenze dell'altro».
Tanta l'emozione nel vedere come in pochi minuti si concretizza la festa: la tavola imbandita, tutti insieme a servire ai tavoli, a distribuire i regali per ogni commensale. Una perfetta catena di montaggio della solidarietà ben rodata, animata dalla voglia di essere famiglia. Questo il senso del pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio, nello stesso giorno, ín tutto il mondo, i poveri ed i volontari festeggiano insieme la nascita di Gesù, e guardano a lui, alla sua venuta al mondo, per ritrovare la speranza.
Tra i commensali anche il sindaco Renato Accorinti che non ha voluto far mancare il suo messaggio di vicinanza ai più deboli, nel giorno del Natale. (....)
Elisabetta Reale
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