ROMA - La benedizione al pancione di una donna incinta, la papalina scambiata con un bambino, la preghiera per giovani ed anziani: «Un popolo che non si occupa di loro non ha futuro». Così papa Francesco, domenica pomeriggio a Trastevere, in visita alla Comunità di Sant’Egidio, dove fin dalle prime ore del pomeriggio, nonostante il maltempo, si sono radunate centinaia di persone con fazzoletti gialli, verdi, azzurri e rossi.
La parola del Santo Padre
Il Papa, nel suo discorso dentro la Basilica Santa Maria in Trastevere, ammonisce: «Un popolo che non custodisce i suoi anziani e non si prende cura dei suoi giovani è un popolo senza futuro. Il trattamento degli anziani come quello dei bambini è un indicatore per vedere l’umanità di una società. Quando gli anziani sono scartati e isolati e a volte si spengono senza affetto, è un brutto segno: è bella invece l’alleanza tra giovani e anziani in cui tutti ricevono». E ancora: «Tra voi si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Chi è il protagonista? Tutti e due, o meglio l’abbraccio». Papa Francesco parla della «cultura moderna dello scarto» come di «una forma di eutanasia nascosta». E non si scarta solo il cibo, naturalmente: «In Italia, Francia, Spagna si scartano i bambini, gli anziani, ma anche i giovani, se pensiamo ai milioni che non hanno nè lavoro nè studio». Il concetto è chiaro: «La parola solidarietà tanti vorrebbero toglierla dal dizionario perché per una certa cultura sembra una parolaccia. No, no, è una parola cristiana».
L’incontro con Pacifici
Papa Francesco, oltre alla folla, è stato accolto in piazza San Calisto dal vicario di Roma cardinale Agostino Vallini e dal fondatore della Comunità Andrea Riccardi, dal presidente Marco Impagliazzo e da don Marco Gnavi, uno dei parroci della Comunità. A salutare il pontefice anche Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera ed Eugenio Scalfari, fondatore ed ex direttore de La Repubblica. Il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, ha presentato al pontefice una lettera formale di invito a visitare la sinagoga di Roma, che il papa ha accettato. Inoltre il pontefice ha promesso che pregherà per i tre israeliani rapiti in Cisgiordania, per i quali domenica sera è prevista una veglia.
La festa e il megaschermo
Il pomeriggio di festa per l’arrivo del papa è iniziato alle 15 con l’alternarsi di musica e canti dal vivo e filmati sul megaschermo accanto alla Basilica, che ripercorrono il rapporto tra i predecessori di Francesco, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e l’associazione fondata da Andrea Riccardi. Varie personalità del mondo religioso e laico hanno fatto il loro ingresso nella chiesa: dal presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici a Eugenio Scalfari.
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