C'è disorientamento tra la gente per le dimissioni di Benedetto XVI. Molti si chiedono i motivi della decisione del Papa. Infatti i Pontefici
non si sono mai dimessi. Giovanni Paolo II ha mostrato che il Papa muore sulla croce e non scende da essa. A causa dell`eccezionalità della scelta di Benedetto XVI, taluni pensano che cí siano problemi gravi (poco noti) che non ha la forza di affrontare. In questi giorni abbiamo visto descrivere la Chiesa come un "nido di vipere". Così il Papa sarebbe un "puro" che sí tira fuori, con le dimissioni, da una Chiesa "impura".
Quelli che lo affermano sono spesso coloro che, qualche anno fa, descrivevano Ratzinger come l`inquisitore che avrebbe reso la Chiesa come una caserma.
Oggi invece esaltano il mite Benedetto, pur di parlare male della Chiesa. Si conta sul fatto che siamo in un mondo di smemorati. La Chiesa è una realtà "impura" da cui si ritrae il "Papa mite"? In realtà nella Chiesa ci sono alcuni problemi da affrontare, ma non in modo così drammatico: ci sono e ci saranno, perché è una realtà di uomini e di donne. Ma noí crediamo che nella Chiesa viva lo Spirito del Signore. Per questo avvengono cose meravigliose, fatti di carità e di santità. Una volta Danielle Mitterrand, una non credente, moglie del presidente
francese, mi disse: «Perché, quando vado nei luoghi più infernali del mondo, vedo sempre o una suora o un cattolico in mezzo ai disperati?». Questo avviene perché Dio trasfigura gli uomini nella vita della Chiesa.
PROBLEMI CI SARANNO SEMPRE
Non ci vergogniamo della Chiesa, che parla di fede, è amica dei poveri, testimone di pace, madre di santità. Noi portiamo - come dice Paolo - questo tesoro in vasi di creta. È la creta degli esseri umani, impastati di polvere. Ma il tesoro è grande!
Le dimissioni di Benedetto XVI hanno scosso tanti: questo mostra il sentire familiare del popolo di Dio, che guarda al Papa come a un padre. Bisogna capire meglio questo gesto inedito. Il ministero petrino è servizio di governo alla Chiesa, ma anche testimonianza personale. Giovanni Paolo II ha accentuato la testimonianza con la sua santità e il suo vigore pastorale. Papa Benedetto, schivo e umile, ha puntato più che sulla sua testimonianza proprio su di un governo spirituale, nascondendo sé stesso e attirando l`attenzione sul messaggio di fede.
È stato un tempo complesso. Ma ci sono stati tempi molto più difficili, come durante la Seconda guerra mondiale o la persecuzione comunista. Non ho la sensazione che Benedetto XVI si ritiri per le difficoltà del tempo, ma perché sente di non avere più le energie per continuare questo governo spirituale. Forse pensa di avere già dato alla Chiesa quello che poteva offrire. Crede che ci voglia un nuovo Papa, capace - per le sue energie - di essere testimone del Vangelo e probabilmente di affrontare le nuove questioni del governo della Chiesa nel
mondo globalizzato.
UMILE E POCO PROTAGONISTA
Per trovare un`altra rinuncia, bisogna risalire a Celestino V, Pietro da Morrone, morto nel 1296, un monaco eletto in una grave crisi, come Papa mite e spirituale, il pastore angelico sognato dai francescani. Celestino V, faticando a governare tra vicende turbinose, rinunciò al papato. Fu viltà come sostenne Dante Alighieri? La Chiesa ha invece santificato Pietro da Morrone. Benedetto XVI è andato a rendere omaggio alla sua tomba.
La scelta di papa Ratzinger, come per Celestino V, non è in contraddizione con la tradizione dei suoi predecessori morti sul soglio pontificio, ma rappresenta un`eccezione. Non contraddizione, ma l`eccezione dí un Papa spirituale. Con questo gesto, Ratzinger si mostra umile e poco protagonista. Manifesta una profonda fiducia nella Chiesa. Infatti crede che ci sia qualcuno che, meglio di lui, può guidarla nel cuore del XXI secolo. Dopo il dolore della notizia, è questa fiducia nella Chiesa che deve crescere.
Forse l`impegno di tutti, dai semplici fedeli ai vescovi e aí cardinali, è proprio stare più vicino al Papa. Anzi è pregare ora lo Spirito di Dio.
Andrea Riccardi: Nato a Roma nel 1950, fondatore
di Sant`Egidio, storico e ministro.