| 15 Dicembre 2015 |
Dopo l'ondata record di provvedimenti esecutivi in città |
"Un centinaio di sfrattati vivono in fabbriche vuote" |
L'allarme della Comunità di S. Egidio: mai vista una situazione così |
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Dormono per strada, nelle case vuote e nei capannoni abbandonati, mangiano alle mense dei poveri. Sono un centinaio le persone senza un alloggio o nemmeno un posto al dormitorio: la Comunità di Sant'Egidio, che da sempre segue i clochard della città, lancia l'allarme su un fenomeno esploso negli ultimi mesi.
Sono quasi tutti italiani. Hanno un'età compresa tra i 50 e i 60 anni, sono quasi tutti italiani (rappresentanto l'ottanta per cento dei casi). Le loro storie si assomigliano sempre: sono uomini che hanno perso il lavoro, esaurito i risparmi di una vita, smarrito i contatti con la famiglia e sono stati mandati via dalla casa che non riuscivano più a pagare.
Novara è la prima città del Piemonte per sfratti eseguiti nel 2014 e nell'anno che si sta concludendo non è andata meglio: «C'è stata un'ondata senza precedenti, una crescita esponenziale - commenta Daniela Sironi, presidente della Comunità di Sant'Egidio - Molti sfratti, tra l'altro, sono stati pronunciati nei confronti di soggetti così deboli e isolati da non aver neppure idea che esistano mezzi legali per ottenere rinvii o sospensioni. Così l'esecuzione del provvedimento giudiziale è arrivata in un lampo, senza che la persona riuscisse a trovare altre soluzioni o comunque un aiuto».
Edifici dismessi. Qualcuno dorme avvolto in coperte sotto i portici della stazione, in case fatiscenti oppure nei capannoni della periferia, pochi in auto (sarebbe quasi un lusso): «Per motivi diversi non possono trovare accoglienza al dormitorio e così vivono in una condizione di estrema precarietà - continua Sironi -. Alcuni soffrono anche di problemi psichici».
Barbara Cottavoz
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