Sabato scorso è stato beatificato Oscar Arnulfo Romeni, arcivescovo di San Salvador, nato il 15 agosto 1917 a Ciudad Barrios e ucciso il 24 marzo 1980, nella capitale del piccolo Paese del Centro America.
Romero è stato ricordato giovedi anche al corteo di 'Noi di Livorno per la pace' promosso dalla Comunità di Sant'Egidio lungo un itinerario che ha abbracciato piazza Cavallotti, le scuole Benci, e gli Scali d'Azeglio. Michela Mazzoni ha parlato di lui come «esempio e strada» per aiutare la pace, «esempio di fede che non si rassegna alla violenza, che sa sperare e credere nella pace e che la costruisce ogni giorno».
Romero non è lontano da Livorno, potremmo dire che sta un po' anche nelle sue strade, perchè la città labronica entrò presto nella geografia della sua vita. Entrato a 13 anni in seminario, tra la fine degli anni Trenta e fino al '42, quando fu ordinato prete, studiò per sei anni a Roma. Da li, veniva pellegrino al santuario di Montenero mentre trascorreva le vacanza estive a Villa Maria con gli studenti del collegio latinoamericano.
Nel giorno della sua beatificazione in tanti si sono raccolti insieme alla Comunità di Sant'Egidio e ai Padri Vallombrosani, per una preghiera di ringraziamento nel Santuario di Montenero, dove è stata posta una targa in ricordo delle visite compiute dal martire salvadoregno.
Per il vescovo Simone Giusti «Montenero è gemellata con tutto il mondo nella memoria di questo grande uomo. E' bello sapere di averlo avuto anche qui, perchè questo ci rende partecipi della sua beatificazione, ma soprattutto ci rende più responsabili del suo messaggio di amore».
MICHELE BRANCALE
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